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Come coltivare il caffè

Come coltivare il caffè

Al Genere Coffea L., 1753 appartengono oltre 120 specie di piccoli alberi e arbusti, alcune delle quali sono coltivate per la produzione del caffè e di cui, la più nota è la Coffea arabica L., 1753.
La coffea arabica è un arbusto o piccolo albero originario dell’Etiopia e dello Yemen.
Il caffè è una delle piante più coltivate al mondo, e tale coltivazione ha naturalizzato la pianta anche in luoghi ben lontani dalle zone di origine.
La pianta del caffè, fuori dall’areale di coltivazione, viene spesso coltivata come pianta d’appartamento, soprattutto per il suo fogliame decorativo.
Può comunque essere coltivata, anche in aree diverse, come quelle di coltivazione, purché si tratti di climi che assicurino una certa temperatura ed umidità.
Il caffè è una pianta tropicale, che mal sopporta temperature inferiori ai 10°C; inoltre sembra però che la fioritura venga stimolata dal giusto succedersi delle stagioni, è quindi più probabile che produca fiori la pianta coltivata in serra piuttosto degli esemplari costretti in appartamento (come piante ornamentali) per tutto l’arco dell’anno. Inoltre nella tecnica ordinaria sono importanti gli apporti idrici che devono essere regolari nel periodo che va da marzo a ottobre; nel resto dell’anno si annaffia solo sporadicamente.
Condizioni climatiche ed esposizione –
Il motivo per cui il caffè difficilmente viene coltivato fuori dai suoi areali tradizionali è legato alle particolari necessità di questa pianta.
La Coffea arabica non sopporta assolutamente il freddo. La temperatura minima a cui può essere esposta è 14°C. L’ideale è però tenerla tra i 18 e i 21°C, con poca escursione tra il giorno e la notte.
È per questo che, fuori dal suo areale, per ottenere i migliori risulti l’ideale sarebbe crescerla in una serra temperata.
L’importante è garantire un’esposizione estremamente luminosa, evitando però il sole diretto (che potrebbe causare scottature fogliari).

Propagazione –
La semina si effettua impiegando chicchi freschissimi, visto che la loro capacità germinativa dura solo qualche settimana: compriamoli direttamente e da rivenditori affidabili, possibilmente specializzati in piante tropicali. Vanno sempre conservati a temperature alte, di almeno 25°C. i semi vanno posti su un substrato (o su della carta assorbente) mantenendo l’ambiente molto umido e con una temperatura costante tra i 25 e i 28°C. La germinazione è molto lenta: possono essere necessari anche due mesi. In seguito spostiamo delicatamente le piantine in vasi di almeno 40 cm di profondità e concimiamo adeguatamente.
Nella propagazione per talea bisogna prelevare queste in estate, dei rami dell’anno: devono essere solo parzialmente lignificati. Inseriamoli in un substrato molto leggero e manteniamo sempre umido (mettiamo un cappuccio in plastica trasparente. Aeriamo però spesso per evitare che insorgano marciumi. La radicazione dovrebbe avvenire nel giro di 30-40 giorni, poi potremo trasferire nel vaso definitivo.
Per quanto riguarda la materia prima per iniziare la coltivazione questa può partire oltre che da semenzaio anche da piantine di buone dimensioni che vengono vendute abbastanza comunemente nei vivai, di solito in primavera; ovviamente da seme avremo tempi di crescita maggiori.
Piante molto vigorose e con fioriture abbondanti si hanno solamente in un ambiente molto umido.
Il periodo di potatura ottimale è quello che va da Maggio a Giugno, ricordandosi che la fioritura avviene tra Giugno e ottobre e in condizioni climatiche ottimali in ogni periodo dell’anno.
Per quanto riguarda la concimazione si ricorda che il caffè è una pianta molto esigente sotto questo aspetto: in particolare risente velocemente della carenza di microelementi. Per ottenere buona crescita, fioritura e fruttificazione bisogna apportare buoni quantitativi di concimi potassici, mentre ad inizio inverno è bene spargere ed interrare sotto la superficie dello stallatico ben stagionato.

Potatura –
La pianta, se in buone condizioni pedoclimatiche, può crescere anche fino a 5 metri di altezza. I tronchi, inoltre, lignificano meglio e si ramificano più efficacemente. Si taglia poco sopra la 3a o 4 a gemma: da lì nasceranno dei rami secondari che andranno ulteriormente cimati.
Questo tipo di intervento si effettua alla fine della primavera, solamente su piante in piena forma: quelle che stentano potrebbero subire un ritiro della linfa e un disseccamento dei rami.

Raccolta –
Prima di fruttificare la pianta deve raggiungere l’età adulta che generalmente non avviene prima del 4° anno. I frutti maturano molto lentamente: a seconda del clima possono impiegare da 6 a 12 mesi. La fioritura, come la fruttificazione, possono avvenire in qualsiasi momento dell’anno e la pianta può portare contemporaneamente fiori e frutti, anche a diversi stadi di maturazione. Nei nostri climi è però molto difficile arrivare ad una piena maturazione.
I frutti si raccolgono quando diventano di un bel rosso scuro, quasi granata: si aprono e si estraggono da ognuno uno o due chicchi. Prima di utilizzarli vanno torrefatti (nel microonde, in forno o in padella) e macinati.

Coltivazione in Italia –
Negli ultimi tempi si stanno sperimentando produzione, soprattutto in alcune aree costiere della Sicilia, non senza dover affrontare la risoluzione di alcune problematiche.
Infatti se coltivate in condizioni di campo aperto le piante possono abbozzare dei fiori che poi possono non aprirsi, mentre sotto serra si possono avere fino a sei fioriture nell’arco di un mese e mezzo, a partire da inizio aprile. La maturazione dei frutti impiega quasi un anno.
Questa coltura, in Sicilia, non richiede cure particolari a livello di fertilizzazione e anche dal punto di vista della difesa non presenta criticità, anche perché essendo una coltura nuova e mantenuta sotto serra, difficilmente viene attaccata da parassiti o colpita da fitopatologie.
Anche se le produzioni di caffè made in Sicily per adesso sono estremamente limitate e sperimentali.
Qui al coltivazione si è estesa soprattutto in serra visto, tra l’altro che il caffè non ama la luce diretta del sole, almeno alle nostre latitudini.
Per quanto riguarda l’aspetto economico della coltivazione operata in Siclia, anche se i costi di produzione non sono elevatissimi, non sono ancora concorrenziali rispetto a quelli del Brasile o della Colombia, dove il caffè cresce in pieno campo e offre più raccolti all’anno grazie al clima favorevole.
È interessante però considerare che esiste una nicchia di mercato disposta a pagare un prezzo superiore per un prodotto di qualità e locale. Le future produzioni di caffè siciliano dunque, anche se limitate e vendute ad un prezzo elevato, troveranno probabilmente degli estimatori tra i consumatori italiani.
Tra l’altro c’è da considerare che le varietà di arabica che oggi sono coltivate in serra, nel corso degli anni si potrebbero adattare al nostro clima e la progenie, debitamente selezionata, potrebbe essere coltivata anche in pieno campo.
D’altronde è noto che il miglior caffè al mondo è quello che cresce nelle zone montane equatoriali, dove l’aria non è mai troppo calda e dove di notte la temperatura scende di molti gradi. Il clima siciliano, con l’alternanza di estati calde e inverni freschi, potrebbe rappresentare il futuro di questa coltivazione.

Guido Bissanti




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