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Syzygium cumini

Syzygium cumini

Lo Jambul o prugna di Giava (Syzygium cumini (L.) Skeels.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Myrtaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Myrtales,
Famiglia Myrtaceae,
Genere Syzygium,
Specie S. cumini.
È basionimo il termine:
– Myrtus cumini L..
Sono sinonimi i termini:
– Blepharocalyx aromatica (O.Berg) Nied.;
– Blepharocalyx aromatica (O.Berg) Nied. ex B.D.Jacks.;
– Calyptranthes capitellata Buch.-Ham.;
– Calyptranthes capitellata Buch.-Ham. ex Wall.;
– Calyptranthes caryophyllifolia Willd.;
– Calyptranthes cumini (L.) Pers.;
– Calyptranthes cuminodora Stokes;
– Calyptranthes jambolana (Lam.) Willd.;
– Calyptranthes jambolifera Stokes;
– Calyptranthes oneillii Lundell;
– Calyptranthes pedunculata Forsyth f.;
– Caryophyllus corticosus Stokes;
– Caryophyllus jambos Stokes;
– Eugenia aromatica (O.Berg) Sond. ex B.D.Jacks.;
– Eugenia aromatica Sond.;
– Eugenia aromatica Sond. ex Berg;
– Eugenia calyptrata Roxb.;
– Eugenia calyptrata Roxb. ex Wight & Arn.;
– Eugenia caryophyllifolia Lam.;
– Eugenia cumini (L.) Druce;
– Eugenia djouat Perr.;
– Eugenia jambolana Lam.;
– Eugenia jambolana subsp. caryophyllifolia (Lam.) Duthie;
– Eugenia jambolana subsp. obtusifolia Duthie;
– Eugenia jambolana var. caryophyllifolia (Lam.) Duthie;
– Eugenia jambolana var. obtusifolia Duthie;
– Eugenia jambolifera Roxb.;
– Eugenia jambolifera Roxb. ex Wight & Arn.;
– Eugenia obovata Poir.;
– Eugenia obtusifolia Roxb.;
– Eugenia tsoi Merr. & Chun;
– Jambolifera chinensis Spreng.;
– Jambolifera coromandelica Houtt.;
– Jambolifera pedunculata Houtt.;
– Myrtus corticosa Spreng.;
– Myrtus obovata (Poir.) Spreng.;
– Psidium aromaticum D.Don;
– Psidium aromaticum D.Don ex O.Berg, 1858;
– Siphoneugena aromatica Berg;
– Syzygium caryophyllifolium (Lam.) DC.;
– Syzygium caryophyllifolium (Lam.) K.K.Khanna, 2001;
– Syzygium cumini subsp. caryophyllifolium (Lam.) K.K.Khanna;
– Syzygium cumini subsp. obtusifolium (Roxb.) K.K.Khanna;
– Syzygium cumini subsp. tsoi (Merr. & Chun) H.T.Chang & R.H.Miao;
– Syzygium cumini var. caryophyllifolium (DC.) R.R.Stewart;
– Syzygium cumini var. caryophyllifolium (Lam.) K.K.Khanna;
– Syzygium cumini var. cumini;
– Syzygium cumini var. obtusifolium (Roxb.) K.K.Khanna;
– Syzygium cumini var. tsoi (Merr. & Chun) Chang & R.H.Miao;
– Syzygium cuminii var. axillare (Gamble) Tenjarla & Kashyapa, 1976;
– Syzygium jambolanum (Lam.) DC.;
– Syzygium jambolanum subsp. acuminata O.Berg;
– Syzygium jambolanum subsp. elliptica O.Berg;
– Syzygium jambolanum subsp. obovata O.Berg;
– Syzygium jambolanum var. acuminata O.Berg;
– Syzygium jambolanum var. axillare Gamble;
– Syzygium jambolanum var. elliptica O.Berg;
– Syzygium jambolanum var. obovata O.Berg;
– Syzygium obovatum (Poir.) DC.;
– Syzygium obtusifolium (Roxb.) K.K.Khanna, 2001;
– Syzygium obtusifolium (Roxb.) Kostel..

