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Verbascum thapsus

Verbascum thapsus

Il Tasso barbasso o Verbasco tasso-barbasso (Verbascum thapsus L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Scrofulariaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Scrophulariales,
Famiglia Scrophulariaceae,
Tribù Scrophularieae,
Genere Verbascum,
Specie V. thapsus.
Sono sinonimi i termini:
– Verbascum bicolle F.W.Schmidt, 1794;
– Verbascum crassifolium DC.;
– Verbascum indicum Wall. ex Roxb., 1832;
– Verbascum linnaei Bercht., 1843;
– Verbascum simplex var. dyris Litard. & Maire;
– Verbascum subviride J.Lloyd & Foucaud;
– Verbascum tapsus Neck.;
– Verbascum thapsum St.-Lag.;
– Verbascum thapsus subsp. langei Rivas Mart.;
– Verbascum thapsus var. australe Franch.;
– Verbascum thapsus var. boreale Franch.;
– Verbascum thapsus var. glabrum Cariot & St.-Lag., 1889;
– Verbascum thapsus var. gymnostemon Rouy, 1909;
– Verbascum thapsus var. intermedium Franch.;
– Verbascum thapsus var. subviride.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Verbascum thapsus subsp. crassifolium (Lam.) Murb.;
– Verbascum thapsus subsp. montanum (Schrad.) Bonnier & Layens – presente in Italia;
– Verbascum thapsus subsp. thapsus L. – presente in Italia.

Etimologia –
Il termine Verbascum viene da verbascum, pianta citata da Plinio che la accosta al gr. phlomis e enumera tre specie, variamente identificate (Verbascum album, forse Verbascum thapsus; Verbascum nigrum o foemina, forse Verbascum nigrum; Verbascum silvestre, forse Phlomis fruticosa o Verbascum blattaria). Si tratta di una etimologia assai discussa: è stato collegato a barba, per le foglie pelose, verber verga, verpa membro virile, verbum parola, formula magica; nessuna di queste spiegazioni è soddisfacente. La maggioranza degli autori, sulla base del suffisso -asco, pensa a un prestito ligure, dunque a un’origine preindoeuropea; Wiczak lo accosta invece al nome del verbasco in varie lingue iraniche del Pamir žirmesk, yermesk, ramesk, che fa risalire a un antico iranico *gari-masca-, equivalente all’antico latino *ver-mascum, con il passaggio a verbascum a causa del collegamento per etimologia popolare a verbum. Mentre la seconda parte rimane non spiegata, la prima parte andrebbe collegata al protoindoeuropeo gwrHi-/gwerHi- montagna.
L’epiteto specifico thapsus viene dal greco θαψός thapsós tapso, scotano, piante citate da Nicandro e Teocrito.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Tasso barbasso è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d’Italia.
È presente in Europa, Africa settentrionale e Asia, dalle Azzorre e Isole Canarie a est fino alla Cina occidentale, a nord fino alle isole britanniche, alla Scandinavia e alla Siberia e a sud fino all’Himalaya.
Nell’Europa settentrionale cresce dal livello del mare fino a 1.850 m di altitudine, mentre in Cina cresce a 1.400–3.200 m di altitudine.
Questa pianta è stata introdotta in tutto il mondo temperato ed è diffusa in Australia, Nuova Zelanda, Asia tropicale, La Réunion, Nord America, Hawaii, Cile e Argentina; inoltre è stato segnalato anche in Giappone.
Il suo habitat è quello delle vegetazioni ruderali, nelle radure boschive, ai margini delle strade, in insediamenti rurali, su suoli argillosi poveri in calcio e ricchi in composti azotati, in genere a reazione subacida, dal livello del mare alla fascia montana.

