Urtica dioica
Urtica dioica
L’ortica (Urtica dioica L.) è una pianta erbacea perenne, nativa dell’Europa, dell’Asia, del Nord Africa e del Nord America, ed è la più conosciuta e diffusa del genere Urtica. Possiede peli che, quando toccati, espellono un fluido che causa bruciore e prurito a uomini e animali.
La pianta è nota per le sue proprietà medicinali, per la preparazione di pietanze e, una volta, per il suo esteso uso nel campo tessile.
Sistematica –
Secondo la Classificazione Cronquist, l’Ortica dioica appartiene al Dominio Eukaryota, al Regno Plantae, alla Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Urticales, Famiglia Urticaceae, al Genere Urtica e alla Specie U. dioica.
Etimologia –
Il nome ortica deriva probabilmente dal latino urere (urtīca), bruciare, a indicare l’effetto delle sostanze irritanti contenute nei peli.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’U. dioica è ampiamente diffusa in Europa, la maggior parte dell’Asia, Nord Africa e Nord America. In Italia si trova in tutte le regioni; negli incolti, boschi, aree antropizzate, bordo strada, luoghi a mezz’ombra su terreni ricchi di nitrati, dal piano fino a 1.800 (2.300) m di altitudine. Difficile trovarla nei coltivi mal sopportando la lavorazione del terreno dove è facile incontrare Urtica urens L.
Si trova usualmente nei campi e nei terreni incolti, prediligendo luoghi umidi e ricchi di azoto, meglio se ombrosi, come le radure dei boschi, i bordi dei corsi d’acqua (specialmente quelli inquinati), attorno alle rovine di abitazioni. Sulle Alpi è comune nei campi concimati da letame.
Spesso condivide lo stesso habitat con altre erbe, come l’artemisia, la malva, il sambuco e la parietaria.
Descrizione –
L’ortica è una pianta erbacea perenne, decidua, alta tra i 30 e i 250 centimetri. Ha un fusto eretto, densamente peloso, striato e, in alto, scanalato a sezione quadrangolare poco ramificato di un diametro tra i 3 e i 5 millimetri.
La pianta si diffonde anche grazie al vigoroso rizoma strisciante, cavo e molto ramificato, da cui nascono nuove piante.
Le foglie sono grandi, ovate e opposte, lanceolate, seghettate e acuminate, verde scure nel lato superiore, più chiare e pelose nel lato inferiore. La lamina è lunga fino a due volte il picciolo.
Fiori maschili
Come marcato nel nome, l’U. dioica è una pianta dioica: i fiori femminili e quelli maschili sono portati da piante distinte. I fiori femminili sono raccolti in lunghe spighe pendenti, mentre i fiori maschili sono riuniti in spighe erette. Entrambi hanno quattro tepali che racchiudono i quattro stami (nei fiori maschili) o l’ovario (nei fiori femminili).
Dai fiori femminili si sviluppa un achenio ovale, con un ciuffo di peli all’apice, lungo fino a 1,3 mm e largo fino a 0,9 mm, che contiene i semi.
Coltivazione –
Le piante del genere Urtica sono utilizzate e coltivate dall’uomo sin dall’antichità per la produzione di fibre, per le loro applicazioni medicinali e per la preparazione alimentari.
Essendo considerata un’infestante la troverete difficilmente in vendita nei vivai, ma se la vedete in qualche fosso o ancora meglio nel vostro giardino che cresce grazie ai semi portati dal vento, approfittatene per coltivarla.
Oltre a migliorare la popolazione degli insetti benefici, la presenza delle ortiche nell’orto vanta molte altre funzioni auspicabili.
La crescita delle ortiche è un indicatore parecchio significativo dell’elevata fertilità del terreno, soprattutto di fosforo e nitrati.
Le ortiche contengono molto azoto e quindi sono utilizzate come un ingrediente del compost (a livello casalingo) o come fertilizzante liquido che, nonostante sia povero di fosfati, è comunque una buona fonte di magnesio, zolfo e ferro.
Le ortiche rientrano anche tra le poche piante che tollerano, anzi prosperano, sui terreni ricchi di pollina (che, se in eccesso, impedisce lo sviluppo della flora).
Recenti esperimenti hanno dimostrato che le ortiche rappresentano una flora benefica per le altre cultivar grazie al loro impatto positivo sulla micro e macro fauna dell’orto.
D’altro canto, l’ortica può divenire un’erba infestante e la sua falciatura può aumentarne drasticamente la popolazione. La lavorazione regolare e persistente del terreno (zappettatura) può ridurre notevolmente in numero degli esemplari di ortica. Vedi la scheda di coltivazione.
Usi e Tradizioni –
L’ortica ha una lunga storia nel campo tessile per la produzione di fibre, utilizzate per vestiti, carta, teli, sacchi e cordami. In Danimarca sono stati scoperti sudari funebri, risalenti all’età del bronzo, prodotti con la fibra dell’ortica. La coltivazione industriale iniziò dal 19º secolo, e durante la prima guerra mondiale fu utilizzata in Europa come sostituto al cotone; ma con l’arrivo di tessuti più economici, la coltivazione di ortica terminò dopo la seconda guerra mondiale. Dagli anni ’90 industrie tessili in Austria, Germania, Lettonia e Finlandia hanno avviato alcune ricerche per riprendere la produzione dei tessuti dall’ortica.
Gli steli legnosi degli esemplari adulti sono macerati, disidratati e battuti, ottenendo così fibre che possono essere separate a mano per tessere stoffe (ramia) simili alla canapa o al lino.
Le foglie verdi, che contengono grandi quantità di clorofilla, erano usate per la colorazione dei tessuti delicati.
U. dioica e altre specie di Urtica sono utilizzate contro le artriti sin dall’Antico Egitto. Usi medicinali dell’ortica sono riportati da Theophrastus, Plinio il Vecchio, Ippocrate e numerosi antichi greci: i soldati romani, ad esempio, la utilizzavano per trattare la stanchezza muscolare e i reumatismi. Diversi usi della pianta sono stati descritti su testi di medicina e botanica, dal medioevo fino ai giorni nostri.
Sin dall’antichità godeva di grande prestigio. Albrecht Durer (1471 – 1528) dipinse un angelo che vola verso il trono del Signore reggendo in mano un’Ortica. Il parroco svizzero Kùnzle osserva nei suoi scritti che l’Ortica sarebbe già estirpata se non si difendesse producendo quella nota irritazione cutanea a chi ne viene a contatto. Gli insetti ed altri animali l’avrebbero già fatta scomparire.
Le applicazioni sfruttano le proprietà stimolanti e irritanti dei peli, e includono il trattamento di anemie, reumatismi, artriti, eczemi, asma, infezioni della pelle, dolori intestinali, oppure sono tradizionalmente impiegate come shampoo per la calvizie, o contro le emorroidi e la gotta.
Studi moderni provano l’efficacia dell’uso medicinale di U. dioica e U. urens contro artriti, reumatismi, riniti allergiche, infezioni del tratto urinario, problemi cardiovascolari e per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna.
Le ortiche sono usate in cucina dai tempi dei Greci e dei Romani in tutta Europa, e costituiscono ancor oggi un alimento diffuso nelle aree rurali. I germogli e le foglie ancora tenere si raccolgono in primavera, prima della fioritura. La cottura distrugge i peli urticanti.
L’ortica contiene una quantità significante di minerali, come calcio, ferro e potassio, vitamine (vitamina A, vitamina C), proteine e amminoacidi, che ne fanno un alimento ad alto valore nutritivo, adatto ad esempio a diete vegetariane. I valori nutrizionali variano a seconda del periodo di raccolta e diminuiscono con la preparazione e la cottura. È sconsigliata a pazienti diabetici, alle donne in gravidanza o durante l’allattamento.
Le foglie e i germogli si usano nei risotti, nei minestroni, nelle frittate e nelle frittelle; con l’ortica si fa una torta salata (“torta d’erbe”) nel centro-nord d’Italia, mentre nei paesi scandinavi costituisce l’ingrediente principale di una zuppa.
In Agricoltura il macerato di U. dioica e U. urens viene utilizzato nell’agricoltura biologica per tenere lontani gli insetti, prevenire alcune malattie come l’oidio e la peronospora, rafforzare la resistenza delle piante e, come pacciamatura, per migliorare la qualità dell’humus.
L’Ortica è una delle migliori piante medicinali che possediamo. Se l’umanità sapesse quant’ è grande il suo potere curativo, non coltiverebbe altro.
Purtroppo solo pochissime persone lo sanno. L’ortica è medicamentosa dalla radice allo stelo, alle foglie fino al fiore.
L’Ortica è la nostra migliore pianta medicinale depuratrice del sangue e contemporaneamente antianemica. Avendo inoltre una buona influenza sul pancreas, la tisana di Ortica fa calare il tenore in zucchero nel sangue. Guarisce inoltre le malattie e le infezioni delle vie urinarie e la ritenzione patologica dell’urina.