Etimologia –
Il termine Syzygium proviene dal greco σύζῠγος sýzygos accoppiato, unito, appaiato: in riferimento alle foglie accoppiate.
L’epiteto specifico cumini viene dal latino cuminum ed a sua volta dal greco κύμινον (kúminon), antico termine del cumino.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Syzygium cumini è un albero tropicale originario del subcontinente indiano, dalle regioni adiacenti del sud-est asiatico, tra cui Myanmar, Sri Lanka e Isole Andamane.
Questa pianta è stata introdotta in alcuni Paesi quali le isole dell’Oceano Pacifico e Indiano, Australia, Hong Kong e Singapore. Inoltre è stato introdotto anche nell’America del Nord e negli Stati Uniti ed è comunemente coltivato nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo.
Il suo habitat rientra nella maggior parte delle aree forestali tropicali e subtropicali dell’India, che vanno dalle latifoglie sempreverdi alle latifoglie e alle conifere, dalle zone umide a quelle abbastanza secche, vicino alla costa e persino nelle paludi.

Descrizione –
Il Syzygium cumini è una specie arborea sempreverde a rapido accrescimento che può raggiungere altezze fino a 30 m e può vivere più di 100 anni.
Il tronco è diritto e corto, robusto e poco ramificato, di solito intorno ai 40 – 100 cm di diametro.
La corteccia è ruvida e grigio scuro, alla base dell’albero,diventando grigio più chiaro e più liscia più in alto.
Le foglie, che hanno un aroma simile alla trementina, sono di colore rosate da giovani, virano a un verde scuro coriaceo, lucido con una nervatura centrale gialla man mano che maturano.
I fiori sono profumati e piccoli, di circa 5 mm di diametro.
La fioritura inizia da marzo ad aprile.
I frutti, che si sviluppano entro maggio o giugno, assomigliano a grandi bacche e sono delle drupe; sono oblunghe e di forma ovoidale, di circa 20 mm x 18 mm.
Il frutto durante la maturazione passa dal colore verde a quello rosa e poi in rosso cremisi brillante e infine nero. Una varietà di questa pianta produce frutti di colore bianco. Il frutto ha una combinazione di sapore dolce, leggermente acido e astringente e tende a colorare la lingua di viola.

Coltivazione –
Il Syzygium cumini è un albero o anche arbusto sempreverde, a crescita rapida, attraente, compatto e con una corona densa e frondosa.
Si tratta di una coltura frutticola molto antica, coltivata da oltre 2.500 anni in India, dove è venerata da buddisti e indù. È considerato sacro a Krishna ed è spesso piantato vicino ai templi.
L’albero è ampiamente coltivato nelle zone tropicali e subtropicali per i suoi frutti commestibili ma è considerato invasivo in Florida, Sud Africa, parti dei Caraibi, diverse isole dell’Oceania e Hawaii.
Per la sua coltivazione si tenga conto che è una pianta delle aree tropicali e subtropicali, dove si trova ad altitudini fino a 2.000 metri.
Cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 20 e 32 °C, ma può tollerare tra 12 e 48 °C.
Durante la fase vegetativa può essere irrimediabilmente danneggiato però a temperature di -2 °C o inferiori, mentre la nuova vegetazione viene uccisa a -1 °C.
La pianta preferisce una piovosità media annua nell’intervallo 1.500 – 6.000 mm, ma tollera 800 – 9.900 mm.
Le piante possono sopportare una stagione secca fino a 6 – 7 mesi e sebbene preferisca una posizione soleggiata, le piante sono moderatamente tolleranti all’ombra, soprattutto da giovani.
Dal punto di vista pedologico è una pianta molto versatile in grado di crescere su un’ampia gamma di suoli; può crescere anche su terreni poco profondi e rocciosi purché le precipitazioni siano sufficienti; è una pianta che, infatti, tollera inondazioni prolungate e, una volta stabilizzate, possono tollerare la siccità.
Per quanto riguarda il pH preferisce un pH nell’intervallo 5,5 – 7, tollerando 4,5 – 8.
Le piante sono tolleranti ai venti piuttosto forti.
Dal punto di vista del governo della pianta è un albero che cedua molto bene; germogli vigorosi sono prodotti in gran numero da ceppi piccoli e grandi allo stesso modo. Sono stati segnalati boschi cedui lungo i torrenti che sono cresciuti fino a 4,6 metri in 4 anni.
Inoltre questa pianta si risemina spontaneamente e può divenire invasiva nei pascoli ed in varie zone del globo.
Come detto è una pianta a crescita rapida e le giovani piantine possono raggiungere un’altezza di 4 metri in soli 2 anni.
La propagazione può avvenire per seme. I semi appena raccolti vengono normalmente seminati in aiuole a una profondità di 20 – 25 mm durante la stagione delle piogge e germinano in 2 – 4 settimane a una velocità del 20 – 90%.
Successivamente le piante vengono estirpate a 6 – 9 mesi in aiuole di 30 x 30 cm.
Per lo sviluppo delle piantine, l’umidità è ancora più importante dell’ombra, poiché le piantine al sole si sviluppano bene, a condizione che il terreno sia mantenuto umido, ma le piantine all’ombra muoiono se il terreno è asciutto.
Le piantine di 1-3 anni possono essere piantate senza alcuna difficoltà.
La moltiplicazione può avvenire anche per innesto.

Usi e Tradizioni –
Il Syzygium cumini è una pianta conosciuta ed utilizzata da tempi remoti.
Il libro del 1889 “The Useful Native Plants of Australia” registra che la pianta veniva chiamata “durobbi” dagli indigeni australiani e che “Il frutto è molto mangiato dai nativi dell’India; in apparenza assomiglia a un susino selvatico, ha un aspetto aspro ma dal sapore dolciastro, alquanto astringente e acido. Viene mangiato dagli uccelli e da altri animali.
Il frutto viene usato da tempo nella medicina tradizionale delle aree di origine.
Questa pianta riveste anche un particolare significato culturale e religioso in India. Krishna è anche noto per avere quattro simboli del frutto del jambu sul suo piede destro, come menzionato nel commento dello Srimad Bhagavatam (versetto 10.30.25), “Sri Rupa Chintamani” e “Ananda Candrika” di Srila Visvanatha Chakravarti Thakura.
Nel Maharashtra, le foglie di S. cumini sono usate nelle decorazioni dei pandal matrimoniali. Una canzone del film Jait Re Jait del 1977 menziona il frutto nella canzone “Jambhul Piklya Zaadakhali”.
La leggenda in Tamil Nadu parla di Avvaiyar (anche Auvaiyar o Auvayar) del periodo Sangam e del frutto jamun, chiamato pazham navale in Tamil. Si dice che Avvaiyar, credendo di aver ottenuto tutto ciò che doveva essere ottenuto, stesse meditando sul suo ritiro dall’opera letteraria tamil mentre riposava sotto l’albero del pazham navale. La preghiera fu accolta da un Murugan travestito, considerato una delle divinità guardiane della lingua tamil, che in seguito si rivelò facendo capire che c’era ancora molto da fare e da imparare.
Questa pianta è oggetto di commercio. Infatti i frutti ei semi sono venduti nei mercati locali per utilizzi medicinali.
In campo alimentare, invece, si utilizzano i frutti, sia crudi che trasformati in marmellate, sorbetti, gelatine, succhi, crostate, budini, ecc.
Il frutto di questa pianta è succoso, quasi inodore, dal sapore gradevole, leggermente amarognolo, astringente.
L’astringenza può essere rimossa immergendo la frutta in acqua salata prima di cuocerla.
Il frutto tende ad essere di qualità variabile, nella migliore delle ipotesi è gradevolmente e moderatamente acido.
La frutta cruda contiene l’83% di acqua, il 16% di carboidrati, l’1% di proteine e contiene grassi trascurabili. In 100 grammi, la frutta cruda fornisce 60 calorie, un contenuto moderato di vitamina C e nessun altro micronutriente in quantità apprezzabili.
Inoltre dai semi essiccati e macinati si ricava una bevanda simile al caffè.
In campo medicinale sia i semi che il frutto sono diuretici e hanno importanti proprietà carminative e astringenti.
I semi riducono anche i livelli di zucchero nel sangue e sono utili nel trattamento del diabete.
I semi e la corteccia sono ben noti in Estremo Oriente per la cura della dissenteria e nel controllo dell’iperglicemia e della glicosuria nei pazienti diabetici.
Il succo della corteccia è considerato buono per curare ferite e ingrossamento della milza.
La corteccia è astringente. Un’infusione è usata per trattare le mestruazioni irregolari, la diarrea, la dissenteria, ecc. È usata anche come gargarismo per rinforzare le gengive, curare le ulcere della bocca, ecc.
