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Rubus caesius

Rubus caesius

Il Rovo bluastro (Rubus caesius L.) è una specie cespugliosa appartenente alla famiglia delle Rosaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Rosales,
Famiglia Rosaceae,
Sottofamiglia Rosoideae,
Genere Rubus,
Specie R. caesius.
Sono sinonimi seguenti termini:
– Rubus brachyodon Sudre;
– Rubus caeruleus Gilib.;
– Rubus caesius subsp. aquaticus (Weihe & Nees) Schübl. & Mart.;
– Rubus caesius subsp. leucosepalus Focke;
– Rubus caesius subsp. turkestanicus Focke;
– Rubus caesius var. aquaticus Weihe & Nees;
– Rubus caesius var. turkestanicus Regel;
– Rubus coeruleus Gilib.;
– Rubus erythrostachys Sabr.;
– Rubus fruticosus Makino & Nemoto;
– Rubus fruticosus subsp. caesius (L.) Bonnier & Layens;
– Rubus hirtus Aspegren;
– Rubus hirtus var. coburgianus Borbás ex Formánek;
– Rubus humilis Bubani;
– Rubus hybridus var. bellardii (Weihe ex Dumort.) Hampe;
– Rubus latebrosus Ripart;
– Rubus latebrosus Ripart ex Genev.;
– Rubus ligerinus Genev.;
– Rubus mitissimus Ripart;
– Rubus mitissimus Ripart ex Genev.;
– Rubus polymorphus var. caesius (L.) Spenn.;
– Rubus psilophyllus Nevski;
– Rubus rivalis Genev.;
– Rubus sabulosus Sudre;
– Rubus turkestanicus Pavlov;
– Rubus volvatus var. bellardii Weihe;
– Rubus volvatus var. bellardii Weihe ex Dumort.;
– Selnorition caesium (L.) Raf., 1838;
– Selnorition cesius (L.) Raf. ex B.D.Jacks..
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie e varietà:
– Rubus hirtus subsp. erythrostachys (Sabr.) Focke;
– Rubus hirtus subsp. hirtus;
– Rubus hirtus subsp. rubiginosus (P.J.Müll.) Focke;
– Rubus hirtus subsp. tenuidentatus Sudre;
– Rubus hirtus var. genuinus Godr.;
– Rubus hirtus var. hirtus.

Etimologia –
Il termin Rubus viene da rúbeo essere rosso: riferimento al colore dei frutti immaturi di rovo, lampone, mora.
L’epiteto specifico caesius viene da caesius azzurrino, verde-azzurro: riferito al colore di qualche organo (spesso le foglie).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Rubus caesius è una specie di origine eurasiatica ampiamente distribuita in gran parte dell’Europa e dell’Asia, dall’Irlanda e dal Portogallo, a est attraverso la Russia fino alla Siberia occidentale e, attraverso la Turchia fino al Libano e all’Afghanistan, per giungere all’estremo oriente della provincia dello Xinjiang nella Cina occidentale. Questa specie si è naturalizzata in una certa misura anche in località sparse in Argentina, Canada e Stati Uniti.
Il suo habitat è quello dei boschi ripariali, forre, suoli boschivi umidificati in ambienti umidi ed ombrosi dal livello del mare fino a 1200 metri, raramente fino a 2000 metri. E’ comune anche nelle siepi e nelle zone ruderali.
Quando cresce su terreni di colture abbandonate si nota una minore pelosità: i polloni possono essere glabri e le foglie senza incisioni.

Descrizione –
Il Rubus caesius è un arbusto deciduo e cespuglioso perenne, con un’altezza di 50 – 150 cm, con radice legnosa, pollonifera, fascicolata e con polloni cilindrici glauco-pruinosi sarmentosi, lunghi 1-2 metri, radicanti all’apice, con sottili spine setoliformi acutissime lunghe 2 mm.
Le foglie sono composte, palmate, con 3 segmenti da lanceolati a ovati larghi 4-7 cm e lunghi 7-9 cm, grossamente dentati lungo il bordo, acuti, talora incisi alla base; le foglie dei polloni hanno stipole largamente lanceolate, quelle dei fusti fioriferi hanno stipole più strette, tutte ristrette verso la base.
I fiori sono riuniti in corimbi di 2-5 elementi con asse fiorale densamente ghiandoloso; fiore ermafrodita, attinomorfo, con 5 sepali triangolari-lesiniformi, larghi 2-3 mm e lunghi 13 mm, alla fruttescenza eretti; corolla dialipetala con 5 petali bianchi ovati (7×10 mm); ricettacolo conico, ovario semi-infero, apocarpico, molti carpelli e molti stami .
Il frutto multiplo è un drupeto (polidrupa) un aggregato di 8-10(20) piccole drupe deiscenti col ricettacolo. Drupeole di 3-5 mm di diametro, commestibili, con esocarpo rosso, poi nero-bluastro e pruinose, mesocarpo succoso e endocarpo legnoso (nocciolo), reniforme, lungo 2,5-5,5 mm, reticolato.

Coltivazione –
Il Rovo bluastro è una pianta che può ibridarsi con il lampone (Rubus idaeus) e il rovo (Rubus saxatilis) e cresce in natura generalmente su suoli basici e gessosi.
La pianta viene raccolta in natura per l’uso locale come alimento. Talvolta è coltivato per i suoi frutti, specie nel Caucaso ed è stato utilizzata nei programmi di miglioramento genetico delle piante per instillare una maggiore tolleranza al gelo.
È una pianta facilmente coltivabile in un buon terreno argilloso ben drenato al sole o in parziale ombra.
La propagazione avviene per seme e richiede una stratificazione; è meglio seminare all’inizio dell’autunno in un semenzaio non riscaldato.
Il seme immagazzinato richiede una stratificazione di un mese a circa 3 °C ed è meglio che venga seminato il prima possibile durante l’anno. Il trapianto in pieno campo va eseguito nella tarda primavera dell’anno successivo.
Si può propagare per talee di legno semimaturo, nel periodo di metà estate in zona protetta.
Si può propagare, infine, anche per divisione all’inizio della primavera o poco prima della caduta delle foglie in autunno.

Usi e Tradizioni –
Il Rubus caesius ha le stesse proprietà officinali e culinarie degli altri Rubus, benché i frutti siano meno dolci di quelli del gruppo Rubus fruticosus.
I frutti sono succulenti ma non molto gustosi; hanno un sapore gradevolmente acido; per alcuni sono considerati superiori alle comuni more sebbene i frutti siano piuttosto piccoli e composti da poche drupe.
I frutti possono essere utilizzati per fare gelatine, conserve, ecc.
Le giovani foglie vengono usate come succedanee del tè.
I principi attivi sono tannini idrolizzabili e acidi organici quali l’acido isocitrico, malico e chinico.
Ha proprietà aromatizzanti, astringenti, diuretiche e antiinfiammatorie.
Le foglie possono essere utilizzate per via interna come azione decongestionante e astringente utile per lenire le infiammazioni intestinali e normalizzarne le funzioni e per via esterna decongestionante e antinfiammatoria, utile per sciacqui orali nelle stomatiti, per gargarismi nelle faringiti, per impacchi nei disturbi emorroidari. In passato per usufruire dell’azione astringente, soprattutto per uso esterno, si ricorreva anche alle radici che si estirpavano dal terreno in autunno. È caduto parimenti in disuso il ricorso ai frutti per normalizzare l’intestino e lenire le emorroidi e al succo fresco per sciacqui e gargarismi nelle infiammazioni del cavo orale. Comunque i frutti godono di buona azione dissetante, rinfrescante e diuretica.
I Romani masticavano le foglie come astringente per le emorragie gengivali.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali.
La maggior parte, se non tutte, le specie di Rubus che formano boschetti hanno un buon valore di controllo dell’erosione. Di solito crescono in modo soddisfacente su terreni aridi e sterili e invadono e occupano aree erose. Si stabiliscono rapidamente anche su ustioni, vecchi campi e aree registrate. Formando boschetti estesi e quasi impenetrabili, possono fornire un’eccellente copertura per la fauna selvatica e siti di nidificazione per piccoli uccelli. Sono spesso specie pioniere naturali, che aprono la strada allo sviluppo dei boschi, ma dovrebbero essere realmente utilizzate solo all’interno del loro areale nativo per evitare qualsiasi rischio che invadano altri habitat.
Fuori dal continente euroasiatico, questa specie è stata di interesse per i coltivatori di piante negli Stati Uniti dal 1919, essendo apprezzata per la sua tolleranza al gelo.
Dal frutto si ottiene, inoltre, un colorante di colore da viola al blu opaco.

Modalità di Preparazione –
Il Rubus caesius è una pianta che un tempo trovava più impiego ed utilizzo sia in campo medico che alimentare.
Si utilizzano soprattutto i frutti e le foglie.
In cucina i germogli si prestano per minestre, zuppe, risotti, frittate, o semplicemente per essere lessati e conditi a piacere. Le more si mangiano al naturale o si usano per sciroppi, succhi, gelatina, marmellata, salse, liquori, sotto grappa. Inoltre, schiacciate e lasciate fermentare, danno una bevanda acidula di modesta gradazione alcoolica che, per distillazione, permette di ottenere un’ottima acquavite.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://www.gbif.org/occurrence/3113350461

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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