Un Mondo Ecosostenibile

Valutazione di Impatto Ambientale

Valutazione di Impatto Ambientale

L’adozione di obiettivi di sviluppo fondati sul concetto di sostenibilità ha portato nel corso degli ultimi anni all’adozione da parte delle comunità internazionali delle procedure per la valutazione ambientale, la cui applicazione è orientata verso la ricerca e l’adozione di politiche di sviluppo sostenibili e compatibili da un punto di vista ecologico, sociale, ed economico.

Il termine “impatto” sottolinea l’effetto che un’azione di origine antropica o naturale genera su un bersaglio ambientale o umano. In termini generali gli impatti ambientali devono essere intesi come alterazioni delle singole componenti o dei sistemi ambientali prodotte da interventi di origine esterna.
L’esigenza di prevenire gli effetti indesiderati sull’ambiente causati dalle attività antropiche ha condotto nel 1969, negli Stati Uniti alla nascita della Valutazione di Impatto Ambientale (Environmental Impact Assessment) nell’ambito della legge nazionale N.E.P.A. (National Environmental Policy Act) come strumento di gestione e controllo preventivo dell’ambiente e dei conflitti ambientali.
A tal scopo è necessario indicare l’entità degli impatti potenziali rispetto ad una scala omogenea che consenta di individuare le criticità ambientali mediante la comparazione dei vari impatti. Le scale di significatività utilizzate nella valutazione degli impatti attesi si possono distinguere in qualitative e quantitative cardinali.
Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), ha lo scopo di considerare gli effetti che possono manifestarsi nell’ambiente in seguito a determinate iniziative di intervento e trasformazione del territorio.
Il procedimento non fa parte del sistema autorizzatorio ma appartiene al processo decisionale, quale metodologia di elezione al fine di evitare la realizzazione di opere incompatibili con l’ambiente circostante.
Lo studio di impatto ambientale è organizzato nei quadri: programmatico, progettuale e ambientale ed è corredato dalla sintesi in linguaggio non tecnico.
Il quadro programmatico comprenderà la descrizione del progetto e delle sue motivazione riguardo alla pianificazione vigente. S’individuerà la coerenza con gli obiettivi di progetto descrivendo gli effetti che lo stesso è in grado di generare a livello urbanistico e territoriale.
Si tratta, in sostanza di verificare la coerenza del progetto proposto con gli obiettivi degli strumenti di pianificazione vigenti, attraverso un esame dello stato di applicazione.
Nel quadro di riferimento progettuale andranno analizzate le caratteristiche dell’opera progettata, illustrando le motivazione tecniche della scelta progettuale e delle principali alternative considerate. Andranno descritte con particolare riferimento alle scelte di processo, alle condizioni d’uso delle risorse naturali e di materie prime, alla quantità e qualità degli scarichi idrici ed atmosferici, ed alla produzione dei rifiuti. Andranno inoltre descritte misure mitigative e compensative adottate per ridurre o eliminare gli impatti sul territorio.
Per quanto riguarda il quadro di riferimento ambientale, lo studio d’impatto dovrà definire l’ambito territoriale ed i sistemi ambientali interessati dal progetto analizzandone le condizioni di criticità, al fine d’individuare e descrivere i mutamenti indotti dalla realizzazione dell’opera.

METODOLOGIA DI INDAGINE

La procedura per redigere uno studio di impatto ambientale prevede un approfondito esame delle componenti ambientali e degli impatti diretti ed indiretti che l’eventuale realizzazione dell’opera potrebbe causare provocando un degrado o una perturbazione significativa dell’ambiente circostante e/o in un contesto di area vasta.
Le componenti ambientali sono quelle definite dal DPCM 377/88 e caratterizzate secondo i contenuti dell’art. 5 del DPCM 27/12/1988, ossia:
– Atmosfera
– Ambiente idrico
– Suolo e sottosuolo
– Vegetazione, Fauna ed Ecosistemi
– Paesaggio e Clima Fisico
– Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e Salute pubblica.
Tale procedimento consiste nella raccolta di informazioni relative all’impatto dell’intervento proposto sull’ambiente naturale e socio-economico, studiando il rapporto benefici-danni, inteso non solo sotto il profilo ecologico-ambientale ma anche sotto quello economico-sociale, finalizzato al rispetto della gestione ottimale delle risorse.
Delle norme che disciplinano la procedura VIA tra cui la Direttiva CEE 85/337, la Legge 22 febbraio 1994, n. 146, la Direttiva CE 96/61, il DPR 12 aprile 1996, la Direttiva CE 97/11, la L. 15 marzo 1997, n. 59, il Dlgs. 31 marzo 1998, n. 112, il Dlgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Testo Unico sull’ambiente), per la trattazione dello studio, si è fatto particolare riferimento all’Allegato – D : Contenuti dello studio di impatto ambientale di cui all’articolo 5, da redigere ai fini della fase di valutazione (in conformità alle indicazioni dell’allegato C del d.p.r. 12 aprile 1996).
Sulla base delle norme Nazionali e per le Regioni a Statuto Autonomo, di quelle regionali, sarà individuata e valutata:
1. la possibilità o meno di impatti, su di un ecosistema rientrante tra quelli sensibili, ancorché l’opera o l’azione non sia localizzata in uno di essi;
2. il possibile degrado del sistema e possibili impatti sulle componenti ambientali;
3. le possibili perturbazioni con riguardo alle specie animali e vegetali prioritarie;
4. possibili misure mitigative degli impatti.
Attraverso lo SIA devono essere identificate le caratteristiche e le condizioni attuali del territorio e le ripercussioni eventuali a seguito della realizzazione delle opere:
le tipologie di azioni e opere;
dimensioni e ambito di riferimento;
complementarietà con altri piani e progetti;
uso delle risorse naturali;
produzione di rifiuti;
inquinamento e disturbi ambientali;
rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate;
interferenze sulle componenti biotiche, abiotiche ed ecologiche.
Inoltre la descrizione terrà conto delle:
relazioni e le relative conformità con gli strumenti pianificatori sul territorio;
i criteri e le motivazioni delle scelte progettuali;
le caratteristiche tecnologiche e fisiche dell’opera;
i Vincoli;
le misure di minimizzazione degli Impatti;
ogni possibile dettaglio sulle componenti biotiche ed abiotiche del territorio soggette ad impatto.
Lo Studio di Impatto Ambientale viene condotto attraverso l’analisi e la valutazione di tutti i dati biotici ed abiotici insistenti sul territorio interessato, tramite la comparazione di ogni dato derivante da indagini in pieno campo, da informazioni ufficiali e col contributo di tutti gli studi effettuati sul territorio o che comunque lo riguardano.
I parametri per la valutazione degli Impatti possono risultare spesso complessi, controversi e soprattutto, quando si utilizzano matrici su aspetti ecologici, di difficile applicazione.
In certi casi, dopo un’accurata analisi del settore analizzato è possibile esprimere anche dei giudizi sintetici, che pur se discrezionali possono consentire una buona valutazione degli Impatti della nostra opera.
Di seguito si riporta una tipologia di tabella applicabile ai settori con undici valori (cinque negativi, cinque positivi ed un valore nullo).

Spiegazione dei termini della legenda dei Valori degli Impatti:

Irreversibile – Si intendono quegli effetti sul Settore considerato che causano una irreversibilità termodinamica o impossibilità al ripristino delle condizioni originali. Per es. L’abbattimento di una foresta sul fattore suolo o l’apertura di una cava con perdita delle caratteristiche paesaggistiche originarie.
Altamente negativo – Tutti quegli impatti che determinano un degrado delle caratteristiche originarie del settore con possibilità del recupero delle stesse solo dopo l’eliminazione delle cause. Per es. L’emissione di gas nell’atmosfera di un impianto chimico.
Negativo – Influenze sul settore che ne determinano una costante modifica e che possono essere diminuite ma non annullate con interventi di mitigazione come creazione di vegetazioni filtro, barriere fonoassorbenti o fitodepurazione su corsi d’acqua dove l’opera crea inquinamento locale.
Significativo – Interferenza dell’opera sul settore significativa ma che non ne altera sostanzialmente le caratteristiche funzionali o visive per entità dell’intervento o per distanza o influenza sul settore. Per es. Vibrazioni o rumori che influiscono in un centro abitato che siano comunque sotto le soglie in decibel di tolleranza.
Lieve – Azione su un settore non rilevabile direttamente ma valutabile da analisi strumentali e indagative che comunque vengono assorbite dal settore nel lungo periodo o comunque di lieve entità . Per es. scarico di prodotti su un suolo con totale degrado degli stessi prima del contatto con le falde idriche (in questo caso solo le analisi della falda possono fare esprimere sulla lievità dell’impatto).
Nullo o indifferente – Azione dell’opera sul settore assolutamente non rilevabile ne nel breve ne nel lungo periodo o per l’entità dell’opera o per la distanza dal fattore. Costruzione di un manufatto a distanza da un bosco assolutamente non influente.
Leggermente Positivo – Incidenza sul settore che ne determina un lieve recupero funzionale o visivo. Per es. uso di filtri in impianti di emissione di prodotti liquidi o gassosi nell’ambiente che abbattono parzialmente gli inquinanti.
Positivo – Azione sul settore sostanzialmente migliorativa che tende a modificarne le caratteristiche originarie nel lungo periodo. Per es. Eliminazione di specie forestali non autoctone con sostituzioni di specie da semenzai autoctoni.
Più che Positivo – Azione sul settore simile alla prima ma con influenza sullo stesso più marcata per entità dell’intervento o per vicinanza sul settore.
Buono – Opera o intervento che interferiscono sul settore in maniera sostanziale migliorandone le caratteristiche funzionali, qualitative o paesaggistiche. Per es. Recupero naturalistico di una cava (il recupero non è assoluto perché le originarie condizioni ecosistemiche e /o morfologiche sono andate perse).
Ottimo – Azione dell’opera o intervento sul settore che ne genera un recupero pieno e assoluto anche in prospettiva di lungo periodo. Per es. eliminazione di precedenti manufatti come nelle cementificazione di sistemi idrici naturali.

È evidente che i parametri possono essere affinati, adeguati e strutturati in maniera più idonea alla tipologia dell’opera ma, in definitiva, questo sistema consente di evitare affermazioni sull’impatto di un’opera spesso eccessivamente opinabili e generiche.

Guido Bissanti