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Quercus cerris

Quercus cerris

Il cerro (Quercus cerris L.) è una specie arborea a foglie caduche della famiglia delle Fagaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fagales, Famiglia Fagaceae e quindi al Genere Quercus ed alla Specie Q. cerris.

Etimologia –
Il termine Quercus deriva da quercus, nome latino utilizzato per la quercia, pianta sacra a Giove. L’epiteto specifico cerris proviene da cerro, un tipo di quercia già citata da Plinio.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Quercus cerris è un albero originario dell’Europa sud-orientale e dell’Asia Minore. In Italia, lungo l’Appennino si trovano tra i più bei boschi di Cerro. L’area le di questa specie è diffuso nell’Europa meridionale. In Italia, oltre che nell’Appennino è molto frequente soprattutto nelle regioni centro-meridionali, dal piano sub-montano a quello sub-mediterraneo, mentre manca in Sardegna. La gran parte dei querceti collinari e montani dell’Appennino Settentrionale e Centrale sono cerrete.

Descrizione –
Il Quercus cerris è un albero che può raggiungere i 35 metri di altezza, con una chioma ovale, allungata e mediamente compatta. Il tronco è diritto con corteccia dura, spugnosa, di colore grigio cenere e fessurata nelle piante adulte. Ha foglie caduche, di forma variabile, prima tomentose, poi opache e scabre nella parte superiore, pubescenti in quella inferiore, quasi coriacee. Il cerro è monoico con fiori unisessuali. Le ghiande sono grandi circa 2,5 cm, poste sui rami dell’anno precedente, di colore bruno rossatro, con striature longitudinali, ricoperte per metà da una cupola legnosa provvista di caratteristiche squame arricciate.

Coltivazione –
Il cerro è una specie xerofila che vegeta su terreni argillosi e compatti, anche calcarei, anche se l’optimum è rappresentato dai terreni di origine vulcanica, a pH sub acido, profondo e fresco. Anche se specie eliofila, gradisce un’ombra non eccessiva nelle fasi iniziali del suo accrescimento. La propagazione avviene di solito per seme su un terreno preparato allo scopo. La germinazione è immediata. Se si trapianta bisogna tagliare il fittone e non addossare troppo le piante tra loro (non si dovrebbero superare le 2.000 piante per ettaro). L’accrescimento è veloce e il governo eventuale può essere a fustaia o ceduo senza problemi.

Usi e Tradizioni –
Il cerro si distingue facilmente dalle altre querce per le caratteristiche ghiande.
Il Quercus cerris, come le altre querce ed altri alberi molto imponenti, ha rappresentato per molti popoli la raffigurazione mitica dell’asse del mondo. La sua chioma arrivava fino al cielo, dove dimoravano gli dei, mentre il suo tronco era la terra emersa, abitata dai viventi, infine le sue radici rappresentavano il mondo dei morti.
Gli impieghi del legno di cerro sono simili a quelli della farnia e del rovere, ma è meno pregiato e resistente ed è usato soprattutto come combustibile. Duro ma poco resistente, viene impiegato per le traverse ferroviarie, dopo essere stato impregnato.
Data la bellezza e maestosità della pianta la si ritrova spesso come elemento isolato di spicco in parchi e grandi giardini.
Le ghiande del cerro sono commestibili nonostante siano piuttosto amare e poco gradite agli animali.
Le ghiande essiccate o la farina estratta hanno un alto valore energetico (circa 450 kcal per 100g), contengono proteine (6-8%), grassi (prevalentemente insaturi, 25-35%) e carboidrati (50-60%), sono ricche di calcio, fosforo e potassio, oltre che di niacina (vitamina PP): quest’ ultimo fatto ne nobilitava l’aggiunta alle farine di altri cereali (generalmente povere in questa vitamina).
Le ghiande (a seconda delle specie) contengono importanti quantità di tannini, e questo componente ne è croce e delizia per l’uso culinario e per la sicurezza alimentare. Molte delle sostanze polifenoliche (tannini) contenute nelle ghiande sono infatti piuttosto amare (ecco spiegato l’uso come succedaneo del caffè), un carattere che diminuisce con una lunga decozione, passaggio fondamentale per la preparazione della farina ad uso umano, o che viene parzialmente lenito dalla arrostitura. Ma alte concentrazioni di sostanze fenoliche interferiscono con l’assorbimento e l’utilizzazione delle proteine, ed alcune (gallotannini, quercitrina, e quercitina) sono moderatamente tossiche. Croce e delizia, si diceva: i polifenoli hanno attività antiossidante e dunque preventiva per alcune forme tumorali: ecco dunque le nostre ghiande rientrare nella dieta moderna, come ingrediente nutraceutico o preparato ad attività farmacologica.

Modalità di Preparazione –
Le ghiande di questa quercia, come di altre, sono state per molto tempo una risorsa per l’alimentazione umana, soprattutto per le classi meno abbienti. Oggi tutt’al più vengono utilizzate come mangime per i maiali: Un tempo invece erano consumate in varie forme, come ancora attestato nel folklore culinario di Grecia, Italia, Spagna e Serbia: se ne ricavava (dopo prolungata bollitura) una farina poi utilizzata in panificazione o (dopo tostatura) una bevanda succedanea del caffè, ma anche decotti astringenti ed antidiarroici.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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