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Nigella sativa

Nigella sativa

Il Cumino nero, conosciuto anche come sesamo nero o coriandolo romano (Nigella sativa L.) è una specie erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Ranunculales, Famiglia Ranunculaceae e quindi al Genere Nigella ed alla Specie N. sativa.

Etimologia –
Il termine Nigella è il diminutivo di nígra nera: neretta. L’epiteto specifico sativa proviene da satum (participio passato di sero seminare, piantare) seminato, piantato: che si semina o pianta, coltivata, domestica.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Cumino nero è una pianta originaria del sud-ovest asiatico dove è conosciuta ed utilizzata da epoche remote ma da non confondere con il Bunium persicum, che viene chiamato anch’esso cumino nero. La pianta comunque cresce soprattutto anche in Turchia e in Oriente.

Descrizione –
La Nigella sativa è un’essenza erbacea che può svilupparsi fino a 20-30 centimetri di altezza. La pianta ha foglie ramificate e lineari. I fiori, che si sviluppano in estate, sono di un colore tra il bianco ed il blu pallido, di consistenza delicata e costituiti da 5-10 petali. I frutti sono delle capsule alquanto grandi e rigonfie composte di 3-7 follicoli, all’interno dei quali sono contenuti numerosi semi.

Coltivazione –
La Nigella sativa è una pianta facilissima da coltivare anche in vaso utilizzando terriccio fertile, drenato e assicurando un’esposizione ben soleggiata e clima mite. La semina (5 cm di profondità distanziando i semi di 10 cm tra loro) si effettua nel periodo da febbraio (in semenzaio) ad aprile (a dimora); dopo circa tre settimane germoglieranno le prime piantine che dovranno essere irrigate delicatamente soprattutto nei periodi di siccità o molto ventosi. Sopporta, comunque, brevi periodo di siccità, ma non i ristagni idrici. Molto delicata invece nei trapianti perché le radici sono fragilissime. Per il suo utilizzo bisogna lasciare che i fiori appassiscano e producano i semi commestibili; a questo punto bisogna tagliare le piante alla base e appenderle in un luogo asciutto e ventilato dentro sacchetti di carta in modo che i baccelli possano continuare a maturare e i piccoli semi cadano naturalmente senza disperdersi. Bisogna lasciarli seccare per una settimana e conservarli in contenitori ermetici. I semi, di colore bianco o grigio, dopo l’essiccazione al sole diventeranno neri. Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
La Nigella sativa, più comunemente conosciuta da tempo come cumino nero o anche come “il seme Benedetto”, è considerata da millenni e da una grande porzione della popolazione mondiale, tra le più preziose erbe fitoterapiche di tutti i tempi. Questa pianta viene usata per ridurre il rischio di contrarre malattie e contrastare quelle esistenti, agendo da rinforzante del sistema immunitario, in quanto sempre più studi scientifici dimostrano che molte malattie sono indotte da uno sbilanciamento (o disfunzione) del sistema immunitario.
Maometto affermò che “può guarire tutto tranne la morte” e ciò non sembra un’esagerazione alla luce degli effetti della Nigella sul sistema immunitario. Infatti, come tale, era conosciuta dagli antichi romani con il nome di “coriandolo romano”.
La nigella sativa era conosciuta e apprezzata già dagli antichi Egizi; sono stati ritrovati suoi semi in diversi siti archeologici dell’Egitto (nella tomba del faraone Tutankhamon erano presenti delle anfore colme di olio di nigella). Sebbene il suo esatto ruolo nella cultura egiziana sia a noi sconosciuto, questi ritrovamenti ci dicono che i semi e l’olio della pianta sono stati attentamente selezionati per accompagnare il faraone dopo la vita e, quindi, dovevano avere un ruolo rilevante in quella civiltà.
Il primo scritto con riferimento alla Nigella sativa si trova nel Vecchio Testamento e, con precisione, nel Libro di Isaia, dove Isaia contrasta la coltivazione di Nigella e Cumino (tipiche coltivazioni egiziane), esaltando al suo posto la coltivazione del grano (Isaia 28: 25, 27).
Successivamente, in epoca medievale, le proprietà della nigella furono studiate da ricercatori arabo-islamici, particolarmente dallo scienziato al-Biruni e dal filosofo e fisiologo Avicenna (Ibn Sina), il quale, nel suo “Canone della Medicina”, sostiene che i semi del grano nero (N. sativa) abbiano la proprietà di stimolare l’energia corporea e che siano ricostituenti naturali.
Il cumino nero contribuisce infatti ad una disintossicazione naturale dell’organismo e non presenta particolari controindicazioni conosciute e rischi di effetti collaterali, se usato in modo corretto, salvo l’assunzione in gravidanza per i suoi possibili effetti abortivi in quanti stimola le contrazioni dell’utero; viene anche sconsigliato nella fase di allattamento per il gusto che potrebbe trasmettere al latte materno (nonostante ne aumenti la produzione).
Nella medicina ayurvedica i semi della Nigella sativa vengono impiegati per trattare l’asma, grazie all’azione antistaminica e vasoregolatrice.
Nella medicina indiana i semi della Nigella sativa sono utilizzati come antiasmatici. La pianta manifesta una duplice attività: antistaminica e vasoregolatrice. L’infuso veniva impiegato contro il meteorismo, nelle affezioni catarrali, per favorire il flusso mestruale e nella dismenorrea. L’azione diuretica, inoltre, contribuisce a limitare la ritenzione idrica premestruale. Pare che sia un forte antiparassitario contro i parassiti intestinali.
Recenti studi clinici esaminati in rassegna sistematica (Phytotherapy Research 2003) sembrano dimostrare l’attività dell’olio di Nigella sativa in varie condizioni allergiche come la rinite, asma, eczema atopico.

Modalità di Preparazione –
La Nigella sativa si può utilizzare in vari modi, sia in cucina che per uso terapeutico.
Il seme viene utilizzato come una spezia. Ha un sapore amaro e pungente con un debole odore di fragole. Viene utilizzato principalmente per la preparazione di liquori, caramelle e dolci in genere. Nella cucina mediorientale trova posto nelle ricette di dolci tipici e di biscotti tradizionali; spesso viene usato anche per insaporire e ricoprire particolari tipi di pane (la varietà di pane naan chiamato Peshawari naan), o come decorazione nelle insalate. L’olio di nigella è usato negli Stati Uniti come integratore dietetico e può essere tranquillamente consumato anche sul pane. È, inoltre, l’ingrediente principale di una bevanda al gusto di cola.
Nell’uso terapeutico l’infuso della pianta viene impiegato contro meteorismo, catarro, per favorire il flusso mestruale, combattere la dismenorrea (dolore mestruale) e la ritenzione idrica premestruale (azione diuretica). Utile anche contro i parassiti intestinali. Il suo olio si presta a trattare, con successo, dermatiti, scottature ed eczemi.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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