Sesamum indicum
Sesamum indicum
Il sesamo (Sesamum indicum L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Pedaliaceae con origini in India ed Africa; di questa pianta si utilizzano i semi nell’alimentazione umana.
Sistematica –
Il sesamo, dal punto di vista sistematico, appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Scrophulariales, Famiglia Pedaliaceae e quindi al Genere Sesamum ed alla Specie S. indicum.
Etimologia –
L’epiteto del genere deriva da Sesamum e quindi dall’arabo sémsem, in assonanza con l’ebraico sémen: olio. Il termine specifico indicum, proviene invece da India o Indie per la presunta zona di origine.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La distribuzione originaria del Sesamum indicum è di fatto tra Africa tropicale orientale ed Indie, tant’è che è coltivata in medio oriente dai primordi della storia. Si ritiene che la coltivazione del sesamo sia la più antica coltivazione di semi oleosi dell’umanità. Anche se la zona d’origine della pianta è incerta numerose specie selvatiche sono comuni in Africa e alcune altre in India.
Descrizione –
Il Sesamum indicum è una pianta annuale con taglia tra i 50 ed i 100 cm di altezza; possiede foglie lanceolate molto lunghe. I fiori del sesamo sono bianchi e tubolari lunghi dai 3 ai 5 cm. I semi di questa pianta sono piccoli, bianchi o neri, a seconda delle varietà. Esistono varietà di sesamo bianco ed altre di sesamo nero.
Coltivazione –
La coltivazione del Sesamum indicum è tra le più antiche pratiche; la coltivazione del sesamo viene attuata ancora oggi per estrarre dai suoi semi l’olio, un olio pregiato altamente stabile che non irrancidisce in presenza di freddo o di umidità. È coltivato soprattutto in Medio Oriente da migliaia di anni come testimoniano il ritrovamento di molti antichi torchi che servivano per macinare i piccoli semi e per estrarne l’olio. Per quanto riguarda la tecnica di coltivazione è semplice ed è possibile anche alle nostre latitudini specie nell’Italia meridionale. E’ una pianta rustica che si adatta a condizioni difficili come la siccità, il calore e il vento tipiche delle regioni aride e assolate dalle quali proviene.
Usi e Tradizioni –
Il Sesamum indicum è famoso nella letteratura mediorientale ed è diventata celebre la frase “apriti sesamo!” nel racconto “Ali Babà e i 40 ladroni” dal libro “Le mille e una notte”. I piccoli semi del sesamo vengono usati, come migliaia di anni fa, per guarnire focaccine, panini, grissini e per insaporire barrette dolci rese più gustose dai semi di sesamo. In Medio Oriente sono numerose le ricette che insegnano a preparare una pasta al sesamo per arricchire dolci e anche secondi piatti. Per es. la tahina è una pasta di semi di sesamo tostati e macinati chiamata anche burro di sesamo o crema di sesamo ed ha un sapore che ricorda quello delle noci.
Nelle rovine dell’antica Babilonia scavi archeologici hanno trovato dei resti carbonizzati di semi di sesamo datati 4000 anni fa. Già gli antichi Egizi conoscevano questi semi; nel famoso “Papiro di Ebers” di 3600 anni a.C. i semi del sesamo sono citati nella lista delle droghe medicinali. Altri reperti archeologici nella zona dell’odierna Turchia hanno accertato che questo seme veniva usato per estrarne l’olio già nel 2750 a.C. Alcuni studiosi ritengono che il sesamo, proveniente dalla Mesopotamia, attorno all’anno 2000 a.C., sia giunto in India e qui la selezione prodotta dall’uomo abbia creato quelle varietà domestiche che oggi vengono coltivate. Secondo altri si pensa che sia stata l’Asia, ed in particolar modo la Cina, a iniziare prima ad usare e poi a coltivare il sesamo.
I soldati romani, per acquistare maggiore energia e forza fisica, mangiavano semi di sesamo e miele e Plinio consigliava i semi di sesamo contro il vomito e la dissenteria.
In Sicilia la coltivazione del sesamo giunse durante la dominazione araba (827-1072) e quindi questa coltura vanta una lunga tradizione storica in special modo nelle provincie di Agrigento, Ragusa, Palermo e Trapani. Purtroppo oggi la coltivazione del sesamo, come tante altre, è in declino.
Modalità di Preparazione –
I semi del sesamo entrano in diverse preparazioni culinarie, in particolare come condimento per il pane siciliano e in pasticceria. Aggiunto a insalate, piatti di riso, di pasta, di verdure, conferisce una nota di sapore particolarmente gradevole. I semi essiccati si conservano in luogo asciutto in sacchetti di carta o di tela. A causa del suo elevato contenuto di grassi, il sesamo può irrancidire facilmente. Quindi va fatta attenzione nell’acquisto controllando che non abbia odore di rancido.
I semi di sesamo sono ricchi di olio. In Sicilia il sesamo (chiamato “giuggiulena o ciminu”) viene aggiunto al pane e si usa per produrre una varietà di croccante. Nella cucina coreana i semi si utilizzano per preparare piatti tipici, come il bulgogi e il sannakji. Dai semi, inoltre, si ricava la tahina, condimento tipico della cucina mediorientale. Semi di sesamo nero, soli o mescolati con sesamo bianco, possono essere utilizzati per formare la crosta esterna del sushi uramaki.
Interessante è il suo valore energetico che è pari a 568 kcal per 100 g di prodotto. Il sesamo, a causa della presenza di alcune proteine (Bet v1, Ses I1, Ses I2 e Ses I3), può essere causa di allergia alimentare.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.