Un Mondo Ecosostenibile
Guide PraticheProduzioni

Produzione del cippato in casa

Produzione del cippato in casa

Il cippato è legno ridotto in scaglie, con dimensioni variabili da alcuni millimetri a qualche centimetro.
Il cippato viene prodotto a partire da tronchi e ramaglie attraverso un agttrezzo che viene chiamato scippatrice.
Una volta ottenuto il cippato queste può essere utilizzato come combustibile o materia prima per processi naturali e/o industriali.
Il cippato, al pari di altre biomasse ligno-cellulosiche, non può essere considerato di per sé una fonte rinnovabile come energia solare e energia eolica per i lunghi – quando possibili – tempi di formazione e crescita della pianta d’origine; tuttavia il cippato può costituire la materia prima per la crescita delle specie vegetali d’origine in un ciclo chiuso.
La condizione necessaria per la rinnovabilità di questa materia prima è che il prelievo dalla sorgente non sia superiore all’accrescimento della stessa. Può essere prodotto da scarti di lavorazioni agricole e forestali o da colture dedicate (short rotation).
Il cippato viene prodotto in grandi apprestamenti forestali, in aziende agricole ma può essere prodotto anche in casa per gli utilizzi necessari.
Il cippato è una delle varie forme in cui il legno può essere trasformato e può essere utilizzato per le stufe a pellet miscelandolo in percentuali ridotte al pellet o per le caldaie a biomassa, principalmente per quelle a cippato.
Il cippato è il legno ridotto in scaglie di dimensioni ridotte partendo da tronchi e ramaglie, utilizzando una cippatrice.
La cippatrice è una macchina che produce un materiale, appunto il cippato, che ha una pezzatura che va da 10 a circa 70 millimetri.
Il cippato, essendo uno scarto naturale con proprietà combustive e che si possono rigenerare in tempi brevi può essere inserito facilmente all’interno delle biomasse, fonti di energia pulita e di origine organico-naturale, a condizione che si rispettino le procedure dette prima.

Produzione del cippato in casa –
La condizione essenziale per produrre del cippato in casa è quella di avere anche un piccolo orto o giardino a cui attingere per il materiale ligneo di base, quali residui di potatura, scarti legnosi, ecc..
Si tenga presente che il rendimento calorico del cippato varia in funzione di due parametri:
– all’essenza di legno utilizzata (olivo, agrumi, alberi da frutta vari, essenze forestali, ecc.);
– al grado di umidità che presenta (può essere fresco di produzione con un’umidità compresa tra il 40-50% o secco con un’umidità inferiore al 20%);
– distanza tra luogo di produzione e di utilizzo di questo materiale.
Questi fattori incidono non solo sul suo potere calorifero ma anche sul prezzo.
Tornando alla scippatrice questa può essere adoperata per la trasformazione degli scarti derivanti dalla lavorazione del legno e dalla potatura di piante in piccole scaglie con una pezzatura di diversi millimetri.
Per completezza di informazione si tenga conto che, in base alle dimensioni delle scaglie prodotte, il cippato viene a sua volta diviso in:
– cippato, che è il materiale con le scaglie più grandi;
– cippatino e microcippatino, materiale con scaglie più piccole.
Il cippato più fine, fino a 3 cm, può essere utilizzato per le caldaie e le stufe mentre il cippato fino a 6 cm viene utilizzato in ambito industriale.
Le più comuni cippatrici sono di due tipi: cippatrice a disco e cippatrice a tamburo.
Le cippatrici, a seconda delle dimensioni e della potenza, sono in grado di lavorare ramaglie di pochi millimetri di diametro nei modelli hobbistici, fino a piante intere con tronco e chioma per modelli industriali con potenze di centinaia di kW.
Per un uso casalingo si consiglia una scippatrice di pochi kW che però sia in grado di assicurare la lavorazione dei quantitativi a disposizione.
Più secco è il materiale di origine da cippare più efficiente e meno problematico sarà il lavoro della scippatrice. Si consiglia pertanto di creare un primo deposito di questo materiale dove far perde gran parte della umidità.
Una volta ottenute le scaglie queste andranno asciugate ulteriormente e conservate per qualche mese in un deposito: la loro percentuale di umidità diminuirà completando il processo di essiccatura.
Il cippato dovrà essere ben secco perché, come avviene per la legna o il pellet, questo ne aumenta il più potere calorifero.
Il cippato può essere utilizzato sia per la produzione di energia elettrica in centrali a biomasse, sia per produrre calore o in forma combinata in impianti di cogenerazione, sia per la creazione di calore in bruciatori di grandezza casalinga.
Infatti può alimentare sia impianti di piccola taglia (pochi kW) che grandi impianti fino all’ordine di diversi MW. In Italia si sta diffondendo il suo utilizzo a causa dei bassi costi di produzione e grazie all’incentivazione dei Certificati Bianchi (TEE) nelle caldaie a biomassa e negli impianti a Pirogassificazione.
Il cippato, inoltre, data la sua origine biologica, se non contaminato, può essere un ottimo elemento di base, economico e naturale, per orti, terreni agricoli, giardini e per produrre compost.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *