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Helianthus tuberosus

Helianthus tuberosus

Il topinambur, conosciuto anche come rapa tedesca, carciofo di Gerusalemme o girasole del Canada (Helianthus tuberosus L., 1753) è una specie erbacea tuberosa della famiglia delle Asteraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae, Sottofamiglia Asteroideae, Tribù Heliantheae, Sottotribù Helianthinae e quindi al Genere Helianthus ed alla Specie H. tuberosus.

Etimologia –
Il termine generico Helianthus proviene dal greco ἥλιος hélios, sole e da ἄνϑοϛ antro, fiore: letteralmente fiore del sole. L’epiteto specifico tuberosus deriva dal fatto che questa pianta è dotata di rizomi tuberiferi.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Helianthus tuberosus è una specie perenne di origine Nord Americana. Dato l’alto grado di diffusione spontanea della pianta non è facile definire quale sia la sua distribuzione originale. In Italia, a parte la Sardegna, è presente ovunque ma è comunque una specie naturalizzata. La si ritrova fino a 800 m s.l.m.; frequenta quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e quello planiziale – a livello del mare. Predilige terreni umidi e vicini a corsi d’acqua; ma si trova anche nei megaforbieti e nei popolamenti a felci. Il substrato preferito è sia calcareo sia siliceo con pH neutro ed alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.

Descrizione –
Il topinambur è una specie erbacea che presenta un apparato radicale formato da radici ramificate provviste di rizomi tuberiferi. I tuberi hanno una forma molto irregolare; lo stelo è eretto e lungo, pubescente; i fiori sono di colore giallo, riuniti in un capolino terminale. Il frutto è un achenio.

Coltivazione –
L’ Helianthus tuberosus resiste al freddo e al caldo ma predilige climi temperato-caldi; si adatta ad ogni tipo di terreno, sia sciolto e arido che compatto e umido. È una specie abbastanza rustica e invadente per cui conviene coltivarla fuori rotazione oppure prima di una coltura sarchiata, anche se è essa stessa una pianta da rinnovo. La tecnica colturale è simile a quella della patata. Per la tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
Proveniente dal Nordamerica, questa pianta, imparentata con il girasole, fu introdotta in Europa per lo meno a partire dal XVII secolo, quando la pianta si diffuse alle nostre latitudini. Agli inizi i topinambur ebbero più fortuna delle patate, diventando apprezzati sopratutto in tempo di carestia o guerra.
Il topinambur detto anche volgarmente Elianto tuberoso, per le sue caratteristiche nutrizionali, può essere utile nella dieta di alcune forme di diabete, grazie al contenuto di inulina in quanto questa funziona come riserva di carboidrati (in sostituzione all’amido) indipendentemente dall’insulina. L’inulina è costituita da una catena di molecole di fruttosio terminanti con glucosio. A seconda della stagione della raccolta la lunghezza delle molecole di inulina varia e quindi la loro solubilità. Il tubero inoltre è ricco di sali minerali e in particolare potassio, magnesio, fosforo e ferro come pure di selenio e zinco. Il topinambur è da sempre famoso per ridurre il colesterolo e per stabilizzare la concentrazione del glucosio nel sangue e dell’acido urico.
I tuberi sono meno nutritivi di quelli della patata e si conservano male una volta estratti da terra.
Secondo la medicina popolare il topinambur (specialmente i tuberi) presenterebbe le seguenti proprietà medicamentose:
– colagoga (facilita la secrezione biliare verso l’intestino);
– diuretica (facilita il rilascio dell’urina);
– stomachica (agevola la funzione digestiva);
– tonica (rafforza l’organismo in generale).

Modalità di Preparazione –
I tuberi di topinambur, che si raccolgono in inverno, sono comunque abbastanza nutrienti e la loro cottura e preparazione è molto simile a quella delle patate. A differenza delle patate però possono essere consumati anche crudi con sale e pepe. Nella cucina piemontese sono tipici con la bagna càuda e la fonduta, mentre in quella siciliana trovano un uso sporadico nella farcitura di focacce.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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