Perché i pesticidi non si possono eliminare con il lavaggio di frutta e verdura
Perché i pesticidi non si possono eliminare con il lavaggio di frutta e verdura
È purtroppo opinione più diffusa di quello che sembra che basta lavare frutta e verdura per eliminare i residui dei pesticidi o di altre sostanze chimiche.
Intanto a suffragare questo concetto c’è l’evidenza di ricerche scientifiche che confermano che con il lavaggio viene eliminato solo il 12% dei residui chimici di frutta e verdura.
A questo punto l’idea che può balenare nella mente è che allora basta sbucciare la frutta (almeno quella) per eliminare i residui chimici delle sostanze che vengono immesse nei cicli produttivi dell’agricoltura. Sbucciando la frutta se ne elimina meno della metà. Vediamo perché.
I prodotti agroalimentari ricevono apporti di sostanze di sintesi per due motivi principali; o per i vari trattamenti necessari all’eliminazione di insetti, funghi, acari, ed altre fitopatie o come molecole per apportare sostanze nutritive.
Per quanto riguarda pesticidi (o fitofarmaci) questi possono funzionare con due metodi: o per contatto o per via sistemica.
I pesticidi che agiscono per contatto creano una barriera protettiva contro le avversità biologiche e vengono usati per lo più come prevenzione.
I pesticidi sistemici sono prodotti fitosanitari i cui principi attivi possono venir assorbiti da radici o dalle foglie per essere traslocati nel resto degli organi della pianta. Queste molecole sono in grado di raggiungere anche gli apici vegetativi in espansione della coltura trattata poiché si diffondono nella pianta per via xilematica.
Poi esistono dei fertilizzanti di sintesi che, soprattutto in certe concentrazioni, possono non venire totalmente metabolizzati (elaborati in forma organica) e rimanere per molto tempo dentro i tessuti delle piante. Questo è il caso dei nitrati (ma non solo) che in certe condizioni si trasforma nei pericolosissimi nitriti dagli effetti tossici e cancerogeni.
In definitiva ad oggi, in mancanza di una normativa seria di tutela della salute dei consumatori, l’unica forma di salvaguardia è quella di cibarsi di prodotti biologici.
Purtroppo questa informazione difficilmente arriva sulla tavola dei consumatori che in questo modo non sono tutelati da nessuna parte.
Ritengo che l’Educazione Alimentare deve essere oggi uno dei più corposi programmi politici di uno Stato se vogliamo veramente fare un buon servizio ai cittadini e, soprattutto, tutelarli da truffe pubblicitarie ed informative di basso livello.
Guido Bissanti