Lotta biologica alla Processionaria del Pino
Lotta biologica alla Processionaria del Pino
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa (Denis & Schiffermüller, 1775)) è un lepidottero della famiglia Notodontidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica. Questo insetto è alquanto pericoloso sia per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone così il ciclo vitale, sia per l’uomo ed alcuni animali, perché durante lo stadio larvale tale insetto presenta una peluria che risulta particolarmente urticante. In questo contributo vedremo gli elementi essenziali di lotta biologica alla processionaria del pino. Tra l’altro la lotta contro la Processionaria del Pino fu resa obbligatoria con un Regio Decreto degli anni 30, modificato poi col D.M. del 17 aprile 1998 e successivamente abrogato e sostituito con D.M. 30.10.2007, pubbl. in G.U. 16 febbraio 2008, n. 40.
Tralasciando completamente la lotta chimica che comporta uno squilibrio dell’ecosistema peggiore della soluzione vediamo quali sono i criteri essenziali di un programma di lotta biologica integrata, efficace e a ridotto impatto ambientale. Nella lotta biologica alla Processionaria del Pino si parte da un sistema di monitoraggio e catture tramite trappole attivate con ferormoni sessuali (che vanno posizionate da metà giugno a settembre); si ottiene così una cattura massale dei maschi e l’individuazione del periodo di sfarfallamento, in modo da programmare con esattezza gli interventi larvicidi biologici che di norma si registra a fine luglio – inizio agosto. Una volta individuato il periodo idoneo vanno eseguiti i trattamenti a base di Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki, che vanno eseguiti nelle ore serali e in assenza di vento, avendo cura di bagnare la chioma in maniera uniforme. Ricordiamo che il trattamento essendo effettuato con un prodotto biologico, ha una limitata azione nel tempo ed è facilmente dilavabile; per questo motivo, in caso di forte infestazioni o di piogge successive al trattamento, è bene eseguirlo nuovamente dopo 4-5 giorni (l’utilizzo di un prodotto acidificante migliora l’azione di BTK). Dobbiamo sottolineare che molti testi riportano il Bacillus thuringiensis come del tutto innocuo per l´uomo, i vertebrati e gli insetti utili in genere. Di fatto sono sorti parecchi dubbi da parti di alcuni ricercatori su questa valutazione. Comunque sia, rappresenta oggi, un sistema meno invasivo rispetto alla lotta chimica. Ad adiuvandum a questo primo sistema si può eseguire un intervento meccanico di rimozione dei nidi che va eseguito a fine inverno, tra gennaio e febbraio-marzo). Con quest’azione i nidi devono essere asportati (tagliati) e distrutti (bruciati). Un altro metodo che trova applicazione in alcune aree consiste nell’avvolgere il fusto con del film plastico (prima della discesa delle larve, che avviene in genere dalla seconda quindicina di febbraio alla prima quindicina di marzo), su cui distribuire uniformemente della colla entomologica; quando è satura la trappola si sostituisce. Infine è interessante l’impiego della formica rossa (Formica rufa Linnaeus, 1758), uno dei pochi nemici naturali di questo lepidottero. È inoltre importante una corretta attività di informazione nelle arre verdi pubbliche dove è in corso l’attuazione del programma di lotta alla processionaria, esponendo locandine informative che valorizzano l’approccio di lotta biologica a ridotto impatto ambientale. Ricordiamo inoltre che per l’eliminazione delle larve morte, occorre comunque utilizzare la massima cautela; anche se il metodo migliore consiste certamente nel bruciarle, i residui carbonizzati risultano ugualmente urticanti, per cui è da evitare il rimanere sottovento o nelle vicinanze del falò, soprattutto con parti del corpo scoperte (compresi viso e occhi). Quando si opera nelle vicinanze delle larve, è necessario coprire ogni parte del corpo (es. con guanti, maniche lunghe, occhiali, foulard sul viso) al fine di evitare il contatto coi peli urticanti ed in seguito lavare i vestiti utilizzati. I peli urticanti, infatti, sono molto fini e quindi possono essere facilmente trasportati dall’aria.