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Aconitum degeni

Aconitum degeni

L’ Aconito pannocchiuto o Aconito di Degen (Aconitum degenii, Gáyer, 1906) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Magnoliidae,
Ordine Ranunculales,
Famiglia Ranunculaceae,
Sottofamiglia Ranunculoideae,
Tribù Delphinieae,
Genere Aconitum,
Specie A. degenii.
Sono sinonimi i termini:
– Aconitum medium Schrad.;
– Aconitum neomontanum Baumg.;
– Aconitum paniculatum f. calvum Gáyer;
– Aconitum paniculatum f. flexicaule (Hoppe & Hornsch.) Gáyer;
– Aconitum paniculatum f. grossidens Gáyer;
– Aconitum paniculatum f. matthioli (Rchb.) Gáyer;
– Aconitum paniculatum f. perkalabense Zapal.;
– Aconitum paniculatum f. pubicarpum Gáyer;
– Aconitum paniculatum f. tenuifissum Zapal.;
– Aconitum paniculatum f. vollmannii Gáyer;
– Aconitum paniculatum subsp. degenii (Gáyer) Graebn. & P.Graebn., 1929;
– Aconitum paniculatum subsp. leptophyllum (Rchb.) Gáyer;
– Aconitum paniculatum var. czeremossicum Zapal..
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Aconitum degenii subsp. degenii;
– Aconitum degenii subsp. gandogeri W.Mucher;
– Aconitum degenii subsp. lippertianum Starm.;
– Aconitum degenii subsp. paniculatum x subsp. rhaeticum;
– Aconitum degenii subsp. rhaeticum Starm.;
– Aconitum degenii subsp. valesiacum (Gáyer) W. Mucher.

Etimologia –
Il termine Aconitum è l’antico nome latino in Virgilio et al. dal greco ἀκόνιτον acóniton usato da Teofrasto e Nicandro per l’aconito velenoso. L’etimologia del nome greco è molto controversa: secondo Gledhill deriverebbe dal nome di una collina nel Ponto; per altri da Acona, villaggio della Bitinia dove la pianta era diffusa; un’altra teoria lo fa derivare da ἀκόντιον acóntion dardo o giavellotto, la cui punta veniva avvelenata con l’estratto dalla pianta e altre ancora che paiono fantasiose e prive di fondamento.
L’epiteto specifico degenii è stato attribuito in onore del biologo e botanico ungherese Árpád von Degen (1866-1934), autore di una Flora del Vebelit.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Aconitum degenii è una pianta erbacea perenne originaria della catena montuosa dei Carpazi.
Questa specie è diffusa sulle montagne dell’Europa meridionale ed in Italia presente lungo tutto l’arco alpino salvo forse che in Val d’Aosta.
Il suo habitat è quello dei boschi di latifoglie, soprattutto faggete, in forre, radure e consorzi ad alte erbe, su suoli piuttosto ricchi in composti azotati, con optimum nella fascia montana. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, con umidità media. Questa pianta cresce ad altitudini tra 300 e 2000 m s.l.m..

Descrizione –
L’Aconitum degenii è una pianta erbacea perenne la cui altezza può essere da 5 a 12 dm. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come rizomi, un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei.
Le radici sono secondarie da rizoma.
La parte epigea è eretta ed è ascendente, cilindrica e glabra fino all’infiorescenza, dopo di che diviene ghiandolosa.
Le foglie basali sono a forma di lamina pentagonale , completamente divise (fino alla nervatura centrale) in 5 segmenti. I segmenti hanno una forma rombica (sono larghi 1/3 della lunghezza) e sono partiti (divisi) e poi a sua volta (i segmenti finali) ancora profondamente dentati. I piccioli sono eretti. La lunghezza del picciolo è di 1 – 2 dm ed il diametro della lamina pentagonale è di 1 – 2 dm.
Le foglie cauline sono disposte in modo alterno e sono progressivamente più piccole con un minore di segmenti e i piccioli anche loro progressivamente ridotti.
L’infiorescenza è pani culata terminale con asse a zig-zag. È sia ramosa che fogliosa soprattutto alla base. I rami sono divaricato-subpatenti e pauciflori; si presentano inoltre pubescenti-ghiandolosi (anche i fiori sono pubescenti). Alla diramazione dei rami sono presenti delle foglie di tipo bratteale. I fiori sono disposti in modo distanziato e sono peduncolati; la lunghezza dei peduncoli è minore dei fiori stessi (lunghezza dei peduncoli: 1 – 2 cm).
I fiori di questa pianta sono considerati arcaici, o perlomeno derivati da fiori più arcaici dalla struttura aciclica. Il perianzio è formato da due verticilli: gli elementi esterni hanno una funzione di protezione e sono chiamati tepali o sepali (la distinzione dei due termini in questo caso è ambigua e quindi soggettiva); quelli interni sono dei nettari (in questo fiore la corolla è praticamente assente). I fiori sono pentameri (a cinque elementi) a simmetria zigomorfa (o bilaterale). Il colore del perianzio è blu o violetto e la dimensione dei fiori oscilla tra 25 e 35 mm.
Il calice ha cinque sepali (o tepali) di tipo petaloideo, molto diversi fra loro, di cui il superiore ha la forma di elmo o casco a geometria emisferica con alla base un prolungamento a forma di becco. Degli altri sepali due hanno una disposizione laterale a forma ovale; i due inferiori sono più lineari e lanceolati. I sepali non sono persistenti alla fruttificazione. L’elmo è 0,6 – 1,0 volte più alto che largo. Dimensioni dell’elmo: altezza 16 mm; larghezza 15 mm. Dimensione dei petali laterali ellittici: 10 x 15 mm.
La corolla è praticamente assente; i petali interni 2 (raramente 5) sono delle foglie trasformate in produttori di nettare ed hanno una forma cilindrica spiraleggiante un po’ clavata (a martelletto) e sono incurvati in avanti ad angolo retto.
Sono presenti numerosi stami, di colore scuro, a disposizione spiralata.
Nel gineceo i carpelli sono sessili e spiralati, in numero di 5 (raramente di meno). I pistilli contengono da 10 a 20 ovuli.
L’antesi è da giugno ad agosto.
Il frutto è costituito da un aggregato di 5 capsule o follicoli sessili e polispermi (frutto secco sviluppato longitudinalmente con delle fessure per la fuoriuscita dei semi). Ogni follicolo termina con un becco diritto.

Coltivazione –
Per la coltivazione dell’Aconitum degenii si tenga conto che è una pianta molto rustica che resiste a temperature inferiori alle zero e predilige un’esposizione dal sole pieno alla mezz’ombra. Per quanto riguarda il terreno, prediligono suoli umidi e freschi si di natura calcarea o silicea ma con reazione neutra.
L’mpollinazione di questa pianta è garantita soprattutto da diversi insetti, come api e vespe in quanto sono piante nettarifere (impollinazione entomogama).
La riproduzione avviene sia tramite l’impollinazione dei fiori (vedi sopra), ma anche per divisione del piede (propagazione tipicamente orticola).
Quindi può essere propagato sia per via gamica e quindi per seme o per via agamica per separazione di steli.

Usi e Tradizioni –
L’Aconitum degenii è una pianta che, anticamente, nella medicina popolare, veniva usata per i suoi effetti antidolorifici, sedativi e calmanti.
Si ricorda, tuttavia, che questa pianta come tutte le specie del genere contiene diversi alcaloidi tra cui l’aconitina, un potente veleno, letale anche a dosi ridottissime: i sintomi sono un forte calore a gola e ventre, secchezza della lingua, vomito, diarrea, debolezza muscolare, aritmie sino all’arresto cardiaco.
Inoltre l’intossicazione è rapidissima: in un periodo compreso tra i 10 e 90 minuti dall’ingestione si palesano sintomi quali palpitazioni, difficoltà del respiro, tachicardia, nausea, dolore addominale e vomito. Circa 3 grammi di aconitina possono portare alla morte un individuo in poche ore.
Attenzione, però, anche al contatto dermico. Se si toccano foglie e fiori, a livello delle mani, possono insorgere problematiche quali prurito, disturbi sensoriali e a volte persino motori.
Le diverse specie venivano infatti usate per avvelenare le punte delle frecce o preparare veleni.
I suoi fiori sono tra i più tossici della flora spontanea italiana.
Tra i suoi utilizzi si ricorda che questa pianta viene coltivata soprattutto per i suoi fiori ornamentali grazie all’elegante contrasto tra i fiori ed il ricco e decorativo fogliame.

Modalità di Preparazione –
L’Aconitum degenii è una pianta che, un tempo, veniva utilizzata nella medicina popolare per i suoi effetti antidolorifici, sedativi e calmanti; tuttavia la presenza dell’alcaloide aconitina ne fa una delle piante più tossiche della flora spontanea italiana, motivo per cui se ne sconsiglia l’uso artigianale e molta cautela anche nel maneggiare la pianta.
La pianta trova impiego, inoltre, anche nel giardinaggio per i suoi fiori coloriti e la ricca vegetazione.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/223292777/original.jpeg
– https://www.herbarien.uzh.ch/static/herbarimages/specimen/19/Z-000019594.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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