Achillea millefolium
Achillea millefolium
L’Achillea millefoglie (Achillea millefolium L.) è una pianta della famiglia delle Asteraceae, di tipo erbaceo, perenne e aromatica con rizoma ramificato e strisciante e fusto diritto alla cui sommità dei corimbi portano diversi capolini di fiori profumati bianchi o rosati. L’aspetto è densamente cespitoso dato soprattutto dalle foglie tipiche (molto frastagliate in profondità) di questa specie.
Sistematica –
Secondo la classificazione Cronquist l’Achillea millefolium appartiene al Dominio Eukaryota, al Regno Plantae, alla Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae, Sottofamiglia Asteroideae, Tribù Anthemideae, Sottotribù Achilleinae, Genere Achillea, Specie A. millefolium.
Il Millefoglio (o Achillea) è una pianta molto diffusa a carattere polimorfico e quindi considerata dai botanici “di difficile classificazione”. Uno degli studi più approfonditi porta alla definizione di due sottospecie con 11 varietà. Altri tentativi (forse con esiti migliori) sono stati fatti tramite la citogenetica, i cui risultati devono però attendere ulteriori approfondimenti per questa specifica pianta.
Tutta questa diversità nella pianta è il risultato di un processo evolutivo che da specie diploidi abbastanza ben definite e separate, con successive e continue ibridazioni si sono prodotti modelli tetra- ed esaploidi sempre più incostanti e con caratteri intermedi sempre meno distinguibili. Dal punto di vista citogenetico la variante più comune è definita esaploide (2n=54).
Di seguito viene dato un elenco di diverse varietà e sottospecie della pianta presenti sul globo con le rispettive zone di diffusione in base ad uno studio fatto su questa pianta:
Achillea millefolium subsp. millefolium var. millefolium – Europa, Asia;
Achillea millefolium subsp. millefolium var. alpicola – Montagne Rocciose;
Achillea millefolium subsp. millefolium var. borealis – Regioni artiche;
Achillea millefolium subsp. millefolium var. californica – California;
Achillea millefolium subsp. millefolium var. occidentalis – America del Nord;
Achillea millefolium subsp. millefolium var. pacifica – Costa pacifica del Nord America;
Achillea millefolium subsp. millefolium var. puberula – California;
Achillea millefolium subsp. millefolium var. rubra – Monti Appalachi del sud;
Achillea millefolium subsp. chitralensis – Himalaya occidentale;
Achillea millefolium subsp. sudetica – Alpi, Carpazi.
Etimologia –
La tradizione (trasmessaci da Plinio) vuole che Achille curò alcune ferite dei suoi compagni d’arme, nell’assedio di Troia, con tale pianta; da qui il nome del genere. Sembra che sia stato Chirone (suo maestro) ad informarlo delle capacità cicatrizzanti della pianta. Il nome definitivo della pianta fu comunque assegnato da Linneo. Il nome della specie (millefoglie) deriva per le sue foglie profondamente frastagliate; infatti l’epiteto è riferito alle numerose lacinie fogliari che caratterizzano questa pianta.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Achillea millefolium è nativa dell’Europa; cresce nelle regioni temperate in tutto il mondo fino a 2500 metri. Preferisce luoghi assolati, praterie, margini dei viottoli e delle ferrovie; predilige terreni aridi, pietrosi ed acidi.
Specie comune soprattutto nell’Italia settentrionale. Nelle Alpi-Appennini preferisce i pascoli montani o rupi umide. Non soffre la siccità o il freddo, ma evita ambienti troppo umidi. E’ una pianta poco esigente. È una perenne resistente e difficile da eliminare e nei prati, se viene falciata, ricresce più rigogliosa di prima. Non ha alcun bisogno di essere. Viene considerata una infestante ma è più prolifica che competitiva, e non compromette le piante vicine.
Presente in Italia nelle seguenti regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.
Descrizione –
L’ Achillea millefolium è una pianta erbacea perenne, ha radici a rizoma, presenta un fusto villoso, semplice o ramificato, foglioso, ascendente che può raggiungere gli 80 cm di altezza.
Le foglie pelose hanno contorno lanceolato e lineare, hanno una disposizione alterna e presentano un lieve aroma canforato; quelle basali sono normalmente picciolate; mentre le foglie cauline sono sessili.
I fiori sono bianchi o rosa, acheni biancastri. Ha un sapore agro, amaro e raccolti in corimbi capolini densi più o meno ampi. I frutti sono acheni
Coltivazione –
Si tratta di una erbacea di semplice coltivazione, ma estremamente graziosa e utile. Non è quasi mai una protagonista, bensì una comprimaria, indispensabile però per rendere armoniosa e interessante tutta una bordura, grazie alla vastissima gamma di colori, alle sue foglie piumose e al portamento leggero.
