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Come potare il Cotogno

Come potare il Cotogno

Il Cotogno (Cydonia oblonga Mill., 1768) è un albero da frutto della famiglia delle Rosacee ed è uno dei più antichi alberi da frutto conosciuti: si pensi che era coltivato già nel 2000 a.C. dai Babilonesi, inoltre, tra i Greci era considerato frutto sacro ad Afrodite e in epoca romana era ben noto, venendo citato da Catone, Plinio e Virgilio.
In questa scheda vedremo come potare il Cotogno tenendo conto delle sue caratteristiche botaniche e delle sue attitudini agronomiche.
I frutti in generale si chiamano cotogne; in particolare, le varietà a forma di mela sono dette mele cotogne, mentre quelle più allungate sono dette pere cotogne.
Il cotogno è un piccolo albero o arbusto, caducifoglie e latifoglie, che può raggiungere 5–8 m di altezza e che si adatta anche a suoli relativamente poveri purché ben drenati, mentre soffre l’eccesso di calcare.
Ha foglie alternate, semplici, lunghe 6–11 cm, con margine intero, pubescenti; i fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali, con corolle di 5–7 cm di diametro; la fioritura avviene tra fine aprile ed inizio di maggio ed avviene dopo la emissione delle foglie.
Le cotogne, cioè i frutti, hanno un colore giallo oro intenso di dimensioni variabili, (a volte molto grandi in alcune varietà) asimmetrici, maliformi o piriformi, con buccia fittamente ricoperta di peluria che scompare a maturazione ed è comunque facilmente rimossa. La polpa delle cotogne è facilmente ossidabile (cosa che si denota perché scurisce all’aria), poco dolce ed astringente con una certa quantità di tannino.
La maturazione dei frutti si ha fra settembre ed ottobre.
Queste brevi nozioni ci servono per capire come intervenire e quando intervenire nella tecnica di potatura per consentire alla pianta di produrre meglio.
Ricordiamo, in ultimo, che il metodo di moltiplicazione del melo cotogno è quello vegetativo, sia per talee ottenute su legno dello stesso anno, alle quali sono state eliminate le foglie, sia per margotta con rincalzatura; quest’ultima si effettua in luglio e in dicembre, e le talee si possono separare, previa potatura di spuntatura.
Viste tutte queste caratteristiche di ordine biologico e morfologico diciamo subito che l’epoca di potatura del cotogno è subito dopo la caduta delle foglie (tra gennaio e febbraio).
La forma di allevamento del Cotogno, di norma, è in forma libera; si può scegliere anche la forma a vaso oppure viene allevato a palmetta.

Diciamo subito che quella che rispetta meglio le caratteristiche biologiche e produttive della pianta di cotogno è la forma a vaso; mentre se vogliamo coltivare la pianta per scopo ornamentale la forma migliore è quella libera.
Nella forma a vaso si praticano i primi interventi di potatura, che sono di formazione, e che consistono nel tagliare i rami principali per formare la struttura a vaso aperto e praticare leggere potature per accorciare i rami secondari; l’obiettivo è mantenere una chioma estesa ed evitare che alcuni rami si incrocino con altri e facciano ombra al resto della chioma.
In questo senso dall’astone principale, della giovane piantina, ad un’altezza di 80-90 cm si lasciano 3-4 branche, inclinate a 60° col terreno ed equidistanti tra di loro (quindi a 120° o 90° tra di loro).
Una volta formata la struttura base del vaso, egli anni successivi si tende a tagliare alla base tutti i polloni basali, che in genere la pianta a produce in buona quantità; oltre a questo si tagliano i succhioni, e tutti i piccoli rami che tendono a svilupparsi verso l’interno della chioma, rendendola confusa e eccessivamente densa.
Inoltre nel periodo invernale si eliminano tutti i rami rovinati dalle intemperie, o di dimensioni eccessivamente piccole, in quanto poco vitali.
Ricordiamo che , in fase di potatura, si tende a diminuire la quantità di legno nuovo, accorciando i rami più giovani; ricordiamoci che come tutte le pomacee, anche il Cotogno tende a produrre frutti sui rami disposti orizzontalmente, e in particolare sui rametti piccoli presenti su di essi, chiamati brindilli; così al momento della potatura, che si fa in gennaio o febbraio, saranno già visibili le future gemme, e quindi potremo tagliare i rami che salgono verso l’alto, e accorciare parte dei rami orizzontali, lasciando però su di essi una buona quantità di gemme.
Ricordiamo che potature drastiche vanno a sbilanciare la pianta che tende a ripristinare le parti asportate facendo diminuire la produzione a favore della vegetazione.
Per questo motivo le potature di mantenimento devono essere contenute, abdando semplicemente a tagliare succhioni e polloni, che andrebbero a togliere linfa al processo produttivo.
Si ricorda, infine, che il melo cotogno comincia a dar frutto dopo 5 o 6 anni.




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