Un Mondo Ecosostenibile
ArboreeSpecie Vegetali

Bursera graveolens

Bursera graveolens

Il Palosanto (Bursera graveolens Triana & Planch., 1872) è una specie arborea tropicale della famiglia delle Bursareacee.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Sapindales, Famiglia Burseraceae e quindi al Genere Bursera ed alla Specie B. graveolens.

Etimologia –
Il termine Bursera del genere è stato dedicato a Joachim Burs(ch)er (1583-1639), medico tedesco, allievo di C. Bauhin, che erborizzò sui monti presso Salisburgo e nel Vallese.
L’epiteto specifico graveolens proviene da grávis greve, fastidioso e da óleo esalare odore: che emana un odore intenso o sgradevole.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Palosanto è una specie che cresce spontaneamente in America Centro-Meridionale e risulta coltivato in alcuni paesi, come Ecuador e Perù.

Descrizione –
La Bursera graveolens è un albero tropicale che può raggiungere altezze di circa 18 metri.
Ha foglie piccole, opposte di colore verde chiaro.
I fiori, piccoli, sono muniti di quattro petali, di colore biancastro e con antere di colore giallo sporgenti dai fiori.
I frutti, di forme ovoidale, sono di colore verde scuro.

Coltivazione –
L’albero del Palosanto cresce o viene coltivato in aree del Sud America molto diverse, con il risultato che la composizione chimica della pianta, e quindi le sue proprietà, non sono raffrontabili.
Le caratteristiche infatti dei prodotti finali, le loro proprietà, le applicazioni risentono notevolmente della tecnica di coltivazione adottata o delle aree dove cresce spontaneamente e del periodo trascorso tra la sua morte ed il contatto con l’ambiente circostante ed i processi canseguenti.

Usi e Tradizioni –
La prima descrizione della Bursera graveolens risale al 1824 in seguito ad una spedizione tedesca nelle Americhe di Karl Wilhelm von Humboldt. Il nome Palosanto è un termine dato localmente ad altre piante, di altre specie, mentre il Palosanto, ovvero il legno di Bursera graveolens, è conosciuto anche con altri nomi.
Dal legno di questa pianta si ottengono oggetti artigianali, bastoncini da bruciare (incenso), ma, dal punto di vista europeo, si estrae soprattutto un olio essenziale molto apprezzato, che contiene il linaloe. La composizione chimica è variabile, da cui derivano forse un’efficacia diseguale e certamente note di profumo molto diverse.
Il Palosanto ha origini molto antiche, esso veniva utilizzato dagli sciamani Inca nei loro rituali religiosi come mezzo capace di scongiurare le energie negative attraverso un fumo denso dal grande potere spirituale.
I Nativi Americani utilizzavano il palo santo per ripulire l’aria da tutte le negatività e, ancora oggi, l’utilizzo è lo stesso, soprattutto per chi crede nelle sue proprietà soprannaturali.
Insieme a pietre, cristalli e amuleti, il fumo del palo santo ha il potere di purificare l’ambiente da tutte le energie negative. Attraverso dei gesti rituali specifici (come lo stringere il cristallo appena entrato in contatto col fumo sul proprio petto) è possibile anche liberare la mente da pensieri negativi, stress, stanchezza ed emicrania. Pensando alle cose positive e a ciò che si desidera realizzare nella propria vita, durante questi riti spirituali ed introspettivi, si riesce a trovare una sorta di appagamento e di forza per poter affrontare ogni cosa con maggiore sicurezza.
Fin dai tempi antichi questo albero veniva utilizzato non soltanto nei rituali ma anche per scopi terapeutici, in virtù delle sue proprietà medicinali. Grazie ai suoi poteri curativi, la sua essenza veniva impiegata per sanare problemi cutanei e muscolari; l’acqua di cottura della corteccia era utilizzata per il trattamento di disturbi di stomaco; e infine la cenere del suo legno veniva usata per curare le ferite.
In realtà, in Perù e in Ecuador il fumo del Palo Santo si utilizza ancora oggi per allontanare zanzare e insetti volanti di diverso genere, in modo del tutto naturale.
A seconda della zona precisa in cui cresce, esso acquisisce dal terreno sostanze e proprietà specifiche.
Si possono infatti distinguere 3 qualità di legno santo, in base alla loro provenienza:
Il palo santo di qualità Amarillo, proveniente dall’Ecuador, che ha un colore giallognolo e un profumo balsamico, con note marine.
La qualità Especial è quella degli arbusti provenienti dal nord del Perù e dal sud dell’Ecuador e, possedendo un’alta quantità di limonene, dona ai suoi legnetti un aroma più intenso e agrumato.
Il palo santo Selecciòn, come quello Especial, è ricco di limonene ma, a differenza dell’altro, viene venduto in pezzetti più sottili per facilitarne l’accensione.
I benefici derivanti dal legno di Bursera graveolens sono tali solo nel momento in cui l’albero utilizzato è morto per cause naturali o per ragioni di vecchiaia, ovvero dopo 90 anni dalla sua nascita (vita media di questo arbusto). Per poter usufruire di questo prodotto è necessario far passare circa 3-4 anni dopo la morte, in modo tale che la pianta prosegua il suo processo di decomposizione. In questo periodo la pianta assorbe tutta l’energia e le virtù sacre, caricandosi di proprietà soprannaturali e positive; in questo stesso periodo essa produce un olio che, una volta bruciato, genera un fumo denso e biancastro dagli elevati poteri spirituali.
A livello scientifico, in realtà, la profumazione particolare che il legno assume in questo periodo è dovuta al fatto che, dal momento in cui l’albero giace sul terreno e ne entra in contatto, si vengono a creare funghi e microrganismi al suo interno.
Il suo aroma ricorda un po’ una miscela di profumi già conosciuti, con un tono molto deciso di menta e agrumi.
Dal legno di questo vegetale si ottengono dunque un olio essenziale molto prezioso e anche oggetti artigianali come alcuni incensi, ricavati per tradizione attraverso il taglio effettuato con un macete, estraendo bastoncini da bruciare lunghi circa 10 centimetri, senza danneggiare in nessun modo la foresta.
Più sono gli anni che passano prima che l’albero venga utilizzato per tali scopi, e più esso si carica di sacralità. Coloro che ne entrano in contatto in questo periodo di immobilità, rispettano appieno l’arbusto e il luogo in cui si trova, senza violare neppure la natura circostante. Essi si limitano ad assorbire, anche con la semplice vicinanza, le prime energie positive che l’albero riceve e, contemporaneamente, emana.
I prodotti ricavati da questa pianta sono molti e ognuno di essi è caratterizzato da proprietà differenti:
– Paletto di Palosanto: bastoncino da bruciare in grado di purificare gli ambienti, ideale per la meditazione e molto utile per eliminare i cattivi odori;
– Olio essenziale di Palosanto: prodotto molto adoperato in aromaterapia; esso è in grado di alleviare tosse, raffreddore e mal di testa, inoltre si dimostra molto utile anche in caso di allergie o per placare stati d’ansia o asma. Oltre a ciò questo olio è molto utilizzato anche per la meditazione e nel rilassamento psicofisico;
– Lynpha de Palosanto: olio estratto dalla corteccia e dalla resina di questa pianta, è particolarmente utile per curare malattie cutanee;
– Sahumerio: incenso utilizzato per tenere lontano gli insetti ma anche il vampiro comune ovvero un pipistrello che si nutre del sangue del bestiame;
– Aguita: tisana adoperata per sanare problematiche legate alle vie urinarie, intestinali, respiratorie;
– Trucioli di Palosanto: utile per le fumigazioni;
– Incenso di Palosanto: essenza utilizzata prevalentemente per la meditazione e per profumare l’ambiente.
Il Palo Santo è utilizzato anche nella creazione di prodotti destinati all’industria cosmetica come ad esempio bagnoschiuma, shampoo, sapone per igiene intima ecc.
Riguardo alla meditazione, invece, l’utilizzo del fumo creato dalla combustione dei derivati di questo arbusto facilita il legame con la natura, con la sorgente della vita e di tutto ciò che ci circonda.
Dal punto di vista dell’efficacia, sembrano essere in corso in Europa studi in vitro e sull’uomo, rispetto ad alcune condizioni di salute, del Palosanto. Non pare siano stati condotti esperimenti sugli animali. L’obiettivo potrebbe essere quello di trovare prodotti cosmetici o farmaci innovativi e più efficaci, ma l’azienda o le aziende interessate non sembrano disposte a fornire informazioni, come spesso accade in questi casi.

Modalità di Preparazione –
È possibile utilizzare il palo santo mediante un bastone acceso, tenuto tra le mani, da portare in giro per la stanza, in modo da impregnare più possibile l’ambiente. Il profumo gradevole che si espande ovunque, inebria i sensi e fa’ in modo che la persona che sta eseguendo il rituale riesca ad avvertire quanto prima una sensazione di appagamento.
In alternativa i legnetti possono anche essere appoggiati in una ceneriera o in un contenitore di metallo e lasciati consumare per una decina di minuti in una stanza chiusa.
A differenza dell’incenso di più comune utilizzo, c’è bisogno di rialimentare di tanto in tanto la fiamma del legno del palo santo, che è più soggetta a spegnersi.
Inoltre, pur avendo la possibilità di accendere il legnetto con una fiamma qualsiasi, bisogna comunque avere alcune piccole accortezze. Non si deve tenere la fiamma (dell’accendino ad esempio) accesa a lungo per avviare la combustione; è meglio tenerla vicino al legnetto per qualche secondo e poi spegnerla ripetendo l’operazione per 4 o 5 volte e scuotendo il legnetto, come quando si spegne un cerino.
Soltanto con questo metodo di accensione si riesce ad evitare di bruciare e annerire eccessivamente il legnetto stesso e, in tal modo, non si compromette neanche il profumo e la riuscita della purificazione dell’ambiente.
La combustione, oltre a far diventare scuro il legnetto, brucia anche la resina che si trova al suo interno. Poiché è proprio la resina a donare il particolare aroma al fumo emesso dal legnetto del palo santo, nel momento in cui essa viene compromessa dall’errata combustione, l’ambiente assume un odore sgradevole e si vanifica lo scopo principale cui il palo santo è destinato: quello di appagare i sensi.
Distillando in corrente di vapore dal legno di Bursera graveolens si ottiene un olio essenziale caratterizzato da un aroma intenso e peculiare. Il procedimento naturale utilizzato per la distillazione (effettuata in loco) è un brevetto regolarmente depositato.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *