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Vaccinium corymbosum

Vaccinium corymbosum

Il mirtillo gigante americano (Vaccinium corymbosum L., 1753) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Ericaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Ericales,
Famiglia Ericaceae,
Genere Vaccinium,
Specie V. corymbosum.
Sono sinonimi i termini:
– Cyanococcus corymbosus (L.) Rydb.;
– Cyanococcus cuthbertii Small;
– Cyanococcus holophyllus Small;
– Polycodium arcuatum Ashe;
– Polycodium sericeum f. chrysocarpon Ashe;
– Polycodium sericeum var. eburneum Ashe;
– Polycodium sericeum var. elongatum Ashe;
– Vaccinium albiflorum Hook.;
– Vaccinium amoemum Aiton;
– Vaccinium arcuatum (Ashe) Sleumer;
– Vaccinium ashei Reade;
– Vaccinium atrococcum f. leucoccum W.Deane, 1922;
– Vaccinium atrococcum f. leucococcum W.Deane;
– Vaccinium atrococcum var. longianum Ashe;
– Vaccinium constablaei Gray;
– Vaccinium corymbosum f. albiflorum (Hook.) Camp;
– Vaccinium corymbosum f. corymbosum;
– Vaccinium corymbosum f. glabrum (A.Gray) Camp;
– Vaccinium corymbosum f. laeve F.Seym.;
– Vaccinium corymbosum f. leucococcum W.Deane;
– Vaccinium corymbosum f. typicum Camp;
– Vaccinium corymbosum f. viride F.Seym.;
– Vaccinium corymbosum var. albiflorum (Hook.) Fernald;
– Vaccinium corymbosum var. corymbosum;
– Vaccinium corymbosum var. disocarpum (A.Gray) Britton, Sterns & Poggenb.;
– Vaccinium corymbosum var. glabrum A.Gray;
– Vaccinium corymbosum var. virgatum Alph.Wood;
– Vaccinium cuthbertii (Small) Uphof;
– Vaccinium disocarpum A.Gray;
– Vaccinium disomorphum Michx.;
– Vaccinium elongatum P.Watson;
– Vaccinium fuscatum var. angustifolium Pursh;
– Vaccinium fuscatum var. pullum Ashe;
– Vaccinium galezans Michx.;
– Vaccinium galiformis Sm.;
– Vaccinium grandiflorum P.Watson;
– Vaccinium holophyllum (Small) Uphof;
– Vaccinium latifolium Steud.;
– Vaccinium marianum P.Watson;
– Vaccinium marylandicum Steud.;
– Vaccinium myrtilloides Elliott;
– Vaccinium parviflorum A.Gray;
– Vaccinium sericeum f. chrysocarpon (Ashe) Sleumer;
– Vaccinium sericeum var. eburneum (Ashe) Sleumer;
– Vaccinium sericeum var. elongatum (Ashe) Sleumer;
– Vaccinium stamineum var. sericeum C.Mohr;
– Vaccinium vicinum E.P.Bicknell;
– Vaccinium virgatum var. angustifolium P.Watson;
– Vaccinium virgatum var. latifolium Dunal;
– Vaccinium virgatum var. parvifolium A.Gray;

Etimologia –
Il termine Vaccinium viene dal latino vaccinium, una pianta con bacche nere citata da Virgilio, di oscura derivazione; la spiegazione più comune lo connette a vaccinus: delle vacche; Oxford Latin Dictionary e altri lo collegano al greco Ὑάκινθος Hyákinthos attraverso la forma corrotta vakinthos: nome di una pianta dai fiori violetti; respingendo l’una e l’altra ipotesi, Vander Kloet ed altri lo connettono a baccínium diminutivo di bácca bacca: che produce piccole bacche.
L’epiteto specifico corymbosum deriva dal latino che significa ‘fiori disposti in corimbi’.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Il mirtillo gigante americano è una pianta originaria di un areale che, originariamente, si estendeva dal nord-est del Canada fino al Nord Messico.
Attualmente la pianta è diffusa dal Canada orientale e dagli Stati Uniti orientali e meridionali, all’Ontario orientale, alla Nuova Scozia e, a sud, fino alla Florida e al Texas orientale. Inoltre si è naturalizzata anche in altri luoghi, come: Europa, Giappone, Nuova Zelanda, ecc.
Il suo habitat è quello delle zone temperato-fresche, della taiga e di zone paludose dell’emisfero boreale, più precisamente del Nord America. L’esposizione nelle zone umide, con clima simile al suo habitat naturale, vanno dalla mezz’ombra, dove produce frutta meno dolce e più acida, al pieno sole, dove si ottiene una fruttificazione abbondante e più dolce. Anche in zone più calde e meno piovose si possono ottenere gli stessi risultati a patto che le irrigazioni siano più frequenti.

