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Abies forrestii

Abies forrestii

L’abete di Forrest (Abies forrestii Coltm.-Rog.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Abies,
Specie A. forrestii.
Sono sinonimi i termini:
– Abies chayuensis W.C.Cheng & L.K.Fu;
– Abies chengii Rushforth;
– Abies delavayi Diels;
– Abies delavayi forrestii (Coltm.-Rog.) A.B.Jacks.;
– Abies ferreana Bordères & Gaussen;
– Abies forrestii Craib;
– Abies georgei Hand.-Mazz.;
– Abies georgei Orr.;
– Abies rolii Bordères & Gaussen;
– Abies yuana Bordères & Gaussen.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti varietà:
– Abies forrestii var. ferreana (Bordères & Gaussen) Farjon & Silba – Varietà endemica dello Yunnan e del sud-est dello Xizang, in Cina.
– Abies forrestii var. georgei (Orr) Farjon – Varietà endemica del Sichuan, dello Yunnan e dello Xizang, in Cina
– Abies forrestii var. smithii R.Vig. & Gaussen – Varietà endemica del nord-ovest dello Yunnan, in Cina.

Etimologia –
Il termine Abies viene da Abies che è il nome classico latino (Virgilio, Egloghe, dalla radice sanscrita abh sgorgare della resina); secondo un’altra interpretazione deriverebbe dalla parola greca ἄβιος = longevo.
L’epiteto specifico forrestii è stato dato in onore di George Forrest, botanico scozzese, esploratore della provincia cinese dello Yunnan e primo scopritore di A. forrestii.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Abies forrestii è una conifera endemica della Cina sudoccidentale (Sichuan, Yunnan e Xizang).
Il suo habitat è quello delle quote montane comprese tra i 2.400 e i 4.300 m, dove il clima è freddo e umido con precipitazioni annue che raggiungono i 2.000 mm, su suoli podzol. Forma boschi puri alle quote più elevate, mentre alle quote inferiori più frequentemente misti in associazione con Picea likiangensis, Tsuga dumosa, Larix potaninii, Betula albo-sinensis e specie dei generi Acer e Sorbus; il sottobosco tipico è caratterizzato da Rhododendron.

Descrizione –
L’ Abies forrestii è un albero alto fino a 40 m.
Il tronco è cilindrico e dritto che può raggiungere 1,5 m di diametro e la corteccia è grigia-marrone, liscia, tendente a divenire marrone scuro e a fessurarsi longitudinalmente con la maturità.
La chioma ha portamento conico.
I rami secondari sono glabri o lievemente rugosi, di colore purpurei o arancio-marroni da giovani, e diventano grigi con l’età.
Le foglie sono aghiformi, di colore verde scuro, lunghe fino a 3 cm, disposte a spirale in due file laterali, con apice dentellato, a volte ottuso o acuto. Le gemme sono di forma ovoidale, lunghe 1 cm, resinose.
Gli strobili maschili sono lunghi 3-4,5 cm, gialli con microsporofilli viola.
Gli strobili femminili, blu purpurei da immaturi, marroni scuri a maturazione, sono cilindrici con cima ottusa o depressa, lunghi 6-10 cm e larghi fino a 4 cm; le scaglie sono pubescenti, lunghe 2 cm, larghe 1,8 cm, a margine intero. I semi sono marroni, obovati, lunghi circa 8 mm, con ala marrone chiaro obovata.

Coltivazione –
L’Abies forrestii è un albero sempreverde che viene utilizzato in natura per il suo legno, che viene scambiato commercialmente.
Cresce nelle foreste montane, costituite principalmente da popolamenti puri ma anche con conifere miste e latifoglie soprattutto ai margini delle foreste, che crescono su podzol di montagna grigio-marroni; ad altitudini comprese tra 2.400 e 4.300 metri.
Questa pianta andrebbe coltivata ad altitudini più elevate nella zona temperata con clima freddo e umido e con precipitazioni annuali che variano da 1.000 a 2.000 mm.
Gli alberi dormienti tollerano molto il freddo, ma la vegetazione nuova può essere danneggiata dalle gelate.
Dal punto di vista pedologico preferisce un buon terreno umido ma non impregnato d’acqua e cresce bene in terreni argillosi pesanti e condizioni leggermente acide, fino a un pH di circa 5.
Le piante sono molto tolleranti all’ombra, soprattutto quando sono giovani, ma la crescita è più lenta in presenza di ombra densa.
È una pianta intollerante all’inquinamento atmosferico.
Preferisce crescere su un pendio esposto a nord.
Gli alberi dovrebbero essere piantati in pieno campo quando sono piuttosto piccoli, tra i 30 ei 90 cm di altezza. Gli alberi più grandi crescono male anche per adattamento del sistema radicale.
La propagazione avviene per seme. La semina va effettuata a fine inverno in serra o all’aperto all’inizio della primavera.
La germinazione è spesso scarsa, di solito richiede circa 6 – 8 settimane. Pare che la stratificazione produca una germinazione più uniforme, quindi è consigliabile seminare il seme in un semenzaio non riscaldato non appena è maturo in autunno.
Il seme rimane vitale fino a 5 anni se ben conservato.
Le giovani piantine vanno poste in pieno campo in tarda primavera o all’inizio dell’estate, dopo le ultime gelate previste.

Usi e Tradizioni –
L’ Abies forrestii è una pianta che pè stata sfruttata da tempi remoti per il suo legno, come materiale per vari tipi di costruzione.
A causa del depauperamento delle risorse naturali lo sfruttamento di questa pianta è cessato (almeno ufficialmente) con una legge cinese sulla conservazione delle foreste che ora vieta il disboscamento nelle foreste secolari nelle province occidentali. La pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate (2013).
Questa specie è molto apprezzata come albero ornamentale in orti e giardini botanici e privati, negli Stati Uniti e in Europa.

Modalità di Preparazione –
L’ Abies forrestii è una pianta utilizzata sia come pianta ornamentale che per il suo legname.
Non si conoscono invece utilizzi per uso alimentare o medicinale.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
http://temperate.theferns.info/plantimages/0/6/06f1341711e560558ed8da0d5e110f525f7eec18.jpg
https://powo.science.kew.org/taxon/urn:lsid:ipni.org:names:676570-1

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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