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Specie Funghi

Ganoderma lucidum

Ganoderma lucidum

Il Reishi (Ganoderma lucidum (Curtis) P. Karst.1881) è un fungo parassita oppure saprofita appartenente alla famiglia delle Ganodermataceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Basidiomycota,
Classe Agaricomycetes,
Ordine Polyporales,
Famiglia Ganodermataceae,
Genere Ganoderma,
Specie G. lucidum.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Agarico-igniarium trulla Paulet (1793);
– Agaricus lignosus Lam. (1783);
– Agaricus pseudoboletus Jacq. (1778);
– Boletus castaneus Weber (1787);
– Boletus crustatus J.J. Planer (1788);
– Boletus dimidiatus Thunb. (1784);
– Boletus flabelliformis Leys (1761);
– Boletus laccatus Timm (1788);
– Boletus lucidus Curtis (1781);
– Boletus rugosus Jacq. (1774);
– Boletus verniceus Brot. (1804);
– Boletus vernicosus Bergeret (1783);
– Fomes japonicus (Fr.) Sacc. (1888);
– Fomes lucidus (Curtis) Cooke (1851);
– Ganoderma japonicum (Fr.) Sawada (1931);
– Ganoderma mongolicum Pilát (1940);
– Ganoderma nitens Lázaro (1916);
– Ganoderma ostreatum Lázaro (1916);
– Ganoderma pseudoboletus (Jacq.) Murrill (1902);
– Grifola lucida (Curtis) Gray (1821);
– Phaeoporus lucidus (Curtis) J. Schröt. (1888);
– Placodes lucidus (Curtis) Quél. (1888);
– Polyporus japonicus Fr. (1838);
– Polyporus laccatus (Timm) Pers. (1825);
– Polyporus lucidus (Curtis) Fr. (1821);
– Scindalma japonicum (Fr.) Kuntze (1898).

Etimologia –
Il termine Ganoderma proviene dal greco γάνος gános lucentezza, splendore e da δέρμα dérma pelle: con la pelle rilucente.
L’epiteto specifico lucidum viene da lucidus lucido, luminoso, brillante, chiaro: per l’aspetto generale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Ganoderma lucidum è generalmente un fungo saprofita che cresce in primavera inoltrata, estate ed autunno, su ceppi di latifoglie specialmente di quercia e di castagno, talvolta anche di olivo.

Riconoscimento –
Il Ganoderma lucidum si riconosce per avere un cappello del diametro fino a 15 cm, circolare, reniforme o a ventaglio, con gambo verticale od obliquo, superficie lucida-laccata oppure opaca in età molto avanzata, color bruno-rossastra, con orlo del cappello giallastro, spesso con striature concentriche che gli conferiscono un aspetto zonato.
I tubuli sono corti, alti 10-20 mm, bianchi e poi giallastri.
I pori sono piccoli, hanno un diametro di 0,2-0,3 mm, in numero di 4-5 per mm, rotondi-irregolari, bianco-giallastri.
Il gambo si presenta quasi sempre eccentrico, concolore al cappello o più scuro, di dimensione variabile 15-30 cm, noduloso, lucido, raramente assente.
La carne è elastica, poi coriacea, legnosa ma non troppo, quasi rugginosa, con odore leggero, gradevole, di tannino e sapore legnoso, tannico.
In età avanzata può essere soggetto all’attacco di tarli che lo riducono praticamente in polvere.
Al microscopio si riconoscono delle spore di colore brunastro in massa, ovoidali, con l’apice tronco, verrucose, 9-11,5 x 6-9 µm.
I basidi sono claviformi, tetrasporici.

Coltivazione –
Il Ganoderma lucidum è coltivato in Cina e in Giappone sin dall’antichità, essiccato e poi ridotto in polvere; è adoperato per la preparazione di decotti, unguenti, liquori oppure viene semplicemente trasformato in compresse.

