Come coltivare le carote in maniera biologica
Come coltivare le carote in maniera biologica
Le carote si adattano bene nei climi caldi ed in terreni soffici, sciolti, con pochissimo scheletro e ben drenati. Se coltivate in vaso si può ottenere il terreno ottimale miscelando sabbia a terriccio. Il terreno va lavorato fino a circa 40 cm di profondità, sistemando compost o altro concime organico; meglio un letame molto maturo (e quindi a minor contenuto in azoto) per evitare l’eccessiva vegetazione a scapito delle radici.
Per la semina si ricorda che le carote vanno piantate direttamente in piena terra (quindi non trapiantate) tra marzo e giugno. Va scelto un sesto di semina di 25 centimetri tra le file e 5-8 cm nella fila, con interramento del seme ad un centimetro di profondità.
Dopo la semina possono passare anche 40 giorni per l’emergenza delle giovani piantine (per accelerare la germinazione si possono mettere i semi in acqua tiepida o camomilla per qualche ora), per cui in questo periodo non tralasciate l’irrigazione (si ricorda che il seme delle carote germina a temperature tra i 12 ed i 20 gradi) ed il controllo delle erbe infestanti con frequenti sarchiature che si eseguono a mano vicino ai semi e con la zappa negli spazi interfila. Con le carote si può anche usare la tecnica del pirodiserbo.
Nella fase di accrescimento può essere necessario rincalzare le radici, se queste emergono dal terreno, per evitare che queste diventino verdi ed immangiabili. Oltretutto questa operazione è utile per mantenere la terra soffice. In alcuni casi (terreni esposti al vento) si può effettuare, in alternativa, la pacciamatura. Per l’irrigazione non eccedere, bisogna irrigare quando il terreno diventa secco.
Per una buona coltivazione biologica ottima è la consociazione con la cipolla (oppure porro, aglio o scalogno), le due piante allontanano i parassiti in maniera reciproca. Anche il ravanello va benissimo con la carota. Per la successione invece e bene far seguire alla carota il pomodoro o la patata e successivamente i legumi.
Tra le fitopatie ricordiamo che: la carenza d’acqua provoca partizione della radice, rovinando la verdura, mentre l’eccesso d’acqua produce spaccature che spesso si associano a batteriosi e diventano marciume. Per le batteriosi quindi queste non si dovrebbero presentare con una buona gestione del suolo. Tra i funghi ricordiamo la peronospora (due differenti tipi che attaccano radice e parte aerea), l’alternaria, soprattutto su terreno pesante e argilloso e la sclerotinia che causa danni ai tessuti vegetali, che si ricoprono di una muffa bianca e in seguito puntini neri. Con una buona consociazione, attento dosaggio irriguo e buona scelta del letame questi fenomeni non si dovrebbero verificare.
Altri nemici che vale la pena di annoverare sono: nematodi che producono bitorzoli sulla radice, mentre i ferretti o elateridi la bucano. Mosca della Carota che però non sopportando l’odore di cipolla o aglio, non crea problemi in consociazione. Per gli afidi, se si dovessero presentare, trattare la pianta di carota col macerato di ortica o decotto di aglio.
Per la raccolta, questa è variabile, a seconda delle varietà, dopo 75-130 giorni. Non va raccolta troppo oltre altrimenti diventa legnosa e non commestibile. Questa va fatta per estirpazione della radice dopo aver inumidito il terreno.