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Tringa nebularia

Tringa nebularia

La pantana comune (Tringa nebularia, Gunnerus 1767) è un uccello appartenente alla famiglia degli Scolopacidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukarya,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Superphylum Deuterostomia,
Phylum Chordata,
Subphylum Vertebrata,
Infraphylum Gnathostomata,
Superclasse Tetrapoda,
Classe Aves,
Ordine Charadriiformes,
Sottordine Scolopaci,
Famiglia Scolopacidae,
Genere Tringa,
Specie T. nebularia.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– T. nebularia glottoides;
– T. nebularia nebularia.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La pantana comune è un uccello che è presente in Africa, Asia e Europa, in Australia, Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea, in Alaska, Québec e Terranova. È di passo in Islanda, Micronesia, Nuova Caledonia, Porto Rico, Barbados e Bermuda.
La specie nidifica in tutta l’Eurasia settentrionale, in particolare in Scozia ed in tutta la penisola scandinava e la penisola di Kola per poi proseguire ad est attraverso la Russia e la Siberia, fino alla Kamchatka. I punti più meridionali di nidificazione sono appunto in Scozia e su alcune isole del mar Baltico, nel golfo di Finlandia e proseguendo ad est, sempre restando al di sopra del 55° parallelo. Non è presente in Islanda e nelle isole nordatlantiche, se non accidentalmente.
In inverno migra a sud sino al Ceylon ed alla Nuova Zelanda.
In Italia è una specie parzialmente svernante e di doppio passo, da fine agosto a tutto settembre, e da metà marzo a fine aprile.
Il suo habitat è quello di stagni e paludi, laghi e litorali, lagune salate e sponde di grandi fiumi ma durante la migrazione si accontenta anche di semplici specchi d’acqua di ridotte dimensioni, giusto per riposarvi qualche giorno e riprendere le forze per ripartire.
La nidificazione avviene principalmente nelle zone umide della taiga, nelle aree aperte in mezzo a immense foreste, oppure anche in aree totalmente brulle senza vegetazione, formate da piccoli specchi d’acqua o da terreni torbosi con pozzanghere stagnanti e con una copertura erbacea piuttosto aperta che faciliti sia la visibilità sia il camminamento.

Descrizione –
La Tringa nebularia è la specie di maggiori dimensioni del suo genere con una lunghezza di 35 cm, un peso medio di 200 grammi ed un’apertura alare di 70 cm. non presenta dimorfismo sessuale ed anche i giovani mostrano al primo anno una livrea pressoché simile agli adulti, motivo per il quale la determinazione del sesso può essere fatta solo da ornitologi specialisti.
Ha un becco lungo, robusto ed affilato e nella parte finale, leggermente rivolto all’insù ma che risalta in maniera piuttosto evidente.
Le zampe sono di colore tendente al giallo – verdastro, con conformazione allungata sul corpo, snelle e sempre ben visibili. In volo le zampe sporgono dalla coda mostrando interamente i piedi.
Ha un mantello molto più scuro dell’addome con un colore grigiastro compatto che contrasta col petto di colore bianco screziato da macchie e striature nere.
Il groppone è di colore bianco candido così come il sopraccoda e la coda stessa che sono dello stesso colore.
La testa è di colore grigio, screziata sul capo da venature nere più o meno accentuate.
Il canto è tipico e nelle aree ventose dell’estremo nord il suono si propaga per lunghe distanze mischiandosi con i rumori di quella natura remota ed ancora selvaggia.

Biologia –
La Tringa nebularia forma coppie monogame che possono durare per più di una stagione di nidificazione.
Il nido viene realizzato in una semplice depressione sul suolo, generalmente con aggiunta di un po’ di materiale raccolto nelle vicinanze tanto da renderlo mimetizzato con l’ambiente circostante, immersa fra licheni, erbe basse e piccoli arbusti oppure addossata ad un tronco caduto a terra o un grosso sasso.
In questo la femmina depone di norma 4 uova di colore verdastro, molto piriformi e macchiate diffusamente con forti screziature di colore bruno.
La cova viene effettuata da entrambi i genitori per un periodo di circa 25 giorni ed i piccoli nidifughi nascono forniti di un soffice piumino che permette loro di lasciare il nido pressoché immediatamente dopo la schiusa.
L’involo si avrà dopo altri 30 giorni anche se i piccoli rimangono ancora per un po’ dipendenti dai genitori.
Di norma la femmina lascia il territorio prima del maschio ed ancor prima che i piccoli sappiano volare. Infatti, i nuovi nati non migrano con i genitori ma con altri novelli dell’annata forse seguendo altri adulti.
La crescita di questo uccello è più rapida in quanto la Tringa nebularia è un uccello che si nutre anche durante la notte, tanto più nei territori subartici, dove ha a disposizione anche 24 ore di luce.
La maturità di questa specie si ha verso il terzo anno; inoltre i giovani oltre che migrare verso sud al primo inverno, rimangano nei quartieri invernali anche durante l’annata successiva o perlomeno una parte ritorna isolatamente verso i luoghi natii senza più o meno raggiungerli, vagabondando nell’emisfero nord fino al nuovo autunno.
La prospettiva di vita è piuttosto lunga e può arrivare anche ai 15 anni per cui, vista la consistenza delle popolazioni e l’ampiezza dell’areale abitato, la specie non è, al momento, considerata a rischio.

Ruolo Ecologico –
La pantana comune è un uccello schivo che non si raduna mai in gruppi numerosi neppure durante la migrazione e questa sua caratteristica è evidenziata durante la nidificazione quando si ritira a vita di coppia finché non portata a termine la riproduzione.
Questo uccello si nutre di anellidi, piccoli crostacei, molluschi, anfibi. Generalmente gli insetti e le loro larve sono parte principale della sua alimentazione ma si dice che anche piccoli roditori e minuti rettili possono essere preda di questa specie.
L’alimentazione avviene in acque basse, sondando il fondo con il lungo becco.
Infine, per quanto riguarda lo stato di questa specie, secondo la IUCN Red List, l’andamento della popolazione sembra essere stabile e quindi la specie non si avvicina alle soglie di Vulnerabile secondo il criterio dell’andamento della popolazione (>30% di calo in dieci anni o tre generazioni). La dimensione della popolazione è molto ampia e quindi non si avvicina alle soglie di Vulnerabile secondo il criterio della dimensione della popolazione (<10.000 individui maturi con un declino continuo stimato >10% in dieci anni o tre generazioni, o con una struttura della popolazione specificata) . Per questi motivi la specie è valutata come Least Concern.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.




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