Descrizione –
Il Vaccinium corymbosum è un piccolo arbusto, che raggiunge un massimo di 2–3 m di altezza, caducifoglio e latifoglio.
Ha radici molto fine che tendono a non penetrare troppo in profondità nel terreno, rimanendo negli strati più superficiali, diffondendosi e formando una rete intricata tipica di molti generi delle Ericaceae.
La chioma tende a raccogliersi nelle posizioni più assolate dove si infittisce e forma foglie più spesse e dure, mentre in posizioni di ombra e mezz’ombra tende a crescere di meno con fogliame più rado e morbido.
I rami più vecchi dell’arbusto lignificano producendo una scorza a scaglie dalla consistenza cartacea, mentre i più giovani (un anno di età circa) sono di colore verde d’estate o rossiccio d’inverno. Sulle ascelle fogliari sono presenti delle gemme di due tipi diversi: quelle di forma più o meno triangolare e stretta sono gemme vegetative che daranno vita a nuovi rami, mentre le gemme più tozze, rotondeggianti e posizionate sulle zone apicali dei rami vecchi di un anno sono quelle floreali che daranno fiori e frutti.
Le foglie sono generalmente di forma ovata, ma in alcune condizioni o in alcune cultivar sono di forma più stretta e tendente al lanceolato. Le foglie sono singole per nodo e hanno una fillotassi spiralata con una o più gemme all’ascella. Durante il periodo autunnale il fogliame soggetto a basse temperature si tinge di rosso prima di cadere.
I fiori sono raccolti in infiorescenze racemose a corimbo, sono di forma campanulata formata da 5 petali saldati di colore spesso bianco, a volte tendente al rosa pallido. La campanula che forma il fiore cade dopo il periodo di impollinazione lasciando il frutto. Inoltre un fiore si compone anche di 5 sepali mantenuti nel frutto maturo, il gineceo è composto da un ovario infero con uno stilo e stimma. Le infiorescenze fanno la loro comparsa prima delle foglie e persistono per alcune settimane.
I frutti sono delle false bacche carnose (in quanto non derivano solo dall’ovario, ma anche dal ricettacolo), di colore dal blu al nero. Hanno pezzatura varia, molto più grande del comune mirtillo nero europeo (Vaccinium myrtillus L., 1753), per questo è più redditizio nella coltivazione e quindi più diffuso nel mercato. In sezione la polpa assume colore dal verde chiaro al bianco con toni violacei a volte.
I semi sono molto piccoli, di forma pressoché simile a quella di una goccia.

Coltivazione –
Il Vaccinium corymbosum è una pianta che, grazie alla sua fruttificazione abbondante, è diventata molto coltivata, e di elevata rilevanza industriale, diffusa oltre che negli Stati Uniti e Canada, in Europa, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Sud America.
Questa pianta vegeta in terreni umidi, torbosi e con substrato siliceo a pH acido dal 3.5 al 5.5. Difatti il fattore limitante di questa specie è il terreno che deve essere ricco di sostanza organica (acidi umici, acido carbonico e acido tannico) ed estremamente povero e dilavato riguardo agli altri elementi nutritivi. È noto infatti che concimazioni eccessive in fosforo, potassio e, soprattutto azoto, portano danni anche irreparabili all’apparato radicale che causa necrosi fogliare e successivamente morte delle pianta. Anche l’aggiunta eccessiva di concimazione con altri macroelementi come Mg e Ca causa problemi alla pianta. Soprattutto quest’ultimo è un elemento ad elevata fitotossicità per questa pianta in quanto causa clorosi ferrica dovuta al mancato assorbimento del ferro ostacolato dal calcio, e quindi una carente sintesi di clorofilla.
La conseguenza dell’eccesso di calcio è lo scolorimento delle foglie giovani che rimarranno verdi solo intorno alle venature e bianche nel resto del tessuto. Per evitare la morte della pianta si ricorre all’uso di composti chelanti del ferro oppure sali di ferro a idrolisi acida come solfato ferroso. Per mantenere l’acidità del terreno e garantire un’ottima vegetazione è consigliabile coltivare questa pianta in torba acida di sfagno e di annaffiare con acqua priva di sali (che sono generalmente sali basici e di cloro) dato che generalmente quella fornita dagli acquedotti, di molti paesi, come in Italia, ha una salinità e un pH troppo elevati. La concimazione non deve essere troppo abbondante e di solito effettuata con fertilizzanti a idrolisi neutra o acida come ad esempio solfato di ferro, alluminio, potassio e ammonio.
La pianta è anche facilmente trapiantabile, grazie al numero ridotto di grandi radici e dal fittissimo reticolo di radici fini.
L’apporto idrico dovrà risultare regolare sino all’affrancamento della pianta; successivamente sarà, invece, necessario intervenire con annaffiature solo in periodi particolarmente siccitosi, evitando i ristagni di acqua e la conseguente formazione di funghi.
È molto resistente anche alle temperature più rigide. I primi due anni saranno caratterizzati da una modesta produzione, al termine dei quali si procederà con il diradamento delle vegetazioni più deboli e, sulle restanti, con i tagli di ritorno fino ai rametti laterali più vigorosi. Sono pochi i parassiti da cui può venire attaccato, tra cui l’oziorinco e la muffa grigia.
Sono presenti, inoltre, molte varietà tra cui citiamo: Precoce, Duke, Patriot, Reka, Spartan, Mezza stagione, Blue Crop, Raggio blu, KaBluey, Nordland, Tardiva, Aurora, Darrow, Elliott, Maglia, Chandler, ecc.

