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Effetti negativi dello spietramento dei terreni

Effetti negativi dello spietramento dei terreni

Che l’agricoltura “moderna” dovesse prima o poi fare i conti è cosa nota oramai da anni ma pochi forse si immaginano che tra i costi da aggiungere ci sono quelli dovuti agli effetti negativi dello spietramento dei terreni.
Per migliaia di anni il trattamento dei terreni pietrosi si era limitato semplicemente alla eliminazione delle pietre più grosse ed alla creazione poi di muretti a secco o altro materiale da costruzione. Operazioni che di fatto non avevano intaccato più di tanto il paesaggio agrario e soprattutto la struttura e consistenza dei nostri suoli e la biodiversità legata agli ambiti pietrosi.
Purtroppo a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, la spietratura manuale è stata rimpiazzata da tecniche meccanizzate sempre più efficaci e impattanti a cui si è dato il nome di “spietramento”. Sembrava una conquista della modernità.

 

Si è assistito così alla trasformazione spesso dei pascoli naturali in colture specializzate o foraggiere; tecnica favorita da un vuoto normativo che ha permesso spesso lo spietramento anche su terreni totalmente rocciosi o acclivi, laddove la sua utilità agronomica era prevedibilmente poca o nulla. In pochi anni su molte aree del territorio nazionale l’impatto ambientale causato da anni di spietra mento è stato oltremodo devastante. Oltre ai gravi danni alla biodiversità, sono evidenti le gravi trasformazioni a carico del nostro paesaggio, che ha perso la sua secolare identità, fatta di muretti a secco, cisterne e manufatti tipici, per trasformarsi spesso in distese di ciottoli spigolosi e ammassi di grossi blocchi calcarei, ai confini degli appezzamenti.
Alla devastazione del paesaggio agrario e della perdita di biodiversità si aggiunge, come a dire oltre al danno la beffa, il rischio di erosione cui i terreni spietati sono sottoposti. Da molti studi pedologici ed esperienze di piano campo risulta quanto le caratteristiche strutturali dei suoli “spietrati e macinati” peggiorano.
In questi terreni diminuisce molto rapidamente la percentuale di sostanza organica ed aumentano le particelle fini inerti; in questa situazione a seguito soprattutto di piogge intense e con pendenze moderate, parte di questi suoli scivola lungo i versanti, andando ad accumularsi negli avvallamenti, spesso in corrispondenza di opere antropiche. Per di più questi movimenti di terra aumentano quando, oltre agli spietramenti, le successive arature sono effettuate a rittochino (effettuate con solchi paralleli al pendio) e quando la presenza di molte colture cerealicole (che proteggono in maniera minore dal vento) che coprono il suolo per pochi mesi l’anno accentua la tendenza dei siti spietrati alla perdita di suolo, soprattutto in presenza di ventosità e di eventi metereologici più violenti.
Ma gli effetti negativi dello spietramento dei terreni si hanno anche a carico dell’aumento dei ristagni idrici (per diminuzione dei sistemi di drenaggio) con aumento del trasporto solido successivo, fenomeni di piena a valle, erosione dei suoli, incremento delle malattie fungine, aggravio dei costi aziendali e dei costi sociali ed ambientali non più delegabili solo ad una protezione civile improponibile.
Urgono politiche di salvaguardia ambientale totalmente innovative e di prevenzione ecologica.

Guido Bissanti




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