La tisana di ortica (preparata con i giovani germogli) è una delle bevande più antiche. Il sapore di questa tisana del resto non è affatto cattivo. La si beve senza zucchero. Ma le persone un po’ delicate possono mescolarvi anche un tantino di Camomilla o Menta per migliorarne il sapore. La medicina popolare raccomanda di bere la tisana di Ortica per la durata di diverse settimane contro i disturbi al fegato e alla bile e contro le malattie della milza, persino nei tumori alla milza, nei catarri gastrici e bronchiali, nei crampi e nelle ulcere allo stomaco, nelle ulcere all’intestino e nelle malattie polmonari. Per conservare i preziosi principi attivi, l’Ortica viene soltanto scottata. Nella cura preventiva, durante tutto l’anno, si beve una sola tazza di tisana di Ortica al giorno. Essa si dimostra di grande aiuto anche nelle malattie virali e nell’eliminazione batterica.
A partire da una certa età diminuisce il contenuto in ferro nell’organismo. Di conseguenza si manifestano degli stati di stanchezza e di esaurimento, ci si sente vecchi e meno capaci. In questi casi porterà a degli ottimi risultati l’uso dell’Ortica fresca che contiene del ferro. Essa ci aiuta a superare questa situazione difficile. Dopo una cura a base di Ortica si ricuperano rapidamente le forze, tornano l’energia e la voglia di lavorare; anche l’aspetto esterno migliora.
Nell’idropisia l’Ortica aiuta mediante una forte diuresi. Attraverso le sue sostanze antianemiche essa giova a chi soffre di clorosi, anemia, e di altre affezioni gravi del sangue. Insieme ad altre erbe medicinali ci si serve con successo dell’Ortica anche nella leucemia. Chi soffre di una qualsiasi allergia (come ad esempio raffreddore da fieno), beva per un periodo prolungato la tisana d’Ortica.
L’Ortica libera dalla predisposizione ai raffreddori e dà sollievo nelle malattie gottose e reumatiche.
La tintura d’Ortica, facile da preparare da soli, scavandone in primavera o in autunno le radici, è particolarmente benefica per qualsiasi tipo di capello.
Modalità di Preparazione –
Scottare un cucchiaino da dessert colmo di Ortica con 1/4 di litro d’acqua e lasciare riposare il tutto per breve tempo.
Spazzolare e tritare le radici scavate in primavera o in autunno e introdurle in una bottiglia fino al collo. Versatavi sopra dell’acquavite di grano di 38 – 40° C la si lascia in un luogo riscaldato. Quattro manciate abbondanti di radici ben lavate e spazzolate e rispettivamente di Ortica fresca (stelo e foglie) vanno lasciate macerare per una notte in 5 litri d’acqua e riscaldate quindi fino all’ebollizione. Immergetevi i piedi per 20 minuti alla temperatura più alta sopportabile. Le Ortiche rimangono nell’acqua durante il pediluvio. La soluzione può essere riutilizzata, dopo averla nuovamente riscaldata, altre 2 o 3 volte.
Da 8 a 10 manciate di Ortica fresca o essiccata vanno immerse in 5 litri d’acqua fredda e portate lentamente ad ebollizione su piccola fiamma. Lasciare riposare il tutto per cinque minuti. Servendovi invece delle radici, ne mettete due manciate a macerare in acqua fredda per una notte, riscaldate il tutto fino all’ebollizione il giorno seguente lasciando quindi riposare per 10 minuti.
Nell’alimentazione, un tempo molto utilizzata, l’ortica è pian piano scomparsa dalle nostre tavole, forse per la difficoltà di reperirla, per chi non abita in campagna, o perché è un po’ complicata da maneggiare. Invece l’ortica è un’ottima pianta dalle mille virtù, ricca, come visto, di vitamina C, ferro, potassio, calcio, manganese, silicio oltre ad acido folico ha effetti diuretici e depurativi sul nostro organismo.
L’ortica si raccoglie in primavera, utilizzando un paio di guanti di gomma si raccolgono i getti più giovani e le foglie più tenere.
L’ortica si presta a molte preparazioni, può essere lessata, sminuzzata e utilizzata nelle frittate, minestre, risotti o per preparare gustosi gnocchetti bastano infatti pochi minuti di bollitura perché non sia più urticante.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.