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Come si coltiva la Quercia Vallonea

Come si coltiva la Quercia Vallonea

La Quercia vallonea (Quercus ithaburensis subsp. macrolepis (Kotschy) Hedge & Yalt.) è una specie arborea della famiglia delle Fagaceae originaria delle regioni mediterranee sudorientali, dall’Italia fino al Medio Oriente e all’Asia Minore. Nel nostro Paese è presente solo in due zone, a Tricase in Puglia e a Matera in Basilicata.
È una pianta tipica dei boschi aridi su suolo calcareo dove forma boschi misti con leccio, quercia spinosa e roverella.
Questa quercia ha fiori maschili che sono posti in amenti giallastri filiformi, mentre quelli femminili sono sessili sui rami, sono solitari o a 2-3. Il frutto è una ghianda che matura al secondo anno, ovoidale, grossa, con pericarpio bruno a maturità e cupola larga rivestita di grosse squame appiattite.

Coltivazione –
La Quercia vallonea è una pianta eliofila e xerofila che prospera bene in zone con clima mediterraneo con elevate piogge autunnali e su terreni calcarei poveri, in campi e boschi aridi. Tuttavia non è una specie rustica.
Questa quercia si propaga a partire dal seme che si preleva subito dopo la raccolta, come per tutte le querce, anche perché i semi perdono velocemente la loro vitalità. La messa a dimora dei semenzali va effettuata in giovanissima età (entro i due anni) dato che il suo apparato radicale non tollera assolutamente i disturbi. In alternativa la semina può essere effettuata direttamente a dimora proteggendo le ghiande e le piantine da topi e scoiattoli. Può sopportare ombreggiamenti parziali solo nella fase giovanile.
Per quanto riguarda la potatura si raccomanda di non potarla in quanto dà il suo meglio se lasciata libera di espandersi e crescere come preferisce, ma in caso si renda necessaria una potatura la pianta non ha problemi a sopportarla.

Usi –
Della Quercia vallonea sono state selezionate alcune varietà che hanno ghiande dolci e commestibili e per molti secoli sono state usate per l’alimentazione umana.
Le cupole invece possono contenere fino al 50% di tannino di ottima qualità che venivano commercializzate con il nome di “vallonea” con un ampio e redditizio mercato per la concia delle pelli, fino a che la concorrenza del tannino di castagno, che era venduto a prezzo molto più basso, non ha sostituito definitivamente la coltivazione di questa specie.




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