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Castanospermum australe

Castanospermum australe

Il fagiolo nero (Castanospermum australe A.Cunn. ex Mudie 1829) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Fabaceae.

Sistematica –
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Fabales,
Famiglia Fabaceae,
Sottofamiglia Faboideae,
Tribù Sophoreae,
Genere Castanospermum,
Specie C. australe.
Sono sinonimi i termini:
– Castanospermum australe A. Cunn. & C. Fraser, (1830);
– Castanospermum australe A. Cunn. & C. Fraser ex Hook.;
– Castanospermum australe var. australe Hook.;
– Castanospermum australe var. brevivexillum F.M.Bailey;
– Castanospermum brevivexillum Domin;
– Castanospermum cunninghamii J.M.Wood.

Etimologia –
Il termine Castanospermum proviene dal latino “Castanea”, castagno e dal greco “σπέρμα”, sperma, per i semi che assomigliano alle castagne per forma e colore.
L’epiteto specifico australe viene dal latino australis, auster, austro nome del vento proveniente dall’emisfero australe, in quanto la specie è stata scoperta in Australia.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Castanospermum australe è una pianta originaria delle foreste pluviali costiere e delle spiagge dell’Australia, dal Nuovo Galles del Sud fino all’Iron Range, dalla penisola di Cape York, sulla costa del Queensland, fino a 150 km a ovest delle montagne Bunya.
La pianta è presente anche nelle isole del Pacifico di Vanuatu, della Nuova Caledonia e dell’isola della Nuova Britannia (Papua Nuova Guinea); inoltre è stata diffusa dall’uomo in India, in Africa e in altre aree tropicali e subtropicali del mondo, principalmente come pianta ornamentale.
Tuttavia studi antropologici hanno mostrato che l’areale di distribuzione della specie è stata molto influenzata dalle popolazioni preistoriche che, tra 40.000 e 65.000 anni fa, cominciarono a colonizzare l’Australia.
Ciò fu possibile, durante le glaciazioni del Pleistocene, perché lo stretto di Torres era emerso dal mare. Il mare tornò a occupare lo stretto tra 12000 e 8000 anni fa e l’Australia rimase a lungo isolata, anche se gli aborigeni australiani commerciavano con gli abitanti delle isole dello stretto.
Il suo habitat in natura è quello dei terreni umidi, fertili e ben drenati, su terrazze, sul fianco di montagne nella foresta pluviale o lungo le rive di fiumi e dei torrenti dal livello del mare fino a 800 m di quota.

Descrizione –
Il Castanospermum australe è un albero sempreverde, con una chioma molto densa di fogliame abbondante, verde scuro e lucido che cresce fino a 40 m e con un diametro del fusto fino a 1,2 m; le sue radici vivono in simbiosi con alcuni batteri del suolo che formano noduli all’interno delle quali è fissato l’azoto atmosferico per essere utilizzato, in parte, dalla pianta in crescita.
Il fusto è caratterizzato da una corteccia grigiastra molto scura, leggermente ruvida e sorregge una chioma molto densa per l’abbondante fogliame verde scuro e lucido. I rami presentano numerose e appariscenti lenticelle che assicurano gli scambi gassosi tra i tessuti interni della pianta e l’ambiente esterno.
Le foglie sono disposte in modo alterno; sono composte, imparipennate, lunghe 20-35 cm, con 8-17 foglioline, a margine intero, sorrette da piccioli lunghi 0,4-0,7 cm. Le lamine fogliari sono ellittiche, talora di forma ovale, circa 8-17 x 3-6 cm, spesso disuguali alla base, color verde lucido sulla pagina superiore.
Le foglie e i rametti sono velenosi e se schiacciati odorano di cetriolo o di zucchina.
In natura sui rami e sul tronco, nei mesi di ottobre-novembre, compaiono grandi infiorescenze, lunghe fino a 15 cm, su pedicelli sottili di circa 2,5 cm. I fiori, sono grandi 4-5 cm, molto attraenti e presentano la caratteristica forma papilionacea. Il calice è giallastro, campanulato, con 5 lobi all’apice, debolmente ricoperto da peluria bruna. La corolla è formata da petali coriacei, gialli che virano al rossastro fino ad arancio intenso a completa fioritura. Il petalo superiore (vessillo) è lobato all’apice e misura 3-4 x 3 cm. Gli stami sono di colore giallo, di norma in numero di dieci, tutti liberi, ricurvi, di circa 0,4 x 0,15 cm. L’ovario, su peduncolo lungo circa 1,5-2 cm, porta 3-4 ovuli. Lo stilo è lungo 1-2 cm, glabro con stimma terminale.
I fiori sono ricchi di polline e di nettare e in natura sono impollinati da lorichetti come Trichoglossus haematodus (Linnaeus, 1771), da farfalle e talora anche dal pipistrello “volpe volante dagli occhiali” (Pteropus conspicillatus Gould, 1850) ghiotto di nettare. Il nettare è abbondante e talora i pappagalli, molto golosi, possono intossicarsi.
I frutti sono grandi e legnosi, sono baccelli di forma cilindrica, 15-25 x 4-5 cm.
Al loro interno sono presenti 3-5 semi rotondi o compressi, grandi 3-5 cm, di color marrone che si formano da marzo a maggio. Spesso sono presenti in abbondanza sul terreno sotto i grandi alberi. I baccelli sono galleggianti e l’esposizione all’acqua salata non ostacola la germinazione dei semi.

