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Picea aurantiaca

Picea aurantiaca

L’abete arancione (Picea aurantiaca Mast., 1906) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Picea,
Specie P. aurantiaca.
È sinonimo il termine:
– Picea asperata var. aurantiaca (Mast.) Boom.

Etimologia –
Il termine picea è il nome latino del pino selvatico in Virgilio e Plinio.
L’epiteto specifico aurantiaca deriva dal latino e significa arancio, in riferimento al colore dei ramoscelli.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Picea aurantiaca è una conifera originaria del Sichuan occidentale, nelle montagne ad ovest di Kangding, in Cina.
Il suo habitat naturale è quello dei ripidi pendii montuosi ai margini delle foreste dove cresce in un clima freddo subalpino da 2600 metri fino a circa 3800-4000 metri di altitudine massima. Può essere trovato insieme a Picea likiangensis var. rubescens, Abies squamata, Larix potaninii e betulle.

Descrizione –
La Picea aurantiaca è una conifera che cresce in forma arborea fino a 20-25 m, con chioma snella e conica, aperta e con unico tronco diritto che può raggiungere 0,7 m di diametro e rami del primo ordine corti, sviluppantesi orizzontalmente o ricurvi verso il basso, mentre quelli del secondo ordine sono spessi, rigidi e non curvati.
La corteccia è di colore grigio pallido che con il tempo diventa profondamente solcata e divisa in placche irregolari.
I virgulti sono rigidi, spessi, di colore arancione o arancione-giallastro, poi grigi, prima pubescenti poi glabri, con superficie liscia e scanalata; i pulvini sono ben sviluppati, 1-2 mm, ad angolo retto sui virgulti.
Le foglie sono aghiformi, più o meno disposte a pettine, lunghe 0,8-1,8 cm, lineari, dritte o ricurve, quadrangolari-rombiche, pungenti; hanno stomi su entrambe le pagine, disposti su 3-6 linee in 4 bande. Gli aghi da giovani sono verdi-bluastri, poi grigi-verdi. Le gemme sono ovoidali-coniche, di 4-6 mm, coperte da pulvini alla base, resinose; le perule sono triangolari, ottuse o acute, di colore marrone-giallastro, persistenti per parecchi anni.
Gli strobili maschili sono ascellari, lunghi 1,5-2 cm, prima rossastri, poi gialli con polline.
I coni femminili sono inizialmente eretti, poi pendenti, cilindrici-oblunghi, sessili o con peduncolo corto, lunghi 10-12 cm e larghi 4-4,5 cm, rossi-brillanti da immaturi, poi marroni-rossastri, con punta ottusa. I macrosporofilli sono ovoidali-rombici, con apice arrotondato, lunghi 2,5 cm., con superficie striata, luminosa, glabra, con margine superiore eroso e dentellato. Le brattee sono ligulate, lunghe 2-4 mm, interamente nascoste. I semi, oboivali-conici, sono marroni, lunghi 3-4 mm, con parte alata lunga 12-14 mm, di colore marrone-giallastro.

Coltivazione –
La Picea aurantiaca è una pianta che cresce in natura in aree di montagna relativamente ripide e ad altitudini fino a 4000 m s.l.m.
In queste zone forma sistemi boscosi spesso in consociazione a Picea likiangensis var. rubescens, Abies squamata, Larix potaninii e betulle.
La pianta per essere coltivata ha bisogno di climi non caldi, con estati temperate.
La propagazione avviene per seme.

Usi e Tradizioni –
La Picea aurantiaca è una specie strettamente imparentata con la Picea asperata e talvolta trattata come una sua varietà.
Il botanico Wilson, che per primo raccolse questa specie, notò durante le sue indagini sul campo che “l’abete rosso (Picea aurantiaca) è una specie particolarmente bella, con aghi quadrati, verde scuro su rami estesi e coni penduli rosso-marroni raggruppati vicino alla cima dell’albero” (Wilson 1913).
Si distingue da P. asperata per il fogliame glauco e più robusto e per i ramoscelli glabri e glauchi e per le scaglie di semi più grandi (2-2,4 × 1,5-1,8 cm, contro 1,2-2 × 0,8-1,6 cm in P. asperata) e le diverse gemme vegetative.
I nomi più comuni sono: Abete arancione, 白皮云杉 baipi yunshan (lett. Abete dalla corteccia bianca).
Questa pianta cresce in una piccola area a ovest di Kangding in Cina. Le foreste in quest’area sono sempre più sotto pressione a causa del disboscamento indiscriminato. Le popolazioni sono diminuite e, ancora, non esiste una protezione ben regolamentata per la specie (Conifer Specialist Group 1998).
Tra i suoi usi si ricorda che il suo legno, probabilmente, viene utilizzato nell’industria cartaria e in edilizia, non essendoci notizie dettagliate in quanto in Cina questa specie è considerata una varietà di P. asperata. In Europa è molto rara nei giardini botanici.
Lo sfruttamento del suo legno con conseguente deforestazione era e rimane parzialmente (dopo le leggi restrittive emanate nel 1998) il rischio maggiore per la specie, insieme agli incendi boschivi, con un declino accertato della popolazione; inoltre l’areale primario è limitato a circa 50 km² di territorio. Per questo motivi viene classificata come Specie in pericolo nella Lista rossa IUCN.

Modalità di Preparazione –
La Picea aurantiaca è una conifera di cui non si conoscono utilizzi di tipo alimentare o farmaceutico; è invece sostenuto l’utilizzo del suo legname che porta questa specie ad essere classificata nella Lista rossa della IUCN Red List.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://conifersociety.org/conifers/picea-asperata-aurantiaca/
http://sweetgum.nybg.org/images3/3592/649/00888200.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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