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Glossario Ecologico

Impollinazione Anemofila

Impollinazione Anemofila

Per impollinazione anemofila si intende quella forma di impollinazione per cui al diffusione del polline avviene per mezzo del vento.
Il termine anemòfilo infatti proviene dalla composizione di anemo- e –filo e dove, a sua volta, il termine anemo deriva dal greco ἄνεμος “vento”.
L’ impollinazione anemofila è una forma di impollinazione adottata da quasi tutte le gimnosperme e da altre piante come le Poaceae (comunemente conosciute anche come Graminacee); altre piante anemofile comuni sono le querce, le castagne, gli ontani e le piante della famiglia delle Juglandaceae (a cui appartiene il Noce).
Le piante che si avvalgono della impollinazione anemofila sono caratterizzate spesso dalla mancanza di profumo da parte dei loro organi di diffusione, la mancanza di vistose parti floreali (con conseguente presenza di fiori poco appariscenti), la ridotta produzione di nettare e la produzione di un enorme numero di granuli di polline.
Questa caratteristica ha quindi anche ripercussioni morfologiche rispetto alle specie che si servono di altre forme di impollinazione quali quella entomofila o zoofila (il cui polline è diffuso rispettivamente da insetti e vertebrati).
I granuli di polline delle specie anemofile, per poter svolgere meglio questa funzione, sono più leggeri e non appiccicosi, in modo che possano essere trasportati agevolmente anche da correnti d’aria molto tenui. La loro dimensione oscilla mediamente tra 20 e 60 micron di diametro, anche se i granuli di polline delle specie di Pinus possano essere molto più grandi e molto meno densi.
Altra caratteristica delle piante che utilizzano l’ impollinazione anemofila è che possiedono stami ben in evidenza in modo che i pollini siano esposti alle correnti del vento, e uno stigma grande e piumato per intrappolare facilmente i grani di polline nell’aria. In definitiva, sia gli organi di diffusione che di captazione sono molto più appariscenti e capaci di interagire con le correnti d’aria.
Inoltre siccome il polline delle piante anemofile è più piccolo e più leggero del polline delle specie che si avvalgono della impollinazione entomofila, questo ha un valore nutritivo molto basso per gli insetti.

Pur tuttavia, in certe situazioni gli insetti raccolgono il polline dai fiori anemofili nei momenti in cui i pollini con proteine più alte dai fiori entomofili scarseggiano.
Altra caratteristica interessante dei pollini delle piante anemofile e che possono anche essere catturati inavvertitamente dal campo elettrostatico delle api. Questo spiegherebbe perché, sebbene le api non visitano i fiori di piante del genere Ambrosia, il suo polline si trova spesso nel miele che viene prodotto durante la fioritura di queste piante.
Comunque, altri fiori che utilizzano l’impollinazione anemofila, possono essere visitati dalle api e dai calabroni che raccolgono frequentemente il polline dal mais e da altri cereali.
L’impollinazione anemofilia è anche un adattamento delle specie vegetali che aiuta a separare gli organi riproduttivi maschili da quelli femminili, all’interno di una singola pianta, riducendo così gli effetti della consanguineità. In questo caso si assiste alla presenza di strutture riproduttive maschili e femminili su piante separate.
Una caratteristica legata quasi esclusivamente ai pollini delle piante anemofile è quella relativa alle allergie respiratorie. Infatti quasi tutti i pollini che sono allergeni provengono da specie anemofile; tra queste specie, spetta alle Poaceae il ruolo di maggiori produttrici di aero allergeni nella maggior parte delle regioni temperate, dove sono le specie di pianura o prateria che producono più pollini delle specie montane o palustri.




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