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Abies fabri

Abies fabri

L’ Abete di Faber (Abies fabri (Mast.) Craib, 1920) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Abies,
Specie A. fabri.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Keteleeria fabri Mast.;
– Abies delavayi var. fabri (Mast.) D.R.Hunt.
All’interno di questa specie si riconoscono due sottospecie:
– Abies fabri subsp. fabbri (Mast.) Craib, 1920; presente nel Sichuan centrale e occidentale, in aree con forti piogge monsoniche estive.
– Abies fabri subsp. minensis (Bordères & Gaussen) Rushforth – endemica del Sichuan occidentale.

Etimologia –
Il termine Abies viene da Abies che è il nome classico latino (Virgilio, Egloghe, dalla radice sanscrita abh sgorgare della resina); secondo un’altra interpretazione deriverebbe dalla parola greca ἄβιος = longevo.
L’epiteto specifico fabri fu assegnato in onore di Ernst Faber, missionario tedesco nella Cina del XIX secolo e collezionista di specie botaniche, tra le quali A. fabri.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Abete di Faber è una conifera originaria della Cina ed è endemica del Sichuan nella Cina occidentale; si trova sulla montagna sacra di Emei Shan (da dove è stato descritto per la prima volta) e verso ovest fino al massiccio del Gongga Shan.
Il suo habitat è quello delle quote montane comprese tra i 1.500 e i 4.000 m, dove il clima è freddo e umido con precipitazioni annue superiori ai 2.000 mm. Sono presenti boschi puri, ma più frequentemente misti in associazione con Picea likiangensis, Tsuga chinensis e Larix potaninii.

Descrizione –
L’ Abies fabri è un abete alto fino a 40 m, con tronco che può raggiungere 1 m di diametro.
La corteccia è di colore grigio o grigio scura tendente a disporsi a falde con la maturità.
I rami secondari sono glabri o lievemente pubescenti, di colore marrone chiari o giallo-marroni da giovani, e divengono marroni-grigi al secondo o terzo anno di età.
Le gemme sono di forma conica-ovoidale, piccole, resinose, con perule giallo porpora, ad apice ottuso.
Le foglie sono aghiformi, lucide, di colore verde, lunghe fino a 3 cm, disposte a pettine in due file laterali, con margine revoluto e apice ottuso.
Gli strobili femminili sono di colore blu purpurei da immaturi, marroni purpurei a maturazione; hanno forma ovoidale-cilindrica con apice ottuso, lunghi 6-11 cm e larghi fino a 4,5 cm, con corto peduncolo; le scaglie sono di forma a trapezio, lunghe 2 cm, larghe 2,4 cm, a margine auricolato. I semi, ellissoidali, lunghi circa 16 mm, con ali marroni scure cuneate, maturano in ottobre.
Gli strobili maschili sono lunghi 2-3,5 cm, gialli con microsporofilli viola; l’impollinazione avviene in maggio.

Coltivazione –
L’ Abies fabri cresce nel suo habitat nella foresta temperata tra i 1500 ed i 4000 m s.l.m.; lo si trova in popolamenti quasi puri nella località tipo sul monte Emei; altrove è associata a Pinus tabuliformis e Tsuga chinensis.
È una zona con clima freddo e umido ,con precipitazioni annue superiori ai 2.000 mm.
Questo abete è minacciato dalle pioggie acide provenienti dalle vicine industrie di Chengdu.
È una pianta non di utilizzo comune, rispetto ad altre conifere. Anche la coltivazione per uso ornamentale in orti e giardini botanici è poco praticata.

Usi e Tradizioni –
L’Abies fabri è una pianta strettamente imparentata con Abies delavayi e Abies forrestii, che lo sostituiscono rispettivamente a sud e sud-ovest nel sud del Sichuan e nello Yunnan, e con Abies fargesii, che lo sostituisce più a nord nel Gansu.
Questo abete è una sorta di enigma. È in gran parte trascurato sia nei giardini che in natura e la sua posizione tassonomica rimane oggetto di dibattito. Bordères-Rey & Gaussen lo descrissero nel 1929 sulla base della collezione di TT Yu Yu 2586, raccolta vicino a Songpan nel nord del Sichuan, ma diverse autorità lo considerarono sinonimo di A. fargesii var. faxoniana (o A. faxoniana) tra cui Dallimore & Jackson (1966), Liu (1971), così come gli autori del racconto Flora of China (Fu, Li & Mill 1999).
Questa specie, purtroppo, con un areale ristretto e un declino stimato maggiore del 30 % nell’ultimo secolo e mezzo, viene classificata tra le specie vulnerabili al rischio di estinzione nella Lista rossa IUCN. L’area del Monte Emei è attualmente protetta, ma altre popolazioni sono ancora soggette al taglio intensivo dei boschi; inoltre un rischio maggiore, come detto, è causato dalle piogge acide provocate dalla vicinanza della zona industriale di Chengdu.

Modalità di Preparazione –
L’Abies fabri è una pianta non di utilizzo comune, anche se alcune popolazioni sono soggette al taglio intensivo per la sua legna.
Anche la coltivazione per uso ornamentale in orti e giardini botanici è poco praticata e non si conoscono impieghi alimentari o medicinali.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://bisque.cyverse.org/image_service/image/00-f2vAp9Y6RdnqmmsDayCUde?resize=4000&format=jpeg
https://treesandshrubsonline.org/articles/abies/abies-fabri/

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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