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Salvia miltiorrhiza

Salvia miltiorrhiza

La salvia rossa (Salvia miltiorrhiza Bunge) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Lamiales,
Famiglia Lamiaceae,
Sottofamiglia Nepetoideae,
Sottotribù Salviinae,
Genere Salvia,
Specie S. miltiorrhiza.
È sinonimo il termine:
– Salvia miltiorrhiza subsp. alba C.Y.Wu & H.W.Li.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti varietà:
– Salvia miltiorrhiza var. charbonnelii (H.Lév.) C.Y.Wu;
– Salvia miltiorrhiza var. miltiorrhiza.

Etimologia –
Il termine Salvia è il nome già usato da Plinio per la Salvia officinalis, da sálvo salvare, guarire (connesso con il sanscrito sárvas integro): per le proprietà officinali.
L’epiteto specifico miltiorrhiza viene dal colore ocra rossa e dal termine riża, proveniente dal gr. ῥίζα «radice», a sua volta dal latino rhiza.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Salvia miltiorrhiza è una pianta originaria di un areale che va dalla Cina al Giappone.
Il suo habitat naturale è quello dei luoghi erbosi nelle foreste, sui pendii delle colline e lungo le sponde dei torrenti dove cresce a un’altitudine compresa tra 90 e 1.200 m.

Descrizione –
La Salvia miltiorrhiza è una pianta erbacea perenne decidua con steli ramificati alti da 30 a 60 cm.
Le foglie sono ampiamente distanziate e sono sia semplici che divise.
Le infiorescenze di 30 cm sono ricoperte di peli e ghiandole appiccicose. I fiori crescono a spirale, con corolle di colore dal viola chiaro al blu lavanda e lunghe circa 2,5 cm e con un calice viola scuro.
Il frutto è un tetrachenio (composto da quattro nucule). La forma è più o meno ovoidale (o più o meno trigona). I semi, di colore marrone scuro, sono sprovvisti di endosperma e sono piccolissimi (in un grammo ne stanno oltre 200).

Coltivazione –
La Salvia miltiorrhiza è una pianta che cresce allo stato naturale soprattutto su terreni ben drenati, con circa mezza giornata di sole. È resistente fino a temperature minime di circa -10 ° C.
La pianta può essere coltivata agevolmente in climi con temperature non troppo fredde e si riproduce per seme o per talea.
La maggior parte dei semi di Salvia ha un tasso di germinazione più elevato se esposta alla luce.

Usi e Tradizioni –
La salvia rossa (in cinese: 丹參; pinyin: dānshēn) nota anche come salvia cinese, tan shen o danshen, è una pianta perenne molto apprezzata per le sue radici nella medicina tradizionale cinese.
La Salvia miltiorrhiza, da sola o in combinazione con altri medicinali a base di erbe cinesi, è stata utilizzata in Cina e, in misura minore, in altri paesi come trattamento per varie malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.
Una revisione Cochrane del 2007 sull’uso di questa pianta per l’ictus ischemico acuto ha rilevato che la qualità dell’evidenza era scarsa e non c’era evidenza di beneficio.
Allo stesso modo, una meta-analisi Cochrane del 2008 ha rilevato che gli studi clinici su questa pianta erano di bassa qualità e insufficienti per esprimere un giudizio sulla sua efficacia per le persone con infarto. Le meta-analisi delle forme orali e iniettabili di Salvia miltiorrhiza in persone con angina hanno concluso che gli effetti del trattamento erano inconcludenti perché gli studi erano di bassa qualità e le conclusioni non erano basate su prove evidenti.
Inoltre le proprietà benefiche per la salute sarebbero diverse e tutte derivanti dall’uso delle sue radici, contenenti chetoni e alcoli, chiamati tanshioni e tashinoli.
La Salvia miltiorrhiza, inoltre, può potenziare gli effetti del farmaco anticoagulante warfarin, causando possibili complicazioni emorragiche. Altri effetti avversi possono includere reazioni allergiche, vertigini, mal di testa o disturbi gastrointestinali.
Secondo la medicina orientale, sembra avere effetti positivi su alcune patologie.
Il settore più comune nel quale è impegnata la Salvia miltiorrhiza è quello che riguarda i problemi cardiaci.
Al momento, gli studi sull’uomo sono ancora minimi e non è possibile stabilire con certezza se questa erba aiuti davvero a proteggere e migliorare la salute del cuore. Tuttavia, diversi test effettuati su animali e modelli cellulari lasciano presagire buone prospettive.
Secondo molti di essi, infatti, l’uso di Salvia miltiorrhiza, da sola o abbinata ad altre erbe, aiuterebbe i pazienti nel trattamento delle malattie cardiovascolari.
Gli studi suggeriscono sia in grado soprattutto di migliorare il flusso di sangue coronarico, ridurre il rischio di infarto e contrastare l’angina.
Inoltre, sembra possa anche stimolare una miglior circolazione sanguigna.
Sempre in ambito cardiologico, la salvia rossa sembra possa avere successo anche per il trattamento di patologie coronariche.
Diversi studi suggeriscono, inoltre, che la Salvia miltiorrhiza possa aiutare a proteggere da alcuni problemi associati al diabete, come la retinopatia diabetica, una malattia dell’occhio che si verifica quando la glicemia alta inizia a danneggiare i vasi sanguigni nella retina.
Inoltre, questa erba ritarderebbe la perdita della vista.
Uno studio internazionale eseguito per ora solo sui topi sembra dimostrare che, soprattutto se assunta in forma di pillola, la salvia rossa sarebbe efficace nella rigenerazione del fegato.
In generale l’uso tradizionale di questa pianta, seppure in molti casi da confermare con studi di merito, riguardano:
– riduzione delle infiammazioni;
– miglioramento della digestione;
– riduzione del colesterolo;
– miglioramento del livello di concentrazione e della funzionalità del cervello;
– alleviamento delle vampate di calore;
– miglioramento dei sintomi di asma e bronchite.
I composti chimici isolati dalla Salvia miltiorrhiza includono acido salvianolico (o acido salvianolico B), diidrotanshinone, miltirone, tanshinone I e tanshinone IIA. Il Tanshinone IIA è uno dei costituenti più abbondanti della radice di Salvia miltiorrhiza.

Modalità di Preparazione –
Le proprietà della Salvia miltiorrhiza sono contenute soprattutto nelle sue radici.
Le radici possono essere consumate in diverse forme. Le più comuni sono estratti, capsule, compresse. Perfette anche dopo essere state essiccate. In questa ultima versione sono ottime come base di te o tisane. Basta aggiungerne un cucchiaio all’acqua bollente e lasciare il composto in infusione per 10 minuti.
Attenzione però perché il loro sapore è un po’ amaro e per alcuni potrebbe risultare troppo intenso. Per mitigarlo è possibile aggiungere al composto un po’ di zucchero o miele, senza inficiarne l’azione benefica.
Per quanto riguarda le dosi consigliate e controindicazioni, non esiste ancora una dose standard raccomandata per il consumo di questa pianta né sembrano esserci particolari controindicazioni.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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