Descrizione –
Il Verbascum thapsus è una pianta biennale che produce una rosetta basale costituita da grandi foglie, sino a 45 – 50 cm, obovate, molli, molto tomentose, finemente seghettate, sessili o quasi. La pianta produce un fittone poco profondo.
Le piante del secondo anno producono normalmente un unico stelo non ramificato, di solito alto 1–2 m.
Gli alti steli eretti terminano con una densa spiga di fiori che può occupare fino a metà della lunghezza dello stelo. Tutte le parti delle piante sono ricoperte da tricomi a forma di stella. Questa copertura è particolarmente spessa sulle foglie, conferendo loro un aspetto argenteo.
Lo stelo fiorito è solido e largo 2–2,5 cm e occasionalmente ramificato appena sotto l’infiorescenza.
I fiori sono pentameri con (di solito) cinque stami, un tubo calice a cinque lobi e una corolla a cinque petali, quest’ultima di colore giallo brillante e larga 1,5–3 cm; sono quasi sessili, con pedicelli molto corti. I cinque stami sono di due tipi, con i tre stami superiori più corti, i loro filamenti ricoperti da peli gialli o biancastri e con antere più piccole, mentre i due stami inferiori hanno filamenti glabri e antere più grandi.
Il periodo di fioritura è maggio-agosto.
Il frutto è una capsula setticida, bivalve, di 7-11 x 5-8,5 mm, poco più corta del calice, ovoide, tomentosa, con un corto rostro e apicolo eretto di 0,5 mm. Semi molto numerosi, di 0,6-0,8 x 0,5-0,6 mm, oboconico-prismatici con varie file di alveoli longitudinali, brunastri.

Coltivazione –
Il Verbascum thapsus è una pianta erbacea biennale che cresce in un vasto areale euroasiatico ma è stata esportata in altre parti del mondo ed utilizzata da tempo anche allo stato naturale per vari usi.
Per essere coltivata preferisce posizioni soleggiate e terreni sciolti e non molto umidi.
Cresce più frequentemente in terreni spogli e sconvolti, generalmente su terreni sabbiosi o gessosi. Cresce meglio in terreni asciutti, sabbiosi o ghiaiosi, sebbene possa crescere in una varietà di habitat, inclusi pendii, prati, bordi stradali, radure forestali e pascoli.
Può essere coltivato come pianta ornamentale e, in tempi antichi, era anche ampiamente utilizzata per scongiurare maledizioni e spiriti maligni.
Cresce in un’ampia varietà di habitat, ma preferisce terreni ben esposti e che si diffonde producendo prolificamente semi divenendo invasiva nelle regioni temperate del mondo.
La propagazione avviene per seme.
La semina si effettua in primavera o all’inizio dell’estate a spaglio o a file con leggera copertura del seme.
La germinazione di solito avviene entro 2 – 3 settimane ed i semi germinano quasi esclusivamente nel terreno nudo, a temperature comprese tra 10 e 40 °C.
Se le piante vengono propagate in vivaio vanno poi poste in singoli vasi e in tarda primavera – estate. Il seme ha una lunga vitalità, fino a 100 anni, secondo alcuni studi.

