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Semi di Papavero

Semi di Papavero

I semi di papavero si ricavano dalle piante del genere Papaver L. ed in particolare, nelle aree mediterranee, dal papavero comune o rosolaccio (Papaver rhoeas L.).

Origini e Storia –
Il genere Papaver contiene 55 specie, di cui una decina si trovano in Italia. Si pensa che il papavero sia originario di una zona dell’altipiano asiatico che sta tra il Pamir e l’Iran, dove in epoche antichissime il frumento si differenziò, prima spontaneamente poi con l’aiuto dell’uomo.
Proprio la diffusione del frumento portò con se il papavero, definito pianta ‘sinantropica’, cioè che segue l’uomo nei suoi spostamenti, perché non si diffonderebbe senza i lavori agricoli che riportano alla luce i semi sprofondati nel terreno.
Presso i Romani il papavero era talmente legato alle pratiche di Cerere, divinità delle messi e dell’agricoltura, che la dea era raffigurata con spighe e papaveri tra i capelli e le braccia.
Il consumo di semi di papavero, già menzionato in testi antichi, è stato strettamente associato all’uso della pianta nella medicina tradizionale. Sebbene ci sia una discussione ancora aperta in proposito tra gli archeologi, sembrerebbe che la pianta di papavero fosse già nota e utilizzata ai tempi dei Sumeri. Le farmacopee dell’Antico Egitto e dell’antica Grecia descrivono l’uso di diversi rimedi ad attività narcotica e ipnotica; tra questi sono elencati Papaver somniferum e l’oppio, che sarebbero stati introdotti in Egitto durante il regno di Akhenaton e Tutankamon. Nella mitologia Greca, il papavero è stato spesso associato all’oblio e al sonno; a dimostrazione di ciò, sia Hypnos, sia il figlio Morfeo sono stati rappresentati con un fascio di papaveri tra le braccia. Anche l’uso dei semi di papavero è menzionato in molti testi antichi e un papiro Egizio, datato 1550 a.C., cita i semi di papavero per la loro azione sedativa.

Descrizione –
Il Papavero è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia Papaveraceae.
La specie più nota è il papavero comune o rosolaccio (Papaver rhoeas L.) che è una specie messicola la cui fioritura è visibile nei campi della fascia temperata all’incirca da maggio.
Il rosolaccio è una pianta annuale, latifoglie, con foglie pennato partite sparse lungo il fusto, alta fino a 80 – 90 cm, con fusto eretto, coperto di peli rigidi. Tagliato emette un liquido bianco.
I boccioli sono verdi a forma di oliva e penduli. Il fiore è rosso dai petali delicati e caduchi, spesso macchiato di nero alla base in corrispondenza degli stami di colore nero.
Il frutto è una capsula che contiene molti semi piccoli, reniformi e reticolati, che fuoriescono numerosi sotto lo stimma.

Principi attivi –
I semi di papavero sono una preziosa riserva di manganese, calcio, acido linoleico (Omega 6) e vitamina E.
Un cucchiaio da minestra di semi di papavero contiene circa 46 kcal, 1,6 g di proteine, 3,7 g di grassi e 2,5 g di carboidrati.
I semi di papavero contengono pochi acidi grassi saturi mentre sono ricchi di acidi polinsaturi e in particolare di acido oleico e linoleico; inoltre per il loro contenuto in manganese ed in rame possono anche contribuire significativamente all’apporto di questi elementi.
Sono ricchi in generale di minerali, quali Calcio, Ferro, Fosforo, Magnesio, Manganese, Potassio, Rame, Selenio, Sodio e Zinco.
Risultano, inoltre ricchi in Vitamine, tra le quali ricordiamo: Vitamina B1, Vitamina B2, Niacina, Vitamina C, Vitamina B6, Vitamina E, oltre ad Acido Pantotenico e Folati.
Inoltre si ricorda che il rosolaccio tra gli alcaloidi che contiene, il principale è la rhoedina, dalle proprietà blandamente sedative.

Proprietà ed Usi –
Le proprietà dei semi di papavero, sono note da tempo remote e per questo sono utilizzati, da sempre,come rimedio naturale contro ansia e stress; hanno infatti un blando effetto sedativo e calmante per il sistema nervoso.
Per questo motivo nella medicina popolare si utilizzano i fiori anche per tisane sedative o per infusi contro le irritazioni.
Il contenuto di calcio è un valido aiuto per la salute di denti e ossa, soprattutto per le donne in menopausa, mentre quello di manganese combatte l’azione dannosa dei radicali liberi e contribuisce a tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue. I semi di papavero contengono inoltre i fitosteroli che riducono la concentrazione di colesterolo nell’organismo. I semi principali fonte di omega 3 e omega 6
Nell’alimentazione vengono usati i semi, non solo per l’olio che offrono, ma anche come condimento su pani e dolci. Le proprietà della pianta sono concentrate sia nelle foglie che nei petali, hanno effetto emolliente, sudorifero, sedativo e leggermente ipnotico.
Le rosette basali entrano in alcune ricette della cucina dell’oltre Pò pavese, dove vengono usate in frittate, minestre, torte salate e frittelle. I semi sono utilizzati su dolci e pasticceria varia.
Come detto, il rosolaccio contiene tra gli alcaloidi, la rhoedina, dalle proprietà blandamente sedative, infatti un infuso ottenuto con 4 o 5 petali per tazza veniva tradizionalmente somministrato ai bambini prima di coricarsi in maniera da indurre loro un sonno migliore. È importante notare che gli alcaloidi presenti sono blandamente tossici, per questo motivo è sconsigliata l’assunzione abituale di estratti ed infusi ottenuti da questa pianta, in particolare a bambini ed anziani.
In generale si possono così elencare i principali benefici all’uso dei semi di papavero.
– Gli acidi grassi insaturi e gli oli essenziali presenti nei semi di papavero fanno bene al cuore. L’acido oleico e l’acido linoleico, oltre ad essere coinvolti nel processo di riduzione del colesterolo cattivo LDL, contribuiscono anche ad aumentare i livelli del colesterolo buono HDL. Con tali proprietà i semi di papavero aiutano a prevenire le malattie cardiache come ictus ed infarti.
– La vitamina C, insieme alla vitamina E, conferisce ai semi di papavero proprietà antiossidanti. Queste contrastano i radicali liberi e rallentano l’invecchiamento cellulare del nostro organismo.
– Grazie alla presenza di piccolissime quantità di morfina e di papaverina sono leggermente sedativi e possono essere utili in caso di problemi legati ad ansia e insonnia.
– La cuticola che ricopre i semi di papavero contiene una buona percentuale di fibre alimentari. Queste sono utili per il buon funzionamento dell’intestino ed al processo digestivo.
– Sono ricchi di ferro, calcio, zinco e rame che contribuiscono al buon funzionamento del cervello ed alla salute mentale. Questi minerali migliorano la funzione dei neurotrasmettitori e la funzione cognitiva.
Oltre ai semi comunque entrano nell’alimentazioni altre parti della pianta del papavero. Per giusta conoscenza se ne riportano alcuni cenni.
In Friuli il cespo di foglie che si sviluppa attorno alla radice all’inizio della primavera, quando la pianta è ancora poco sviluppata ed è lontana dalla fioritura, viene consumato lessato ed eventualmente saltato in pentola come verdura nota sotto il nome di “confenòns”. Il sapore è delicato e leggermente amaro. La pianta giovane, che non abbia emesso il fusto fiorale, si può consumare cruda, soprattutto le foglie, tagliata sottile e frammista ad altre verdure, per fare delle ottime insalate, che se condite con sale, succo di limone e olio di oliva nell’ordine, sono gustosissime. Nel Veneto tale pietanza è chiamata “rosoina”, “pevarel”, o “batis’ciosoe”; in reltà questo ultimo nome si riferisce alla Silene, chiamata anche s-ciopèt. Anche con questa verdura si possono fare insalate, se cruda, oppure ottimi risotti con le foglie giovani. Anche nel Salento le piantine tenere sono consumate sotto il nome di “paparina fritta”, sbollentate e passate in padella in un soffritto di aglio con l’aggiunta di olive nere (celline) alcuni gherigli di noce ed aromatizzate con buccia d’arancia e barbe di finocchio. In Romagna, è conosciuta con il nome di “Rosole”. Si utilizzano in cucina, da crude, dopo averle triturate finemente e lasciate macerare sotto sale per 24/36 ore. Dopo averle strizzate, si utilizzano per fare da ripieno al famoso “Crescione” o “Cassone” (o Cascione).

Preparazioni –
I semi di papavero trovano collocazione in numerose tradizioni culinarie con un impiego più comune nei prodotti da forno. Molto comuni nella cucina tedesca e nordica, sono relativamente sconosciuti sulla tavola italiana. In Italia, infatti, l’uso dei semi di papavero rientra nella tradizione di una sola regione, il Trentino Alto Adige, dove da tempi remoti sono impiegati nello strudel.
Negli ultimi anni l’uso dei semi di papavero si è comunque esteso in tutta la penisola, soprattutto come decorazione della superficie di pane e biscotti. Oltre all’utilizzo come tali, i semi di papavero possono essere macinati per produrre una specie di pasta, a cui si aggiungono spesso altri ingredienti, quali miele, latte, burro o limone. Tostati e macinati i semi di papavero (nella varietà bianca) rientrano nella composizione del curry a cui impartiscono un tipico sapore di noce.
Tra le varie preparazioni con i semi di papavero, è davvero gustoso l’abbinamento con gli agrumi che vede spesso questi semini coprotagonisti di torte assieme ad arance o limoni.

Guido Bissanti

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.




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