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Riproduzione del Pino d’Aleppo

Riproduzione del Pino d’Aleppo

Il pino d’Aleppo (Pinus halepensis, Mill. 1768) è una conifera originaria dell’area mediterranea e presente dalla Penisola Iberica e dal Marocco fino al Libano e alla Siria. Lungo le coste d’Italia sono molto frequenti le pinete di pino d’Aleppo ricche di macchia mediterranea.

Habitat idoneo di riproduzione –
Il pino d’Aleppo è una pianta termofila estremamente resistente alla siccità. In natura occupa l’areale più meridionale dei tre pini mediterranei ma si spinge a nord fino nella Francia meridionale, Italia centro-meridionale, Croazia (Istria e Dalmazia), regioni costiere del Montenegro e dell’Albania. Particolarmente frequente in Spagna e Grecia, si trova anche in Marocco, Libia e nei Paesi del Vicino oriente come Siria (da cui il nome Aleppo), Giordania e Israele. Mentre nelle zone più settentrionali si trova sulle coste e fino a 200 m, nelle zone meridionali si trova fino a 1000 m in Spagna meridionale e addirittura a quasi 2000 m sulle montagne del Marocco.
In Italia è una delle specie arboree più numerose, presente in natura nel Parco nazionale del Gargano, nelle zone costiere del centro-sud (in popolazioni relittuali, in ambiente rupestre e calcareo), tipicamente nelle fiumare di detriti grossolani, in alcune aree costiere della Liguria (Balzi Rossi, promontorio della Caprazoppa, Capo Noli, parco di Portofino, Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara), all’interno nella bassa valle del fiume Nera, nelle Marche e in Sicilia (Riserva naturale orientata Pino d’Aleppo), sulla costiera triestina (pineta di Santa Croce), nella zona nord occidentale della Sardegna (Alghero, Parco Naturale Regionale di Porto Conte), e nel Sud-Ovest della Sardegna sull’isola di San Pietro e nella località denominata appunto “Porto Pino”, nel comune di Sant’Anna Arresi; ma è coltivato anche in altre zone (soprattutto costiere) come specie ornamentale, come nel resto del bacino del Mediterraneo. È coltivato anche in California.

Propagazione –
Il Pinus halepensis è una pianta non molto resistente al freddo, essendo in grado di tollerare brevi periodi con temperature fino a circa -10 °C quando è completamente dormiente.
Tuttavia le piante diventano più resistenti con l’età, alcuni esemplari più vecchi nel sud della Gran Bretagna sono noti per resistere a temperature fino a -17 °C senza danni.
Questa pianta richiede una posizione soleggiata per crescere bene e suoli sabbiosi o ghiaiosi leggeri e ben drenati; tollera male suoli più pesanti ed umidi mentre tollerano bene terreni poveri gessosi.
È una pianta abbastanza resistente al vento.
Il Pinus halepensis si propaga per seme che va seminato in singoli vasi in un ambiente non riscaldato non appena questo è maturo, altrimenti a fine inverno. Una breve stratificazione di 6 settimane a 4 °C può migliorare la germinazione dei semi immagazzinati.
Quando le piantine avranno raggiunto le dimensioni per essere maneggiate vanno subito trapiantate in pieno campo e protette (soprattutto nei climi più freddi) per i primi due inverni.
Si ricorda che questa specie ha un apparato radicale molto sparso per cui prima vengono piantate nelle loro posizioni definitive meglio crescono.
In generale le piantine dovrebbero essere piantate nelle loro posizioni permanenti quando sono piuttosto piccole, tra 30 e 90 cm massimo, ma si consiglia di piantarle quando sono già alte circa 5 – 10 cm.
In questo caso è opportuno pacciamare l’area con materiale vegetale per evitare che l’erba soffochi la crescita delle giovani piantine.
Un altro metodo di propagazione è tramite talea. Questo metodo funziona solo se le talee sono prelevate da alberi molto giovani e di età inferiore a 10 anni. Si devono prelevare porzioni a foglia singola con la base del germoglio corto; è opportuno eliminare i germogli alcune settimane prima di prendere le talee.
Le talee, comunque, sono normalmente lente a crescere.

Ecologia –
Il pino d’Aleppo è tra gli alberi più emblematici delle contrade mediterranee.
Le sue formazioni sono presenti dal Nord Africa (principalmente Tunisia, Algeria, Marocco) all’Europa meridionale e mediterranea (Spagna, Francia, Italia, ex-Jugoslavia, Albania, Grecia) ed ai Paesi dell’Asia Minore (Turchia, Libano, Siria, Israele). Queste pinete sono più estese nella sezione sud-occidentale del bacino del Mediterraneo. Altimetricamente, sono presenti dalle coste agli orizzonti montani, come accade nell’Atlante Sahariano, dove raggiungono i 1500 metri.
Per quanto concerne gli aspetti vegetazionali del Pino d’Aleppo in Italia, i vari studi di carattere fitosociologico, relativi soprattutto all’Italia meridionale, alla Sicilia ed alla Sardegna (De Marco et al., 1984; De Marco e Caneva, 1984; Bartolo et al., 1985; Corbetta et al., 2004; ecc.) hanno permesso di identificare diverse associazioni vegetali, in funzione delle caratteristiche pedologiche e del gradiente geografico.
Le pinete a Pino d’Aleppo rivestono una notevole importanza sotto il profilo ecologico, biogeografico, paesaggistico e selvicolturale; esse inoltre rappresentano, in quanto spesso fitocenosi relittuali, un vero e proprio serbatoio genetico indispensabile per il mantenimento della biodiversità. E’ quindi indispensabile preservare l’integrità delle residue formazioni spontanee e gestire correttamente le pinete di impianto antropico, che costituiscono un grande patrimonio storico e naturalistico, ancora oggi minacciato dall’impatto derivante dall’indiscriminata urbanizzazione e dal turismo disordinato, a carico soprattutto delle zone costiere.




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