Nel Regno Unito, patria della bordura mista, sono tenute da sempre in grande considerazione. Ultimamente si stanno diffondendo sempre di più nel nostro paese perché coniugano una lunga fioritura a limitatissime cure colturali. Inoltre, in particolare alcune specie, sono particolarmente adatte ai terreni secchi e poveri e non temono la siccità. Questa caratteristiche la rendono preziosissima per gli spazi verdi a basso impatto ambientale.
In genere le achillee prediligono le posizioni soleggiate, sviluppandosi senza problemi anche nei luoghi semiombreggiati, purchè ricevano almeno 4-5 ore di sole diretto ogni giorno. Non temono il freddo.
Perché fioriscano bene, con continuità e non incorrano in asfissie radicali è importante che siano posizionate in pieno sole. Generalmente sono sufficienti 6 ore di sole al giorno per ottenere buoni risultati.
Si accontentano delle piogge e possono sopportare senza problemi periodi anche prolungati di siccità; è consigliabile comunque annaffiare le giovani piante da poco poste a dimora, soprattutto durante i periodi molto caldi e siccitosi.
Le piante ben affrancate generalmente non necessitano interventi, è addirittura preferibile lasciarle piuttosto secche visto che una delle poche cause di morte è il marciume radicale.
La coltivazione è piuttosto semplice. Bisogna soltanto rispettare le esigenze di ogni singola specie.
Il terreno di coltivazione deve essere ben drenato, anche sassoso o sabbioso, in modo che l’acqua scorra facilmente e non ristagni danneggiando le radici.
In linea generale prediligono i terreni secchi e poveri, anche sabbiosi o leggermente calcarei. Una condizione indispensabile per vederle prosperare e vivere a lungo è quella di predisporre un ottimo drenaggio. Se il nostro terreno risultasse troppo argilloso e compatto sarà bene lavorarlo a lungo inglobandovi una buona quantità di sabbia di fiume grossolana.
Alcune specie crescono bene anche su terreni sassosi o tra la ghiaia e si adattano quindi meravigliosamente al giardino roccioso.
Alcune varietà (specialmente quella a foglia verde come la filipendulina) prediligono invece terreni leggermente più pesanti e freschi. Facciamo comunque riferimento alle indicazioni più particolareggiate.
La moltiplicazione avviene per seme, in tarda estate o a fine inverno in semenzaio. Le giovani piante si pongono a dimora quando sono alte almeno 20-30 cm. Soffre l’attacco degli afidi e degli acari. L’achillea è sensibile soprattutto all’oidio.
Se dovessero comparire delle macchie bianche polverose sulle foglie sarà bene tagliare la pianta a livello del terreno per stimolarne la nascita di nuove sane. Preveniamo evitando di bagnarle durante irrigazioni e garantendo una buona circolazione dell’aria.
Altri possibili nemici sono gli afidi. Si nota la loro presenza perché causano arricciamenti fogliari o sui nuovi getti. Nel caso di attacchi gravi utilizziamo insetticidi a base di piretrine naturali.
Le Achillee sono tutte molto rustiche e alcune possono addirittura venire coltivate anche ad una altitudine di 1500 metri.
Se vogliamo preservarle al meglio possiamo pacciamare l’area con foglie o paglia, soprattutto se viviamo in aree fredde e abbiamo posto a dimora delle piantine nei mesi autunnali.
Di norma prediligono suoli poveri. Ma se vogliamo concimarle possiamo distribuire all’inizio della primavera un’esigua quantità di concime organico per piante fiorite.
La piantumazione si può effettuare in primavera o in autunno. La prima opzione è preferibile per chi viva in zone con inverni piuttosto temperati: all’arrivo della bella stagione le piantine saranno già piuttosto autonome e avranno sia una migliore crescita vegetativa, sia una copiosa fioritura.
Dove gli inverni siano invece rigidi è bene procedere alla fine di febbraio.
Ad ogni modo, generalmente, i vasetti di perenni sono messi in vendita all’inizio della ripresa vegetativa e, conseguentemente, per molti non vi è scelta.
Per avere un bell’effetto pieno è bene piantumare da 4 a 6 individui per metro quadrato.
Per le cure colturali bisogna tenere conto che si tratta di erbacee poco esigenti. Ci dovremo limitare all’asportazione dei fiori appassiti in maniera che la pianta sia stimolata a produrne altri: in questa maniera eviteremo anche un’eccessiva autodisseminazione che, alle volte, la rende invasiva (soprattutto la millefolium).
Alla fine dell’inverno si dovrà rimuovere tutto il secco per stimolare la nuova produzione di foglie e steli.
La divisione dovrebbe avvenire, verso marzo, di regola ogni 3-5 anni, quando i cespi risultino troppo compatti o rischino di invadere spazi dedicati ad altre essenze.