Usi e Tradizioni –
Dai reperti archeologici e ricostruzioni si ritiene che la coltivazione di molte specie selvatiche di Vaccinium sia stata effettuata dai nativi americani per migliaia di anni.
Molto probabilmente la specie V. corymbosum, essendo una delle specie probabilmente utilizzate da questi popoli, fu successivamente studiata e addomesticata nel 1908 da Elizabeth Coleman White e Frederick Vernon Coville.
Le bacche venivano raccolte e utilizzate nella cucina dei nativi americani nelle aree in cui il Vaccinium corymbosum cresceva come pianta autoctona.
Attualmente questo Vaccinium è il mirtillo più comune coltivato commercialmente nel Nord America.
Tuttavia viene coltivato anche come pianta ornamentale per giardini domestici e faunistici e progetti di abbellimento naturale.
La produzione di questa pianta, su larga scala, è concentrata soprattutto in Nord America, ma coltivazioni rilevanti si trovano anche in Canada.
Altre coltivazioni si trovano in Europa, (Germania, Svezia e Paesi Bassi ed altri), mentre nell’emisfero australe, le troviamo in paesi come Cile, Colombia, Argentina, Perù, Uruguay, Nuova Zelanda, Australia, Sud Africa e Zimbabwe.
In Australia la pianta fu introdotta nel 1950. Sebbene inizialmente senza successo, la produzione decollò negli anni ’70.
Oltre a questa coltivazione, alcuni mirtilli, chiamati altobush meridionale, sono forme ibridate derivate da incroci tra V. corymbosum e V. darrowii, originario degli Stati Uniti sudorientali. Questi ibridi e altre cultivar di V. darrowii sono stati sviluppati per la coltivazione nelle calde regioni meridionali e occidentali del Nord America.
I frutti del Vaccinium corymbosum possiedono un gusto dolce-acidulo e possono essere mangiati freschi, o utilizzati per marmellate, torte e dolci.
Il Vaccinium Corymbosum condivide con le altre specie di mirtillo la maggior parte delle proprietà. È, infatti, ricco di Vitamina A, C, B, tannini catechitini, pectine, flavonoidi, sali minerali, zuccheri. Dopo il melograno e le bacche di Goji, è uno dei frutti con il più alto contenuto di antociani, antiossidanti per eccellenza, utili per contrastare la formazione dei radicali liberi e con elevate proprietà capillarotrope. È, infatti, un prezioso alleato contro i disturbi dell’apparato circolatorio, come gambe gonfie, crampi, varici ed emorroidi, in quanto migliora la resistenza e la funzionalità dei vasi capillari.
Noti sono anche i suoi benefici sulla vista, grazie alla rigenerazione della porpora retinica degli occhi, il pigmento che ci permette di vedere in condizioni di scarsa luminosità.
Il mirtillo possiede, inoltre, proprietà diuretiche, antisettiche e antinfiammatorie, utili per curare diarrea, coliche, cistiti e problemi intestinali.
Si ricorda, comunque, che un consumo eccessivo può provocare effetti lassativi; è sconsigliato in presenza di calcoli renali e può interferire con farmaci anticoagulanti, antiaggreganti e antidiabetici.
dal punto di sita ecologico è una pianta, le cui bacche, negli habitat naturali, sono una fonte di cibo per uccelli, orsi e piccoli mammiferi nativi e migratori. Il fogliame è brucato da cervi e conigli.

Modalità di Preparazione –
Il mirtillo gigante americano, così come altri mirtilli, torva impiego in campo alimentare ma anche in quello medicinale per le sue proprietà fitochimiche.
In campo erboristico si preparano estratti, decotti, tinture madri, succhi e macerati.
In campo alimentare vanno consumati i suoi frutti, sia freschi che conservati o preparati in marmellate, succhi, gelati, dolciumi, ecc.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/214227690/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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