Coltivazione –
Il Castanospermum australe è un albero i cui semi sono un alimento di base tradizionale degli aborigeni australiani e vengono anche raccolti allo stato selvatico da altre persone. L’albero è più attraente nel periodo della fioritura con spruzzi di fiori rosso-arancio e anche quando porta i suoi grandi frutti pendenti, cilindrici, simili a fagioli.
Per questo motivo viene quindi spesso piantato come ornamentale nelle zone temperate calde e tropicali.
In coltivazione la pianta sviluppa una chioma tondeggiante e densa raggiungendo un’altezza di 8-20 m con un’apertura di 4-8 m. È, pertanto, un albero da ombra ideale nei viali stradali, nei parchi e nei giardini. L’esteso apparato radicale e la sua preferenza per i terreni umidi, lo rende un albero utile per stabilizzare le sponde dei corsi d’acqua, tuttavia, a causa del suo ampio apparato radicale, non dovrebbe essere piantato entro 10 metri da tubazioni, fognature, fondamenta di case, garage o piscine.
Il Castanospermum australe è un albero di climi tropicali e subtropicali umidi e di pianura, cresce meglio a un’altitudine compresa tra 50 e 750 metri ed in aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 20 e 32 °C, ma può tollerare temperature comprese tra 10 e 41 °C.
Preferisce una piovosità media annuale compresa tra 1.600 e 3.200 mm, ma tollera 1.000 e 3.800 mm.
Dal punto di vista pedologico richiede un terreno di alta qualità molto ben drenato ma umido e una posizione molto soleggiata quando viene coltivato in aree più fresche del suo clima naturale; inoltre preferisce un pH compreso tra 5 e 6, tollerando 4,5 e 6,5.
È anche una pianta da interno ampiamente disponibile nei fiorai e nei vivai. Tollera la luce bassa e filtrata fino al pieno sole se adattata gradualmente.
Tra le avversità segnaliamo i possibili attacchi delle cocciniglie e delle psille. Per evitare problematiche di questo tipo, è bene utilizzare durante l’inverno un prodotto antiparassitario a largo spettro.
Evitare l’eccessiva irrigazione perché può causare marciume alle radici per lo sviluppo di funghi.
I fiori, che vengono prodotti sul legno vecchio, sono ricchi di nettare e sono impollinati dai pappagalli in natura. La pianta ha una relazione simbiotica con alcuni batteri del suolo, questi batteri formano noduli sulle radici e fissano l’azoto atmosferico. Parte di questo azoto è utilizzato dalla pianta in crescita, ma parte può essere utilizzata anche da altre piante che crescono nelle vicinanze.
La propagazione di questa specie si fa da seme fresco e la germinazione richiede una temperatura di 18-25 °C.
La semina si esegue in vasi singoli utilizzando una miscela di tre parti di sabbia di fiume e una parte di perlite.
Dopo la formazione delle prime coppie di foglie è necessario eseguire il trapianto in un letto di terreno ben sciolto e umido, con pH leggermente acido.
È opportuno fare una pacciamatura intorno alla base della pianta e annaffiare regolarmente.

