Foresta pluviale temperata di Valdivia
Foresta pluviale temperata di Valdivia
La foresta pluviale temperata di Valdivia è la terza più grande al mondo, con oltre 248mila Kmq, ed è considerata un’isola biogeografica. Per questo motivo, ha un’alta percentuale di specie endemiche, ed è considerato uno dei 34 luoghi più ricchi di biodiversità sul pianeta. Si tratta di una superficie più vasta della Gran Bretagna che si estende su una superficie gigantesca nei pressi della costa occidentale del Sud America, principalmente nel Cile ma che copre anche parti dell’Argentina. Questa foresta prende il nome dalla città di Valdivia, ed è costituita da un sottobosco di felci e bambù, oltre che dalle specie arboree sempreverdi che la costituiscono. Si tratta di un’eco-regione importantissima e, per questo, considerata dalle più importanti organizzazioni ambientaliste del pianeta, in vetta alla classifica degli ecosistemi da preservare. La foresta di Valdivia è costituita prevalentemente da magnoliofite (angiosperme) sempreverdi e non mancano le conifere e piante caduche tipiche dei climi mediterranei, con un denso sottobosco, come abbiamo accennato di felci e bambù.
Questa eco regione, unica tra le foreste pluviali temperate del Sudamerica, insieme alle foreste delle isole di Juan Fernandez (per intenderci quelle dove è ambientato il romanzo di Robinson Crusoe), ospita una biodiversità straordinaria, con moltissime piante e animali che non si trovano da nessun’altra parte sulla faccia della Terra. Al suo interno troviamo circa 35 aree protette, che includono parchi, riserve e monumenti naturali. Purtroppo l’invasione della “civiltà” sta mettendo in seria crisi questo ecosistema; è infatti minacciata dalle attività economiche – in molte zone la sua flora unica viene rimpiazzata con specie esotiche quali pini ed eucalipti – e dalle infrastrutture (come le autostrade che la attraversano, e i progetti idroelettrici). Tra le specie uniche si ricorda l’Alerce (Fitzroya cupressoides), un albero, simile alla sequoia, in grado di vivere fino a 4.000 anni ed arrivare ad altezze di 70 metri e quattro di diametro; per intenderci più della torre di Pisa che è alta 63 metri. La Fitzroya cupressoides (detto anche cipresso della Patagonia), unica specie del genere Fitzroya, è una conifera propria del Cile e dell’Argentina. In suo favore si è mosso il governo del Cile che ha deciso di proteggere questa specie che, tra l’altro, cresce molto lentamente ed è un monumento nazionale che legalmente non può essere tagliato. Purtroppo il suo legno duro e forte ha portato a una spietata corsa al taglio illegale. Negli ultimi tempi gli ambientalisti hanno dovuto avviare una massiccia campagna internazionale per chiedere una maggiore protezione dell’alerce e finalmente il governo cileno ha lasciato cadere le riserve poste all’inclusione di questo albero nell’Appendice 1 della Cites (la Convenzione internazionale sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali minacciate), ovvero la lista delle specie per cui vige il divieto assoluto di commercio. Questo significa che il Cile dunque non accorderà più permessi di esportazione del legno di Fitzroya cupressoides e, con la protezione di questa specie, verrà maggiormente salvaguardato il sottobosco e l’intero ecosistema. Questo risultato è di fondamentale importanza in quanto nel 1987 l’Argentina aveva proposto di inserire l’alerce nella Cites e i membri della Convenzione accettarono, ma il Cile si oppose. La specie poteva essere tagliata, anche se con restrizioni, e commercializzata. Purtroppo tale situazione portò al mercato nero del legno di alerce che ha raggiunto il valore di 5.000 dollari al metro cubo e questo ha portato, secondo le stime, al taglio, in questo periodo, di oltre 30.000 ettari di foresta. Tra le maggiori responsabili di questo commercio illegale si scoprirono tre compagnie statunitensi che avevano importato alerce dal Cile. Tra la flora tipica della foresta valdiviana ricordiamo: Mirto (Luma apiculata), Hazel (Gevuina nocciola), Coigüe o Coihue (Nothofagus dombeyi), Colihue (Chusquea culeou), Copihue (Lapageria rosea), il fiore nazionale del Cile Luma (Amomyrtus luma), Murta (Ugni molinae), Notro (Embothrium coccineum), Quila (Chusquea Quila) e Tineo (Weinmannia trichosperma). Tra la fauna: Skunks o puzzola patagónica, Huemul, Huina o gatto rosso, Dromiciops, Myotis, pudú, puma, runcho topo opossum, bandurria, Cauquen, cigno dal collo nero, Chucao, Loro choroy, Tiuque o Chimango, Treile , queltehue o tero sud, lucertola slanciata, Valdiviana lucertola, rana cilena, Darwin rana, Sapito tre strisce, Sylvan Sapito, Toad Mehuín, Toad macchie rosse. Tra i funghi: Changle o corallo, scorze Mount, dita morte, Cortinarius magellanicus ed altri. Insomma un’isola biogeografia unica ed irripetibile.
Guido Bissanti