I suoi oli essenziali repellono alcuni insetti e ne attraggono altri, e questa funzione selettiva è utile nel bilancio della biodiversità delle fasce vegetazionali dove la pianta risiede. La rimozione improvvisa della pianta può avere effetti negativi sulla comunità biotica.
Usi e Tradizioni –
Considerata la sua similarità ad alcune proprietà della Camomilla anche l’Achillea millefolium risulta indicata nel trattamento dei dolori e dei bruciori allo stomaco. Grazie alle sue capacità antispasmodiche e antinfiammatorie può inoltre essere utilizzata per la salute del tratto digerente.
Altre possibili indicazioni per l’Achillea millefolium sono il trattamento dei dolori mestruali causati da dismenorrea, delle emorroidi e delle ragadi anali. Sempre ad uso interno questa pianta si rivela efficace nel trattamento di vene varicose e flebiti.
L’Achille millefolium favorisce inoltre la ripresa degli occhi arrossati e congestionati, il trattamento dei dolori reumatici e accelera il processo cicatriziale delle ferite.
Sempre ad uso esterno si rivela utile per la sua azione rassodante, astringente, antiseborroica e lenitiva. Utilizzabile quindi contro pelli secche e screpolate, ragadi al seno, acne e piaghe.
L’Achillea millefolium è una pianta erbacea che cresce spontaneamente in tutta Italia soprattutto nelle zone prative. Secondo un’antica tradizione fu Achille a scoprire la proprietà cicatrizzante di questa pianta.
Infatti egli la usava per le cura delle numerose ferite riportate dopo ogni battaglia. Nella medicina popolare, l’Achillea veniva usata come tonico, febbrifugo, antispasmodico, astringente, cicatrizzante e contro le emoraggie mesturali. Al giorno d’oggi l’Achillea viene utilizzata soprattutto per le sue proprietà antispasmodiche, ipotensive, antipiretiche ed emostatiche ma il suo consumo è esteso anche per lenire i disturbi genitali femminili, dovuti a flussi mestruali irregolari, e digestivi. L’Achillea è inoltre indicata nei casi di amenorrea, dismenorrea; metrorragie, dispepsia gastrointestinale e spasmi delle vie digestive e uterine. Gli estratti di Achillea possono essere impiegati durante i bagni per i loro effetti calmanti e lenitivi della pelle e delle mucose. L’olio essenziale viene usato nei preparati per creme e shampoo.
In farmacopea si è scoperto che i principi attivi presenti nella pianta sono: olio essenziale (costituito da composti terpenici come il cineolo, pinene, tujone, borneolo ecc), azulene, achilleina, acido valerianico.
In cosmetica viene utilizzata sottoforma distillata con acqua e per la presenza di azulene viene usata alla stessa stregua della camomilla.
Con l’Achillea si preparano anche ottimi liquori tonificanti e digestivi.
I semi vengono racchiusi in un sacchetto di cotone e messi nelle botti per migliorare la conservazione del vino.
Tutte le Achillee sono piante aromaticamente amare ma non velenose. Le piante di questo genere vengono utilizzate anche per abbellire giardini con la formazione di bordure e aiuole.
In Irlanda la pianta veniva adoperata per scacciare il malocchio, le malattie e per la cura della bellezza; un canto gaelico recita” coglierò la verde Achillea cosicchè la mia figura possa sempre essere più piena, la mia voce più dolce, le mie labbra come il succo della fragola. Ferirò ogni uomo, ma nessun uomo potrà ferire me” Il canto riassumeva le proprietà riconosciute a questa pianta.
Spesso utilizzata nei rimedi fitoterapici e nelle soluzioni omeopatiche; fiori e foglie sono le parti maggiormente utilizzate, ricche di polifenoli flavonoidi.
Oltre all’assunzione secondo i criteri fitoterapici è possibile in alternativa sfruttare le proprietà curative dell’Achillea millefolium seguendo i dettami omeopatici. Per chi sceglie il trattamento omeopatico, nel caso di vene varicose è indicata l’assunzione di 10-15 gocce di soluzione a 2D ogni 3 ore, con i tempi di somministrazione che andranno dilatati in maniera progressiva al migliorare della sintomatologia.
Contro i disturbi gastrici l’indicazione di massima è di assumere 10 gocce in soluzione a 6CH ogni 3 ore, mentre per occhi arrossati e congestionati si assumeranno 10 gocce a 4CH per 6 volte al giorno. Al migliorare dei sintomi dilatare i tempi di somministrazione come visto in precedenza.