Usi e Tradizioni –
Il Castanospermum australe è l’unica specie del genere Castanospermum e della tribù Sophoreae. Questa specie è stata scoperta in Australia a Cooktown (Nord Queensland) nel 1770 dai botanici Daniel Solander (1733-1782) e Joseph Banks (1743-1820).
La pianta ha alcuni nomi comuni tra cui: fagiolo nero, castagno della baia di Moreton, albero dei fagioli.
Gli aborigeni, nella loro dieta, facevano largo uso dei semi di C. australe e spesso li conservavano sottoterra per diversi mesi e, molto probabilmente, facendo in questo modo sono stati responsabili della diffusione della specie oltre il suo areale originario. Ciò spiega l’attuale presenza di questa specie nella parte settentrionale del Nuovo Galles del Sud.
Tuttavia, siccome i semi sono velenosi e possono causare gravi disturbi gastrointestinali, gli aborigeni li utilizzavano solo dopo un particolare trattamento. Venivano, infatti, tagliati a fette e lavati in acqua corrente per diversi giorni, circa dieci, quindi tostati e frantumati per ricavarne farina. Oltre che per la sua importanza come alimento, l’albero di fagioli neri era, per quei popoli, un punto di raccolta stagionale e questo fungeva da catalizzatore per le cerimonie. Inoltre, usavano la corteccia per creare trappole per pesci e animali e i baccelli vuoti erano usati dai ragazzi come barche giocattolo.
Questa pianta, per via del colore delle sue appariscenti infiorescenze e per l’ombra della sua chioma, è una specie molto utilizzata come pianta ornamentale in tutto il mondo.
Come pianta da vaso C. australe è una specie diffusa in Europa e nelle Americhe, ma le sue radici devono essere limitate in un contenitore per evitare che cresca troppo in altezza.
La tossicità della pianta e dei suoi semi deriva dall’alcaloide poliidrossilico “castanospermina”, scoperto nel 1981. Sono noti, infatti, avvelenamenti di animali, in particolare di cavalli, e talora anche di uomini.
L’alcaloide, tuttavia, ha proprietà medicinali perché è un inibitore dell’alfa-glucosidasi acida, che può esser utilizzata per combattere la “malattia di Pompe”, un’alterazione neuromuscolare rara, caratterizzata da un difetto del metabolismo del glicogeno che si accumula nei tessuti, danneggiandoli e causando un lento e progressivo indebolimento della muscolatura.
È stata dimostrata, inoltre, l’attività antiparassitaria della castanospermina che previene l’adesione di Plasmodium falciparum Welch, 1897 (protozoo parassita unicellulare che causa la malaria), agli eritrociti infetti.
Inoltre studi recenti hanno mostrato che la castanospermina possiede attività inibitorie della beta-glucosidasi e che si sta dimostrando promettente nella lotta contro il cancro e la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Infine, C. australe è una risorsa naturale di farmaci terapeutici, alternativi o integrativi ai prodotti di sintesi, anche per il trattamento di malattie analgesiche e infiammatorie.
Inoltre i semi hanno un alto contenuto di saponine tossiche che, a quanto si dice, sono tossiche per un grave parassita del grano immagazzinato.
L’albero produce un legno di alto valore commerciale perché ha un aspetto simile al noce, è morbido, a grana fine e si presta per la lucidatura.
Il durame è di colore marrone scuro o quasi nero; l’alburno varia dal bianco al giallo. La grana è dritta, anche se a volte intrecciata, la consistenza è leggermente untuosa. Il legno è duro, pesante, durevole, resiste al decadimento. Si lucida bene e ha un’elevata resistenza al passaggio della corrente elettrica. Viene utilizzato nell’edilizia, nell’ebanisteria, nell’intaglio, ecc.
È uno dei legni più preziosi in Australia, le impiallacciature tranciate possono essere un buon sostituto del teak. Il legno ha una densità di 700 kg/m3 e può essere utilizzato come combustibile.
Tra gli altri usi si segnalano quelli agroforestali; l’ampio apparato radicale è utilizzato per proteggere le rive dei fiumi e le aree di raccolta in Australia.

Modalità di Preparazione –
Il Castanospermum australe è una pianta che si presta per molteplici utilizzi; da quelli alimentari e medicinali a quelli ornamentali, forestali o per l’utilizzo del legno.
I semi vengono mangiati cotti in quanto il seme fresco crudo contiene alti livelli di saponine e può essere tossico. Il seme cotto ha il sapore di una castagna dolce.
Gli aborigeni australiani tagliavano finemente i semi e li immergevano in acqua corrente per 10 giorni prima di tostarli e macinarli fino a ottenere una polvere. Questa polvere poteva essere conservata per un uso successivo.
In campo medicinale i semi producono un alcaloide poliidrossilico, chiamato castanospermina, che è allo studio come inibitore dell’HIV e potrebbe essere utile nel trattamento dell’AIDS.
Parti dell’albero contengono sostanze chimiche che, dopo un’attenta estrazione, hanno dimostrato di avere proprietà antitumorali, antinfiammatorie e anti-HIV.
I baccelli sono astringenti e vengono utilizzati per trattare l’iperglicemia postprandiale nei pazienti diabetici.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/240763709/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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