Usi e Tradizioni –
Il Ganoderma lucidum è un fungo che non risulta essere immediatamente commestibile: agli scopi di cura, infatti, si utilizza una polvere essiccata.
Questo fungo viene definito il re della medicina erboristica e molti erboristi lo considerano superiore al ginseng.
Il nome con il quale il Reishi è conosciuto dà un’idea di quanto esso sia riverito in Cina e Giappone. Gli antichi cinesi lo chiamavano Ling zhi, che significa “pianta dello spirito”. È stato chiamato il “fungo dei mille anni”, “il fungo della potenza spirituale” e “il fungo dell’immortalità” perché si ritiene che favorisca la longevità. Reishi è il nome con il quale è conosciuto in occidente e deriva dal Giapponese.
Esistono notizie sul suo impiego in Cina fin da vari secoli prima di Cristo. Ha una storia documentata in Medicina Tradizionale Cinese e Giapponese di oltre 2000 anni, ma ci sono segni del suo utilizzo che risalgono ad oltre 4000 anni fa. La farmacopea del 16º secolo, Pen T’sao Kang Mu, così descrive gli usi del Reishi: ”… influisce positivamente sull’energia vitale, sul Qi del cuore …, aumenta la capacità intellettuale e potenzia la memoria …”. È stato chiamato il “re delle erbe medicinali” tanto che molti erboristi lo considerano superiore al leggendario ginseng.
Secondo la leggenda, i sacerdoti taoisti del primo secolo d.C. furono i primi a sperimentarlo. Sembra che lo includessero in pozioni magiche che assicuravano longevità, eterna giovinezza e immortalità. All’epoca, essi praticavano l’alchimia ed erano noti per lanciare incantesimi e preparare strane misure. Erano considerati maghi o stregoni; secondo gli standard moderni potrebbero essere definiti ciarlatani.
Ricordiamoci però che l’alchimia fu l’inizio della chimica, e gli sciamani, che curavano i malati evocando la forza della natura, furono i primi medici.
Il Reishi occupò il posto d’onore nel più antico trattato medico della Cina, il Classico sulle Radici di Erbe del Contadino Divino, compilato intorno al 200 d.C. In tipico stile cinese, il trattato divide i 365 ingredienti che descrive in tre categorie: superiori, medi e accettabili. Nella prima, il Reishi è in cima all’elenco, prima del ginseng. Per appartenere alla categoria superiore, un ingrediente deve avere potenti qualità medicinali e non produrre effetti nocivi o collaterali se assunti per lunghi periodi. Ecco quanto afferma il libro a proposito del Reishi: il gusto è amaro, la sua energia atmosferica neutra; non è tossico. Cura l’accumulo di fattori patogeni nel torace. È buono per il Qi della testa, incluse le attività mentali. Tonifica la milza, aumenta la saggezza, migliora la memoria, impedendoti di dimenticare. Se assunti per lunghi periodi alleggerisce il corpo, e tu non diventerai mai vecchio. Allunga gli anni. Ha potere spirituale e sviluppa lo spirito, rendendoti simile agli immortali.
La fama del Reishi come “fungo dell’immortalità” giunse all’orecchio dell’imperatore Ti della dinastia Chin circa 23 secoli fa. L’imperatore allestì una flotta di navi governate da 300 uomini forti e 300 bellissime donne, ai quali ordinò di dirigersi verso Oriente, dove si pensava che il Reishi crescesse, e tornare con il fungo. Le navi colarono a picco durante una tempesta. Secondo la leggenda, i naufraghi approdarono su un’isola, fondando una nuova nazione. Quell’isola, spiega la storia, è il Giappone.
Nel Pen T’sao Kang Mu (“La grande farmacopea”), un testo del XVI secolo, il compilatore Le Shih-chen dice del Reishi: “Influisce positivamente sull’energia vitale, o Qi del cuore, curando l’area del petto e giovando a coloro che hanno i muscoli del torace contratti. Assunto per molto tempo, l’agilità del corpo cesserà, e negli anni si allungheranno come quelli degli Esseri Immortali”.