È tuttavia in ogni caso consigliabile il consulto con il proprio medico omeopata, così da valutare insieme l’utilizzo più opportuno del rimedio e la possibilità di scegliere una soluzione omeopatica alternativa. Il vostro referente saprà inoltre indicarvi i trattamenti migliori anche per le altre patologie qui non espressamente indicate.
Esistono alcune possibili controindicazioni riguardo l’utilizzo di Achillea Milleforium, legate perlopiù alla sfera farmacologica. Vengono segnalate possibili interazioni con farmaci anticoagulanti e per il controllo della pressione arteriosa: in caso di assunzione se ne sconsiglia l’impiego.
Altre possibili reazioni indesiderate possono essere legate, a causa di una possibile ipersensibilità specifica, alla presenza di lattoni sesquiterpenici e di tracce di tuione.
Potrebbe confondersi con Achillea collina (Becker ex Rchb. f.) Heimerl che però è sparsamente pelosa, capolini più piccoli, le foglie con lacinie strette e minori (1,5 mm) con contorno dei lati ± paralleli e segmenti lineari più densi.
Modalità di Preparazione –
L’achillea millefolium viene raccolta da sempre per entrare a far parte di decotti, tisane o anche per la distillazione. Il profumo e sapore risultano molto dolci e delicati, piuttosto simili a quelli della camomilla.
Si raccolgono sia le foglie sia le infiorescenze.
È quella più comunemente ricercata a scopi medicinali. Per ottenere il principio attivo, l’achilleina, si raccolgono le parti aeree e si fanno essiccare al sole. Viene poi impiegata per la cura di problematiche legate alla circolazione sanguigna, perché agisce come antispasmodico del sistema vascolare, e per influenzare la funzione digestiva del fegato.
Vengono in ogni caso impiegate piuttosto frequentemente anche l’achillea ptamica e la moschata.
La prima può essere consumata anche cruda, mescolata all’insalata, cui conferisce un particolare sapore piccante.
La seconda, ridotta in polvere viene impiegata per ottenere delle tisane efficaci contro le affezioni dell’apparato respiratorio.
Nota è la tintura madre di achillea. I fiori e le foglie di Achillea millefolium contengono olio essenziale (azulene, camazulene, ß-pinene, cariofillene), flavonoidi, acidi organici (caffeico e salicilico), tannini idrolizzabili, steroli, lattoni, cumarine. Questi principi attivi conferiscono alla pianta proprietà astringenti, antinfiammatorie ed emostatiche.
Per uso interno, la tintura madre di achillea è impiegata per arrestare le emorragie, e vari problemi di sanguinamento dovuti a gengivite, mestruazioni abbondanti o emorroidi.
La soluzione idroalcolica di questa pianta è usata anche come rimedio antispasmodico, in quanto aiuta a rilassare la muscolatura liscia, in presenza di dolori mestruali, colite associata a crampi addominali; mentre per le proprietà stomachiche, viene usata per favorire la funzionalità digestiva ed epatica.
Inoltre la presenza della flavonoidi (in particolare la vitexina) conferisce alla pianta un’azione riequilibrante del sistema ormonale femminile, utile per tutti quei sintomi connessi alla fase premestruale, associati a nervosismo, irritabilità, sbalzi d’umore, debolezza.
La tintura madre di achillea può essere usata anche per uso esterno per schiarire progressivamente le macchie brune presenti sulla pelle dovute a un alterato metabolismo dei melanociti.
Si pensa che questa proprietà schiarente sia conferita alla pianta dai glucosidi cianogenetici e dai flavonoidi che partecipano attivamente come trasportatori di idrogeno, ai processi ossidoriduttivi, principalmente nei confronti della tirosina.
Vediamo come si prepara la tintura madre di achillea.
La “droga” (parte utilizzata) corrisponde alle foglie e fiori freschi, dette anche sommità fiorite, raccolti da giugno a settembre. Si utilizza la pianta fresca, poiché secca perde buona parte delle sue proprietà.
La tintura madre di achillea si prepara con rapporto in peso droga: solvente di 1:10 e gradazione alcolica di 45% vol.
Le tinture madri non presentano controindicazioni se non quelle della pianta stessa, diluite in poca acqua possono essere somministrate a tutti. L’alcol in esse contenuto viene così diluito, per cui risulta innocuo. Non deve essere utilizzata nei casi di allergie, per la presenza di lattoni sesquiterpenici.
Non dovrebbe essere assunta da bambini per la presenza di tuione. Può interferire con farmaci anticoagulanti e quelli per il controllo della pressione arteriosa.
Per uso interno: 30-50 gocce diluite in mezzo bicchiere d’acqua, 2 – 3 volte al giorno, dopo i pasti principali. La posologia max giornaliera consigliata è di 120 gocce.
Per uso esterno: impregnare una garza e bagnare la cute dove sono presenti le macchie brune, due volte al dì.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.