Rimedi naturali contro la Mosca dell’olivo
Rimedi naturali contro la Mosca dell’olivo
Per capire come limitare i danni della mosca dell’olivo, (Bactrocera oleae Gmelin, 1790), bisogna sapere che questa è particolarmente attiva dal mese di settembre (soprattutto quando le temperature vanno dai 23 ai 27 °C).
I danni di questo insetto, come è noto, sono dovuti alla puntura della mosca sull’oliva che ne determina un danno olfattivo e qualitativo soprattutto per la produzione dell’olio di oliva, con danni quantitativi e qualitativi.
Il controllo di questo insetto inizia con un monitoraggio anticipato. Per sicurezza il monitoraggio alla mosca dell’olivo può iniziare già a metà giugno (in presenza di inverni e primavere miti).
Per porre dei rimedi naturali contro la Mosca dell’olivo, è importante il monitoraggio. Questo si attua per mezzo di trappole cromotropiche gialle (che per via del colore attirano mosche di entrambi i sessi) e di trappole con feromoni (che attirano solo i maschi).
Tralasciando i metodi che si avvalgono di pesticidi che vanno a peggiorar ancor di più l’ecosistema e l’entomofauna vediamo di analizzare i provvedimenti naturali (lotta biologica).
In generale la prima “lotta biologica” consiste nel non specializzare l’oliveto e comunque, se questo fosse già stato fatto nel provvedere, alla presenza di siepi con specie repellenti per la mosca, alla prenza di più specie erbacee, arboree ed arbustive nell’impianto, nel non utilizzare cultivar precoci per il tipo di clima, nel non utilizzo di azoto di provenienza chimica (altri aspetti vanno analizzati di volta in colta con un tecnico esperto non solo di agronomia ma di agroecologia). L’impianto di un oliveto come di qualunque produzione agraria non risponde a sistemi di qualità industriali ma di qualità ecologica per cui deve rispettare dei ben definiti principi di agroecologia (materia poco conosciuta anche dai tecnici del settore e poco o per nulla studiata anche nelle Facoltà di Agraria). Dimenticatevi le immense distese di monocoltura: è un errore ecologico senza rimedi.
Ritornando al metodo di contenimento biologico si può sfruttare la cattura massale con le trappole contenenti specifici attrattivi alimentari e costruite in azienda.
A tal fine procuratevi una bottiglia di plastica per ogni pianta di ulivo infestata dalle mosche. Praticate quindi due fori (del diametro di 10 mm) sulla parte superiore della bottiglia.
Gli attrattivi alimentari possono esser di due tipi:
– soluzione a base di aceto di vino (quello dall’odore più forte) e tre cucchiai di miele;
– soluzione, composta da acqua e pesce fresco che, marcendo all’interno della bottiglia, attirerà le mosche.
A questo punto versate la soluzione nelle bottiglie e aiutandovi con il fil di ferro o un filo di rafia spesso, appendete le bottiglie sui rami delle piante. Le mosche, attirate dagli odori della bottiglia, entreranno dai piccoli fori e resteranno intrappolate lì. In breve tempo le bottiglie saranno piene di mosche e gli ulivi incredibilmente puliti.
In alternativa, il metodo biologico prevede l’impiego di sali di rame sfruttandone l’attività indiretta di controllo del parassita ma il rame comunque è un minerale da prendere con le pinze in quanto ha una sua tossicità.
Tra gli insetti parassito idi della Bactrocera oleae ricordiamo: Opius concolor, Pnigalio mediterraneus, Eupelmus urozonus, Eurytoma martellii, Cyrtoptyx latipes e Lasioptera berlesiana.
Guido Bissanti