Il frutto maturo è astringente e viene utilizzato come trattamento efficace per il diabete. I frutti sono usati come sollievo per le coliche e per curare la diarrea.
Un’infusione delle foglie è, inoltre, usata nel trattamento del diabete e della diarrea.
Il legno produce una polpa che ha usi medicinali e le radici sono talvolta utilizzate come trattamento per l’epilessia.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali.
La pianta è suscettibile di potatura e può essere coltivata come siepe o come riparo dal vento. Nei sistemi vegetali perenni è spesso piantata come ombreggiante per le coltivazioni di banane, caffè e cacao.
Il suo fogliame denso fornisce, inoltre, ombra e viene coltivato anche per il suo valore ornamentale.
Il Syzygium cumini viene sfruttato anche per il suo legname.
Il legno è resistente all’acqua dopo essere stato essiccato in forno. Per questo motivo viene utilizzato nelle traversine ferroviarie e per installare motori nei pozzi. A volte è usato per realizzare mobili economici e abitazioni di villaggio, sebbene sia relativamente difficile da lavorare per la falegnameria. Sebbene sia difficile da lavorare è utilizzato per l’edilizia, la costruzione di barche, per il compensato, attrezzi agricoli, maniglie di attrezzi, ruote di carrelli, cordoli e abbeveratoi, traversine, mobili e come puntelli per pozzi e gallerie nelle miniere. Viene anche usato per costruire ponti e per costruire strumenti musicali, in particolare chitarre.
Il durame, di colore grigio-rossastro o bruno-rossastro, è a grana fine ed è resistente all’acqua ed alle termiti.
Il legno ha un peso specifico di 0,77 e brucia bene, sprigionando circa 4 800 kcal/kg. È un albero a crescita rapida, che fornisce legna da ardere e carbone eccellenti.
Inoltre la corteccia contiene il 13 – 19% di tannini.
È stato utilizzato nella concia e produce anche un colorante marrone che è stato utilizzato per colorare e conservare le calze a rete.
Inoltre i rami vengono utilizzati per sbiancare i denti.
Dal punto di vista ecologico il Syzygium cumini è una pianta i cui fiori sono molto attraenti per le api, producendo un miele di qualità.
Le foglie sono usate come alimento per il bestiame, in quanto hanno un buon valore nutritivo.

Modalità di Preparazione –
I frutti di Jambul hanno un sapore dolce o leggermente acido, vengono consumati crudi e possono essere trasformati in salse o marmellate. I frutti inferiori possono essere trasformati in succo, gelatina, sorbetto, sciroppo o macedonia.
Dai semi essiccati e macinati si ricava un succedaneo del caffè.
In campo medicinale sia i semi che il frutto trovano applicazioni, come detto, per svariati utilizzi.
Il succo della corteccia viene impiegato per curare ferite e ingrossamento della milza.
Si ricava da questa anche un’infusione o usata anche come gargarismo per rinforzare le gengive, curare le ulcere della bocca, ecc.
Dalle foglie si ottiene una infusione ed anche la polpa del legno ha usi medicinali e le radici sono talvolta utilizzate come trattamento per l’epilessia.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/191203780/original.jpg
https://tropical.theferns.info/plantimages/a/e/aeaaaf0f9afa099e91e43131a60f1623632688ae.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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