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I frutti e le verdure più irrorati di pesticidi

I frutti e le verdure più irrorati di pesticidi

Il dubbio che oramai ci assale quando acquistiamo  frutta e verdura (non biologica) è sempre lo stesso: quanti veleni ci stiamo mangiando?
Ma c’è chi ci pensa per noi ed oramai alcune fondazioni ed organizzazioni internazionali si stanno occupando di questo problema. Tra questi l’Environmental Working Group, che è un’organizzazione senza scopo di lucro e apartitica dedicata alla protezione della salute umana e dell’ambiente. Questa organizzazione col suo annuale Shopper’s Guide to Pesticides, mette alla luce i frutti e le verdure più irrorati di pesticidi, facendo al contempo un elenco di quelli più sicuri, con l’obiettivo di aiutare i consumatori nelle loro scelte di acquisto ma anche per indirizzarli ad acquistare prodotti biologici.
Tra i prodotti più trattati emergono le mele ma altri prodotti non scherzano nemmeno. Per esempio si verifica di frequente che un singolo campione di uva contenga ben 15 pesticidi, mentre (e qualcuno non se lo aspetterebbe) una patata di pezzatura media ha più pesticidi in peso di qualsiasi altro cibo. Oppure si verifica che un singolo campione di sedano, pomodoro ciliegino, piselli importati e fragole possano contenere 13 diversi pesticidi a testa. Insomma non c’è da stare allegri visto che il mondo politico (che mangia pure) pare non interessarsi più di tanto a questo problema. Ma vediamo adesso le due lavagne; quelle dei cattivi e quelle dei buoni. I frutti e le verdure con più pesticidi sono:

  1. Mele
  2. Fragole
  3. Uva
  4. Sedano
  5. Pesche
  6. Spinaci
  7. Peperoni
  8. Nettarine (soprattutto quelle importate)
  9. Cetrioli
  10. Pomodoro ciliegino
  11. Piselli (soprattutto quelli importati)
  12. Patate
  13. Peperoncino
  14. Verza

I frutti e le verdure con meno pesticidi sono invece:

  1. Avocado
  2. Mais dolce
  3. Ananas
  4. Cavolo bianco
  5. Piselli (surgelati)
  6. Cipolle
  7. Asparagi
  8. Mango
  9. Papaya
  10. Kiwi
  11. Melanzane
  12. Pompelmo
  13. Cantalupo
  14. Cavolfiore
  15. Patate dolci

A questo punto la domanda è: questi sono dati piuttosto conosciuti ed ufficiali, almeno per gli addetti ai lavori, dobbiamo continuare ancora così per questa strada, o iniziamo a porre reali e concreti problemi alla questione.

Guido Bissanti




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