Come coltivare l’erba medica
Come coltivare l’erba medica
L’erba medica (Medicago sativa L.) chiamata anche erba Spagna, o anche alfalfa (dall’arabo al-fáṣfaṣa “foraggio;” errato “alfa-alfa”) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae (Leguminose). In questa scheda vediamo gli aspetti essenziali per come coltivare l’erba medica e le sue proprietà ed usi. L’erba medica è una pianta erbacea vivace che potrebbe vivere fino a 10-15 anni in ambienti adatti, ma che in genere in coltura vive molto meno (3-4 anni) a causa di svariate avversità. Si tratta di una pianta provvista di grande radice a fittone molto robusta che può arrivare anche a più di 1 metro di profondità, mentre dal colletto o corona basale si originano steli cavi più o meno eretti che possono superare anche il metro di altezza. Le foglie, che sono la parte più nutriente della pianta , sono trifogliate con ciascuna foglia a forma ovata – lanceolata con margine leggermente denticolato solo nel terzo superiore. I fiori dell’erba medica sono riuniti in racemi ascellari con infiorescenze formate da 10-20 piccoli fiori con corolla di colore azzurro, violetto o giallo.
Produce dei legumi spiralati con 2-6 semi, piccolissimi e leggerissimi, di colore giallo-verdastro e dotati di un’alta capacità di germinazione.
Per la coltivazione dell’erba medica ricordiamo che predilige i luoghi caldi e soleggiati mentre teme il freddo ed è molto resistente al clima caldo e secco. Il terreno preferito è calcareo, fresco profondo e ben drenato, con pH non acido. Per quanto riguarda il fabbisogno irriguo, l’erba medica cresce con le acque piovane ma va irrigata solo nel caso di periodi di prolungata e persistente siccità. Nelle zone invece con clima caldo e asciutto arido, l’irrigazione deve essere effettuata regolarmente per ottenere produzione costante ed elevata.
Per la concimazione si consiglia di non apportare fertilizzanti ma di farla seguire a colture che hanno utilizzano la fertilizzazione come le graminacee o anche le ortive (che avranno usufruito di potassio e fosforo). L’erba medica si può seminare su terreno nudo oppure consociata ad altri cereali in due periodi dell’anno: fine inverno o fine estate (in relazione alle disponibilità irrigue). Si può seminare a spaglio, con interramento del seme ad una profondità massima di 30 mm, in file distanti circa 15 cm. Mediamente occorrono circa 15-20 Kg di semi per ettaro di terreno.
La raccolta dell’erba medica va fatta in piena fioritura per avere un foraggio più nutriente e di qualità migliore. Si ricorda che dopo il primo sfalcio o dopo ogni successivo taglio l’ erba medica rigenera nuova vegetazione con migliori caratteristiche organolettiche in termini di appetibilità, di digeribilità. L’ erba medica sfalciata si lascia essiccare all’aria e al sole per poi essere pressata e conservata sotto forma di balle in luoghi asciutti.
Tra i parassiti dell’erba medica ricordiamo alcuni batteri patogeni come: il Corynebacterium insidiosum che causa in poco tempo l’avvizzimento degli steli e delle foglie; lo Pseudopeziza dell’erba medica un patogeno che danneggia gravemente le foglie. Anche alcune malattie fungine posso causare alcuni danni ricordiamo: l’Antracnosi che si manifesta con macchie necrotiche diffuse a carico delle foglie; il Mal vinato, un fungo che dalle radici della pianta si diffonde anche alla parte aerea causandone la marcescenza e quindi la morte; il Fusarium roseum che provoca il marciume delle radici. Tra gli insetti dannosi ricordiamo: l’Apion (punteruolo del trifoglio) che danneggia foglie e steli con il suo apparato boccale; la Cecidomia, che è un dittero che depone le uova nei bottoni floreali provocando l’aborto dei fiori. L’erba medica viene attaccata dalla cuscuta che è una pianta parassita della famiglia delle Convolvulaceae. Questa pianta avvolge gli steli con le sue spirali di colore giallo e ne può provocare la morte per soffocamento.