Un Mondo Ecosostenibile
Guide PraticheTecniche

Riproduzione del Pino nero

Riproduzione del Pino nero

Il pino nero (Pinus nigra J.F.Arnold, 1785) è una conifera arborea della famiglia delle Pinaceae presente esclusivamente nelle regioni montuose mediterranee.

Habitat idoneo di riproduzione –
Il pino nero ha un areale di distribuzione estremamente frammentato in quanto si tratta di una specie relitta pioniera.
Questa specie è diffusa nell’Europa Meridionale e Asia Minore. È una specie molto variabile e se ne riconoscono almeno cinque sottospecie, tra le quali la nigra (Austria e Italia centrosettentrionale) e laricio (Corsica, Calabria e Sicilia).
L’areale è tipicamente oro mediterraneo, con una distribuzione che va dal Nordafrica all’Anatolia. Questa pianta è molto diffusa dalla Spagna alla Crimea; si trova anche in Asia minore (Cipro, Anatolia) e sulle montagne dell’Africa settentrionale. Conifera oltre modo utilizzata come ornamentale nei giardini, si è poi naturalizzata in qualche area dell’America settentrionale. È presente in Italia ed è molto comune da Nord a Sud e cresce sia a basse quote fino a quote alte (a Nord).
In Italia tende a creare dei boschi più o meno puri ma è anche associato ad altri alberi come il Pino silvestre, il Pino mugo, il Pino marittimo, l’Abete rosso e bianco.
Il suo habitat tipico è quello delle foreste di conifere, talvolta in popolamenti puri, e presente anche in luoghi più aperti delle brughiere, che cresce dalla costa fino alle zone montuose, spesso su suoli calcarei; ad altitudini comprese tra 100 e 2.000 metri.

Propagazione –
Il Pinus nigra, con le sue sottospecie, è una pianta moderatamente resistente al freddo, in grado di tollerare temperature fino a circa -20 °C quando è completamente dormiente.
È una pianta che richiede una posizione soleggiata per svilupparsi bene e terreni preferibilmente sabbiosi, leggeri e ben drenati.
Questa specie, inoltre, è più tollerante all’inquinamento atmosferico di qualsiasi altra specie di pino e tollera l’esposizione marittima, in particolare la sottospecie laricio.
È una pianta a rapida crescita da giovane e si propaga soprattutto per seme.
Nella semina si consiglia di effettuare questa operazione in vasi singoli in semenzaio freddo non appena il seme è maturo, se questo è possibile, altrimenti a fine inverno. Una breve stratificazione di 6 settimane a 4 °C può migliorare la germinazione dei semi immagazzinati.
Il trapianto va effettuato quanto prima in quanto più le piantine crescono e più si forma l’apparato radicale più difficile è l’attecchimento delle piante.
Dopo il trapianto si consiglia di effettuare una concimazione vegetale che protegge le giovani piantine per i primi inverni ed evita la crescita di erbe infestanti.
Un altro sistema di propagazione può essere per talea.
Questo metodo funziona solo se le talee vengono prelevate da alberi molto giovani di età inferiore a 10 anni. In questo caso bisogna usare fascicoli a foglia singola con la base del germoglio corto. Le talee, comunque, sono normalmente lente a crescere.

Ecologia –
Il pino nero è una specie moderatamente termofila, resiste bene anche al gelo e alla neve. Si trova, a seconda della latitudine, dalla pianura a 2000 m di quota, ma di solito predilige un’altezza di 200–1500 m. Non è troppo esigente in fatto di terreno, ma non si adatta bene a quelli pesanti e argillosi soprattutto se umidi soffrendo di marciumi radicali e conseguente crescita stentata. Ama invece i terreni rocciosi con pochi ristagni idrici e vegeta bene anche in terreni calcarei mostrando però una crescita maggiore annua in terreni silicei.
In natura tende a cresce in popolamenti puri o più raramente in associazione con altri pini come P. sylvestris o P. uncinata.
Questa specie non è considerata una specie in pericolo sebbene alcune sue popolazioni endemiche sub-mediterranee costituiscano un habitat prioritario secondo la Direttiva Natura 2000 (Direttiva Habitat n. 92/43/CEE, 21 Maggio 1992).
In passato piantagioni estensive furono realizzate spesso in Europa nei due secoli passati utilizzando materiale di origine sconosciuta e/o molto lontana, per i quali non esistono attualmente tracce storiche. Questo ha causato probabilmente un’ampia mescolanza di pool genici locali ed esotici lungo tutto l’areale di distribuzione del pino nero.
Comunque sia, nelle aree in cui il Pinus nigra è ampiamente diffuso ed è molto importante in selvicoltura, i fattori come gli incendi e i tagli illegali causano gravi danni. Quando si verificano in aree con piccole popolazioni isolate il rischio maggiore viene da qualsiasi fattore che possa provocare l’estinzione locale, sia attraverso i tagli illegali e gli incendi sia attraverso l’ibridazione (inquinamento genetico) con Pinus nigra piantati che appartengono ad altre sottospecie.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *