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Scolytus rugulosus

Scolytus rugulosus

Lo Scolitide dei Fruttiferi (Scolytus rugulosus Müller, 1818) è un coleottero della famiglia dei Curculionidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata, Superclasse Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Endopterygota, Superordine Oligoneoptera, Sezione Coleopteroidea, Ordine Coleoptera, Sottordine Polyphaga, Infraordine Cucujiformia, Superfamiglia Curculionoidea, Famiglia Curculionidae, Sottofamiglia Scolytinae e quindi al Genere Scolytus ed alla Specie S. rugulosus.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Lo Scolitide dei Fruttiferi è un insetto diffuso in varie parti del mondo, dall’Europa al Nord America. È presente in Italia dove svolge il suo ciclo biologico su varie piante, di cui preferibilmente ciliegio, susini (sia coltivati che spontanei), albicocco, pesco e mandorlo; meno frequentemente colonizza il pero, melo, cotogno e sorbo; le infestazioni avvengono anche su latifoglie forestali come olmo, ontano, faggio, betulla e nocciolo. Le infestazioni avvengono su piante già debilitate.

Morfologia –
Lo Scolytus rugulosus è riconoscibile in quanto gli adulti sono di 2-3 mm di lunghezza, di colore bruno scuro con pronoto (parte dorsale del primo segmento toracico) ben sviluppato e con grossi punti oblunghi.
L’estremità delle elitre, delle tibie e dei tarsi sono di colore rossastro. Sulle elitre vi sono dei fini peli dorati eretti e una punteggiatura molto serrata, infossata entro leggeri solchi.
Le larve sono tipicamente endofitiche corticicole.

Attitudine e Ciclo biologico –
Lo Scolitide dei Fruttiferi è un fitofago prevalentemente secondario che attacca soprattutto piante già indebolite e danneggiate da altre fitopatie o da stress fisiologici di natura ambientale.
Questo insetto si instaura quindi su:
– giovani rametti, nei quali gli insetti scavano piccole gallerie, soprattutto all’ascella delle gemme e dei germogli che avvizziscono;
– gli organi legnosi di maggiore diametro quali le branche ed i fusti.
In questi organi, sotto la scorza, gli insetti adulti scavano delle gallerie di prolificazione, dalle quali, tra il legno e la scorza, si irradiano singole gallerie longitudinali, prodotte dalle larve durante il loro ciclo di sviluppo.
Le gallerie sono ben visibili scortecciando gli organi colpiti.
Lo Lo Scolytus rugulosus compie due generazioni all’anno e sverna come larva dentro alle gallerie di nutrizione.
Gli adulti fuoriescono nel periodo tra maggio e giugno dai fori presenti sugli organi infestati e si portano su piante sane dove scavano delle gallerie all’ascella delle gemme in attesa di raggiungere la maturità sessuale.
A maturità, le femmine vengono fecondate, da un solo maschio, e iniziano a scavare una galleria nella zona sottocorticale (galleria materna o di prolificazione) lunga dai 15 ai 40 mm, che decorre parallela o leggermente obliqua alle fibre del legno.
In queste gallerie, all’interno di piccole la femmina depone 20-40 uova.
Le larve, appena nate, iniziano a scavare delle gallerie individuali che procedono sinuose e si intersecano nel tratto terminale, intaccando i primi strati di alburno (legno più giovane, corrispondente ai vasi xilematici attivi nel trasporto dell’acqua).
Trascorsi 30-40 giorni dalla nascita le larve raggiungono la maturità e si scavano una celletta nell’alburno dove si impupano.
Gli adulti compaiono dopo 10-15 giorni che fuoriescono nel periodo tra agosto e settembre attraverso piccoli fori di sfarfallamento praticati nella corteccia. Segue la seconda generazione le cui larve superano l’inverno.

Ruolo Ecologico –
Lo Scolitide dei Fruttiferi colpisce soprattutto Drupacee, Pomacee, Vite e Latifoglie forestali ed ornamentali.
Sulle piante colpite gli organi legnosi, dopo l’infestazione, si presentano bucherellati per la presenza di numerosi ed evidenti fori di sfarfallamento degli adulti.
Nelle Drupacee da questi fori esce abbondante gomma. Queste piante, comunque già deperite, si indeboliscono gradualmente e progressivamente; inevitabilmente muoiono in alcuni anni. Si ricorda comunque che le infestazioni avvengono in genere su piante debilitate o sotto stress per: effetto della siccità, gravi attacchi di patogeni o fitofagi, crisi post trapianto o altre cause.
Gli interventi di contenimento degli insetti lignicoli è, in generale, molto difficile perché non sempre si riesce a raggiungere il fitofago quando è dentro al legno; la lotta contro lo Scolitide, pertanto, è tipicamente di tipo preventivo agronomico.
Gli interventi devono essere pertanto rivolti al mantenimento in salute delle piante per prevenire le infestazioni. Tra i consigli di natura agronomica si evidenzia:
scelta di luoghi di impianto idonei, evitare trapianti a fine inverno, irrigazioni e concimazioni equilibrate, ecc. Nel caso di piante infestate è importante eliminare le zone colpite (es. rimozione di una branca) e poi bruciarle, queste operazioni devono essere condotte prima della fuoriuscita degli adulti (entro la metà di aprile).
Se l’infestazione avviene in vivaio o in giovani piante in allevamento, è possibile effettuare trattamenti chimici (1-2) utilizzando insetticidi a largo spettro nel momento dello sfarfallamento degli adulti che provengono dalle larve svernanti. Questo intervento va sempre messo in relazione alla biocenosi degli insetti utili e va condotta quindi sotto la guida di un Dottore Agronomo o Forestale.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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