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Come combattere la dorifora della patata in maniera biologica

Come combattere la dorifora della patata in maniera biologica

Il controllo di molti insetti di interesse agrario passa anche da un’attenta scelta di alcune tecniche agronomiche e modalità di coltivazione. In questa scheda pratica vediamo come combattere la dorifora della patata in maniera biologica. La dorifora della patata (Leptinotarsa decemlineata Say, 1824) è un coleottero fitofago di origine nord americana che nelle nostre aree non ha validi antagonisti per controllarlo ed il cui danno principale è causato da tutte le forme mobili che sono defogliatrici; le piante infestate vengono defogliate completamente fino a poter arrivare alla morte. Le piante più colpite da questo insetto sono le solanacee (patate, soprattutto ma anche melanzane, pomodori, ecc.).

Questo insetto che sverna sottoterra, inizia ad emergere quando la temperatura del suolo supera stabilmente i 10-12 gradi per trovarlo poi, sopratutto da maggio, in cerca di cibo e potendo percorrere allo stato adulto fino a 300 metri per raggiungere le piante di cui nutrirsi. La dorifora dopo aver mangiato inizia a volare, si accoppia e depone le uova sul lato basso delle foglie di una pianta sana. Il riconoscimento dell’insetto è facile: la larva è rosso/arancione con testa e tubercoli neri e di circa 1,5 cm. Gli adulti, volatili, un po’ più piccoli hanno un corpo giallo rigato di nero (come nella foto). Il ciclo della dorifora arriva a due o tre generazioni l’anno con i danni più seri a maggio, quando nascono le prime larve.
Come detto nella premessa la prima lotta o difesa è di tipo preventivo.
La prima prevenzione riguarda la rotazione delle colture su parcelle possibilmente estese; in un orto familiare la rotazione non sortisce (per ovvi motivi dimensionali) alcun effetto. Un secondo aspetto, sin troppo spesso trascurato, è l’equilibrio dei fertilizzanti da apportare alle piante: quantitativi eccessivi di letame o compost e soprattutto di azoto nitrico predispongono le piante ad una maggiore appetibilità per tutte le forme di questo insetto che così si riproduce molto più facilmente. Sempre in materia di prevenzione l’uso del macerato di ortica, in via preventiva, conferisce alle piante una maggiore resistenza ed equilibrio.
Nei piccoli orti è possibile intervenire manualmente con l’eliminazione fisica soprattutto delle larve sin dal primo comparire; su estensioni più grandi risulta un’operazione per lo meno difficoltosa.
Tra i sistemi di lotta permessi in agricoltura biologica i principali sono: il piretro, il bacillus thuringensis, e l’olio di neem. Il piretro però, anche se permesso, ha il limite di agire solo per contatto e per di più è nocivo per api, coccinelle ed insetti utili. L’olio di neem agisce pure per contatto, è meno efficace ma è più tollerato dagli insetti utili. Infine il bacillo (varietà tenebrionis) è adatto solo ad ammazzare le larve ma non ha effetto sugli esemplari adulti. Altri due metodi di lotta biologica sono quelli dell’inserimento della Beauveria bassiana, che è un fungo antagonista in grado di far morire l’insetto, e dell’imenottero Edovum puttleri, che si nutre delle uova di dorifora.
Se invece state coltivando un orto familiare vi può venire in soccorso anche un solo tacchino. Questo animale è particolarmente ghiotto della dorifora riuscendo spesso ad eliminarle completamente prima che queste possano arrecare seri danni.




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