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Ramnosio

Ramnosio

Il ramnosio, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: (2R,3R,4R,5R,6S)-6-metilossan-2,3,4,5-tetrolo è un monosaccaride avente formula bruta o molecolare: C6H12O5.
Il ramnosio è un metilaldopentosio, noto anche con i nomi di isodulcite e mannometilosio ed è il più importante dei metilpentosi.
Il ramnosio si ritrova libero nelle foglie e nei fiori di Rhus toxicodendron e, combinato, in molti glicosidi (canferitrina, datixina, esperidina, frangulina, glicifillina, quercitrina, rutina, xantoramnina), dai quali appunto si può ottenere per idrolisi con acidi diluiti.
Questo monosaccaride è dotato di potere rotatorio levogiro e dà luogo al fenomeno della mutarotazione; è noto in due forme cristalline, α e β. La forma α si ottiene per cristallizzazione da soluzioni acquose o alcoliche sature e calde; si presenta sotto forma di prismi monoclini con punto di fusione compreso tra 82 e 92 °C; per riscaldamento perde l’acqua di cristallizzazione e si converte parzialmente nella modificazione β, in cristalli aghiformi che fondono a 122-126 °C; se esposto all’aria umida si trasforma nella modificazione α.
L’isomero ottico più diffuso in natura è quello appartenente alla serie L (L-ramnosio).
È rappresentato in natura anche sotto forma di numerosi glucosidi, specialmente coniugato a flavonoidi e saponine.

A queste ultime impartisce una maggiore idrosolubilità, data la loro natura steroidea. Negli organismi animali (uomo incluso) non è rappresentato a livello delle cellule viventi, per cui non viene considerato come biologicamente fondamentale per il regno animale.
Per quanto riguarda le sue peculiarità, secondo recenti studi, il ramnosio risulterebbe molto efficace e sicuro per rallentare i fenomeni dell’invecchiamento cutaneo.
Questo monosaccaride stimola e ripristina l’attività fisiologica dei fibroblasti papillari, detti anche fibroblasti sorgente, che si trovano nel derma superiore (diversi dai fibroblasti reticolati ospitati nel derma inferiore). I fibroblasti papillari sono i veri responsabili della compattezza profonda della pelle e della levigatezza superficiale, quindi della giovinezza cutanea generale, perché presiedono alla rigenerazione di tutti gli strati cutanei: sotto il loro impulso nella pelle nascono nuove fibre, nuove cellule, nuovi scambi d’energia. Purtroppo, come tutte le cose belle, sono anche molto fragili, particolarmente sensibili ai raggi Uv che li distruggono in sole 48 ore e alle aggressioni esterne, e con l’età, pian piano, scompaiono. Il ramnosio li protegge e li moltiplica.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.




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