Usi e Tradizioni –
Il Verbascum thapsus è una pianta erbacea biennale che da lungo tempo viene raccolta ed utilizzata anche allo stato naturale per vari usi.
Questa pianta è rappresentata anche nei quadri del Caravaggio, ad esempio ai piedi del san Giovanni Battista con il significato di “radice di Jesse”, Isaia XI,1.
Sebbene questa pianta sia stata a lungo utilizzata in erboristeria, nessun farmaco viene prodotto dai suoi componenti. Dioscoride raccomandò per la prima volta la pianta 2000 anni fa, ritenendola utile come medicina popolare per le malattie polmonari. Le foglie venivano fumate per tentare di curare i disturbi polmonari, una tradizione che in America fu rapidamente trasmessa ai popoli nativi americani. Il popolo Zuni, tuttavia, usa la pianta in impacchi di radice in polvere applicati su piaghe, eruzioni cutanee e infezioni della pelle. Un’infusione della radice viene utilizzata anche per il trattamento del piede d’atleta. Tutte le preparazioni da bere devono essere filtrate finemente per eliminare i peli irritanti.
L’olio dei fiori è stato utilizzato contro catarri, coliche, mal d’orecchi, congelamento, eczema e altre condizioni esterne. L’applicazione topica di vari preparati a base di V. thapsus è stata consigliata per il trattamento di verruche, foruncoli, carbonchi, emorroidi e geloni, ecc.
Composti derivati dalla glicirrizina, con effetti battericidi in vitro, sono stati isolati dai fiori.
La pianta è stata utilizzata nel tentativo di curare raffreddori, groppa, scottature solari e altre irritazioni della pelle.
Tra gli altri sui si dice che i soldati romani abbiano intinto gli steli delle piante nel grasso per usarli come torce. Altre culture usano le foglie come stoppini. I nativi americani e i coloni americani si sono foderati le scarpe con le foglie della pianta per proteggersi dal freddo.
La pianta, come detto, è stata ampiamente usata a scopo medicinale, ma contiene principi tossici, soprattutto nei semi (saponine); i fiori, inoltre, forniscono un colorante giallo o verde che veniva utilizzato come tintura per capelli.
Oltre all’uso commestibile, per la preparazione di un te questa pianta viene utilizzata come rimedio erboristico domestico comunemente usato, apprezzato per la sua efficacia nel trattamento dei disturbi pettorali.
Il verbasco agisce riducendo la formazione di muco e stimolando la tosse con catarro ed è un trattamento specifico per tracheiti e bronchiti.
Le foglie ei fiori sono anodini, antinfiammatori, antisettici, antispasmodici, astringenti, emollienti, diuretici, emollienti, espettoranti e vulnerari.
Un’infusione viene presa internamente nel trattamento di un’ampia gamma di disturbi al torace e anche per trattare la diarrea.
La pianta si combina bene con altri espettoranti come la farfara (Tussilago farfara) e il timo (Thymus vulgaris).
Per via esterna si prepara un cataplasma delle foglie che è un buon cicatrizzante delle ferite e viene applicato anche su ulcere, tumori ed emorroidi.
Qualsiasi preparato a base di foglie deve essere accuratamente filtrato per rimuovere i piccoli peli che possono essere irritanti.
Un infuso di fiori in olio d’oliva viene utilizzato come gocce per il mal d’orecchi o come applicazione locale nel trattamento di emorroidi e altre infiammazioni delle mucose; questa infusione è anche fortemente battericida.
Un decotto di radici è stato utilizzato per alleviare il mal di denti e anche crampi e convulsioni.
Il succo della pianta e la polvere ricavata dalle radici essiccate è stata utilizzata per rimuovere rapidamente le verruche ruvide quando vengono strofinate su di esse.
I semi sono leggermente narcotici e contengono anche saponine.
Un impiastro ricavato dai semi e dalle foglie viene utilizzato per estrarre le schegge.
Un decotto di semi viene utilizzato per lenire i geloni e la pelle screpolata.
Un rimedio omeopatico è ricavato dalle foglie fresche. Viene usato nel trattamento di mal di testa permanente.
Dai fiori si ottiene un colorante giallo facendoli bollire in acqua; usati con acido solforico diluito producono un colorante verde piuttosto permanente, che diventa marrone con l’aggiunta di alcali.
A volte si usa un infuso di fiori per tingere i capelli di un colore dorato.
Gli steli fioriti possono essere immersi nella cera e usati come fiaccole.
La peluria delle foglie e degli steli è un’ottima esca quando è abbastanza secca.
Viene anche utilizzato come isolante nelle scarpe per mantenere i piedi caldi e per fare stoppini per candela.
Un rapporto dice che le foglie contengono rotenone, anche se non dice in quale quantità. Il rotenone è usato come insetticida.
Tra le sostanze contenute nella pianta sono presenti saponine, polisaccaridi, mucillagini, flavonoidi, tannini, glicosidi iridoidi, lignina e oli essenziali. È stato segnalato che le foglie della pianta, oltre ai semi, contengono rotenone, sebbene le quantità siano sconosciute.
Dal punto di vista ecologico questa pianta viene utilizzata da vari organismi.
Le api megachilidi del genere Anthidium usano il pelo (tra quello di varie piante lanose) per fare i loro nidi. I semi sono generalmente troppo piccoli per consentire agli uccelli di nutrirsi, sebbene sia stato segnalato che il cardellino americano li consumi.
È stato segnalato che altre specie di uccelli consumano le foglie (Oca hawaiana) mentre fiori e foglie vengono consumati da vari animali.

Modalità di Preparazione –
Il Verbascum thapsus è una pianta utilizzata da tempi remoti per svariati usi.
La pianta viene raccolta quando è in fiore e viene essiccata per un uso successivo.
I fiori essiccati vengono utilizzati per preparare tisane.
Tra gli usi commestibili si ricorda che si ricava un tè aromatico e leggermente amaro che può essere preparato lasciando in infusione le foglie essiccate in acqua bollente per 5 – 10 minuti.
Un tè più dolce può essere preparato infondendo i fiori freschi o secchi.
La pianta viene usata per fare tinture e torce.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/177093789/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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