Mappa della disuguaglianza nel mondo
Mappa della disuguaglianza nel mondo
Nonostante i grandi proclami dei Paesi più ricchi e delle loro politiche internazionali il terzo millennio non si è presentato bene al nastro di partenza. Purtroppo il divario tra cittadini poveri e cittadini ricchi nel mondo è ancora un dato di fatto. La ricchezza procapite (in termini monetari, patrimoniali e iniziamo a dire anche in termini ecologici) non è distribuita allo stesso modo; anzi alcuni dati fanno comprendere che la forbice tra ricchi e poveri e tra Paesi Ricchi e Poveri va crescendo. Tutto ciò non può garantire una Pace duratura perché non ci può essere pace senza uguaglianza: è un principio di indiscutibile verità. Siccome meglio di tante parole possono parlare le immagini, vediamo questo squilibrio come si presenta. Per questo motivo è stato effettuato uno studio dai ricercatori del Buffet Institute for Global Studies di Evanston (USA), che hanno illustrato la situazione attuale con una mappa.
La rappresentazione grafica è stata realizzata attraverso il calcolo del Coefficiente di Gini, lo strumento più usato per rappresentare la disuguaglianza economica nel mondo.
Il sopracitato coefficente, inventato dallo statistico italiano Corrado Gini serve a misurare la diseguaglianza di una distribuzione, per questo motivo è usato spesso come indice per determinare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o della ricchezza.
Nella legenda il coefficiente è un numero compreso tra 0 ed 1. Con il valore 0 si indica uno stato di equilibrio distributivo, dove tutti percepiscono esattamente lo stesso reddito, invece con il valore 1 si segnala una situazione di massimo squilibrio, dove una persona percepisce tutto il reddito del paese mentre tutti gli altri hanno un reddito nullo.
Uno dei continenti più stabili, da questo punto di vista è l’Europa: la situazione sembra stabile, con “picchi di eguaglianza” in Germania e nei paesi scandinavi.
È l’Africa il continente con le più grandi sacche di povertà ma anche con le contraddizioni più accentuate: basti pensare al Sudafrica, dove l’estrema ricchezza e le bidonville non passano certo inosservate.
Un altro dato interessante è quello riguardante Brasile e Cina: entrambi i paesi sono contraddistinti da una forte crescita economica; a questo però non corrisponde un’equa distribuzione della ricchezza.
Ancora da notare è il Giappone: nonostante abbiano affrontato periodi di crisi economica, tsunami e disastri nucleari, resta uno dei pochi posti al mondo con una distribuzione del reddito più equa tra i vari cittadini.
Riteniamo di fare buona informazione soprattutto per coloro che poco digeriscono (e soprattutto comprendono) le grandi migrazioni. C’è sempre una ragione alla base della povertà e questa non è mai figlia della giustizia.
I nostri Stati (Italia compresa) hanno ancora un atteggiamento politico da predatori (libero mercato senza regole, diritti di proprietà, concessioni private, ecc.) e la differenza è che anche se sono praticamente scomparsi i pirati dai mari, i loro costumi, anche se celati da belle parole ed abiti “civili”, sono rimasti pressoché immutati.
Guido Bissanti