Nell’arte cinese, il Reishi è simbolo di buona salute e lunga vita. Immagini del fungo si trovano su porte, architravi, arcate e ringhiere in tutte le residenze imperiali nella Città Proibita e nel Palazzo d’Estate. Spesso la storia parla di un Reishi inciso nello scettro usato nelle cerimonie ufficiali. Una veste di seta dell’imperatore mostra un pesco, nuvole e, in primo piano, un Reishi.
Per il popolo, l’immagine del fungo era usata come portafortuna o talismano. In disegni a inchiostro, arazzi e dipinti, a volte i soggetti indossano ornamenti o gioielli di giada a forma di Reishi. Kuan Yin, la dea cinese della guarigione e della compassione, è talvolta raffigurata con un Reishi in mano. Alcuni credono che la pianta della resurrezione della famosa fiaba del “Serpente Bianco” sia questo fungo. Nel racconto, noto a tutti i bambini cinesi e soggetto di opere liriche e canzoni, la Dama Bianca viaggia fino al lontano monte Kunlun per procurarsi la pianta e riportare in vita il marito. Dimostrando il suo amore per il defunto ottiene l’erba, e l’uomo risorge.
Questo fungo può presentarsi in sei colori:
– Rosso – akashiba;
– Bianco – shiroshiba;
– Blu – aoshiba;
– Nero – kuroshiba;
– Giallo – kishiba;
– Porpora – murasakishiba.
In funzione dei colori, secondo la tradizione, sono stati anche differenziati i possibili utilizzi, ma la specie con maggiore azione benefica sull’organismo è l’akashiba cioè quella rossa. In molti commercializzano prodotti contenenti Ganoderma lucidum, ma questi hanno una scarsa o nulla azione a livello fisiologico.
Dal punto di vista biochimico il Ganoderma lucidum contiene principalmente proteine, grassi, carboidrati e fibre. La varietà coltivata artificialmente ha un contenuto comunque simile al tipo selvatico. Diversi lavori scientifici, in modo concorde, hanno riportato la composizione del fungo estratto, espressa in % nel seguente modo: folin-positivo (68,9%), glucosio (11,1%), proteine (7,3%), elementi minerali (10,2%) (di cui potassio, magnesio e calcio sono i principali componenti). Tuttavia, vi sono differenze, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, nella composizione chimica del fungo, che dipendono dal ceppo, dal processo di estrazione e dalle condizioni di coltura.
Dal corpo fruttifero di Ganoderma lucidum sono stati isolati circa 4000 composti bioattivi, tra cui circa 140 triterpeni/terpenoidi, oltre 200 tipi di polisaccaridi e glicoproteine, nucleotidi, cerebrosidi, ergosteroli, acidi grassi, proteine con specifiche attività, peptidi ed elementi in tracce. Tra i minerali è importante notare la presenza di Germanio in elevate quantità, che spiega molti dei suoi effetti sulla salute.
In generale contiene:
– Sali minerali: Ferro, Zinco, Rame, Manganese, Magnesio, Potassio, Calcio, Germanio;
– Vitamina B, in particolare folina;
– 17 amminoacidi tra cui tutti gli essenziali;
– Polisaccaridi costituiti da: glucosio, galattosio, mannosio con tracce di xilosio e fucosio;
– Beta-glucani e alfa-glucani;
– Steroli precursori ormonali;
– Sostanze ad attività anti istaminica;
– Adenosina;
– Triterpeni;
– Acido Lucidenico;
– Acido Ganoderico;
– Acido Genolucido;
– acido-ganodermico-c.
ricordiamo comunque che su questo fungo sono stati effettuati numerosissimi studi scientifici, sia preclinici che clinici, in quanto gli sono stati riconosciuti molteplici effetti farmacologici. A oggi tuttavia mancano studi clinici che permettano di attribuire una validità scientifica agli utilizzi del fungo e alla loro efficacia, ma ci si aspetta che, data la mole di studi in corso da parte della medicina occidentale, questa situazione cambi a breve.

Modalità di Preparazione –
Il Ganoderma lucidum è annoverato tra le 10 sostanze terapeutiche naturali più efficaci esistenti. In Cina e in Giappone viene considerato il fungo dell’immortalità. Viene utilizzato sotto forma di polvere, in decotti acquosi, in estratti alcoolici o in capsule, per le sue spiccate proprietà farmacologiche.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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