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Bistorta officinalis

Bistorta officinalis

La Serpentaria o Poligono bistorta o Poligono medicinale o Bistorta medicinale (Bistorta officinalis Delarbre) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Polygonaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista officinale appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Caryophyllidae,
Ordine Polygonales,
Famiglia Polygonaceae,
Genere Bistorta,
Specie B. officinalis.
Sono sinonimi i termini:
– Bistorta abbreviata Kom.;
– Bistorta carnea (K.Koch) Kom. ex Tzvelev;
– Bistorta confusa (Meisn.) Greene;
– Bistorta ensigera (Juz.) Tzvelev;
– Bistorta lapidosa Kitag.;
– Bistorta major Gray;
– Bistorta officinalis japonica (H.Hara) Yonek.;
– Bistorta pacifica tomentella (Kom.) Tzvelev;
– Bistorta pacifica velutina Kitag.;
– Bistorta subauriculata Kom.;
– Bistorta ussuriensis (Regel) Kom.;
– Persicaria bistorta (L.) Samp.;
– Persicaria bistorta carnea (K.Koch) Greuter & Burdet;
– Persicaria regeliana (Kom.) Cubey;
– Persicaria ussuriensis (Regel) Nakai;
– Polygonum abbreviatum Kom.;
– Polygonum amoenum Salisb.;
– Polygonum ampliusculum Gand.;
– Polygonum bistorta L.;
– Polygonum bistorta pacificum (Petrov ex Kom.) Vorosch.;
– Polygonum bourdinii Gand.;
– Polygonum carneum K.Koch;
– Polygonum carthusianorum Gand.;
– Polygonum confusum Meisn.;
– Polygonum ensigerum Juz.;
– Polygonum lapidosum (Kitag.) Kitag.;
– Polygonum pacificum Petrov ex Kom.;
– Polygonum pilatense Gand.;
– Polygonum regelianum Kom.;
– Polygonum subauriculatum Petrov ex Kom..

Etimologia –
Il termine Bistorta viene dal prefisso bis- due volte e da tórtus ritorto (da torqueo torcere, ritorcere, avvolgersi): doppiamente contorto, riferimento all’aspetto della radice.
L’epiteto specifico officinalis viene da offícina laboratorio medioevale: in quanto pianta usabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria e simili.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Serpentaria è una pianta originaria dell’Europa ma è presente anche in forma naturalizzata e coltivata nelle zone fredde e temperato-fredde dell’Europa, Asia e Nord America dove .
Il suo habitat è quello delle vaste distese nei prati umidi di montagna, soprattutto nei terreni ricchi di nitrati, boschi radi, luoghi paludosi, con una distribuzione altimetrica che va dagli 800 ai 3.000 m. s.l.m..

Descrizione –
La Bistorta officinalis è una pianta erbacea perenne che cresce tra 20 e 80 centimetri di altezza e 90 cm circa di larghezza.
Ha un portainnesto spesso e contorto.
Il fogliame è normalmente basale con poche foglie più piccole prodotte vicino all’estremità inferiore degli steli fioriti.
Le foglie sono generalmente glabre; quelle basali sono allungate-ovali con lunghi peduncoli alati e basi tondeggianti o cuoriformi; quelle superiori sono più rade e triangolari, affusolate e prive di picciolo. Alla base ci sono stipole che sono fuse in una guaina che circonda lo stelo. I piccioli sono ampiamente alati.
L’infiorescenza è una spiga con i singoli fiori di colore rosa con cinque segmenti di perianzio, otto stami, tre carpelli fusi e tre stili liberi.
L’antesi avviene tra giugno e luglio.
Il frutto è una noce (Diclesio) con l’antocarpo (achenio) parzialmente incluso nel perianzio, achenio trigono di 4(5) x 2(3) mm, bruno nerastro, brillante.

Coltivazione –
La Bistorta officinalis in alcune aree viene coltivata come pianta da giardino ornamentale e, soprattutto un tempo, anche come ortaggio e pianta medicinale.
È una pianta che, allo stato naturale, cresce in terreni umidi e in condizioni asciutte va in letargo, perdendo il fogliame fino a quando non si ripristina un’adeguata umidità.
A volte viene raccolta allo stato naturale per l’uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali.
È una pianta molto resistente al freddo, in grado di tollerare temperature fino a circa -25-30 °C quando è in stato di dormienza.
È una pianta che si propaga per seme con semina primaverile. La germinazione è generalmente abbondante. Se viene seminata in semenzaio le giovani piantine vanno poi poste in singoli vasi e trapiantate in tarda primavera o in estate.
Si può riprodurre anche per divisione sia in primavera che in autunno. Se si impiegano parti più grandi della pianta queste possono essere piantate direttamente in pieno campo.

Usi e Tradizioni –
La Bistorta officinalis è una pianta che un tempo trovava impiego sia per scopi alimentari che medicinali mentre attualmente è più impiegata per fini ornamentali.
Per uso commestibile si utilizzano le giovani foglie (di sapore amaro ma delicato) che vengono comunemente usate, cotte, come succedaneo degli spinaci o crude nelle insalate miste. La radice tostata, un tempo, si usava per fare il pane.
Nell’Inghilterra settentrionale le foglie sono un ingrediente di un budino amaro (pudding) quaresimale, chiamato Easter Ledger pudding, che si mangia in Quaresima.
Le foglie sono disponibili dalla fine dell’inverno nella maggior parte degli anni e possono essere mangiate fino all’inizio dell’autunno anche se diventano molto più dure con il progredire della stagione.
Le foglie sono una buona fonte di vitamine A e C.
Il seme è molto piccolo e piuttosto complicato da utilizzare.
Le radici si possono magiare crude o cotte e sono ricche di amido e tannino; vengono macerate in acqua e poi tostate per ridurre il contenuto di tannino.
Le radici sono state consumate anche dopo bollitura in zuppe e stufati e possono essere essiccate, quindi macinate in polvere e utilizzate, come detto, per fare il pane.
Le radici vengono mangiate anche in Russia e nell’Asia settentrionale.
La radice contiene il 30% di amido, l’1% di ossalato di calcio e il 15 – 36% di tannino.
Questa pianta può avere usi medicinali. È una delle erbe più fortemente astringenti ed è usata per contrarre i tessuti e fermare il flusso sanguigno.
La radice è potentemente astringente, demulcente, diuretica, febbrifuga, lassativa e fortemente emostatica.
È molto usata, sia internamente che esternamente, nel trattamento di emorragie interne ed esterne, diarrea, dissenteria, colera, ecc.
Viene assunta anche internamente nel trattamento di un’ampia gamma di disturbi tra cui catarro, cistite, sindrome dell’intestino irritabile, ulcera peptica, colite ulcerosa e mestruazioni eccessive.
Per via esterna viene impiegata come lavaggio per piccole ustioni e ferite, ed è usata per trattare faringiti, stomatiti, perdite vaginali, ragadi anali, ecc.
Si possono preparare anche collutori o gargarismi, usati per trattare le gengive spugnose, le ulcere della bocca e il mal di gola.
Le foglie sono astringenti e hanno un’ottima reputazione nel trattamento delle ferite.
Sebbene non sia stata fatta alcuna menzione specifica per questa specie, è stato segnalato che alcuni specie di questo genere possono causare fotosensibilità in persone sensibili.

Modalità di Preparazione –
Della Serpentaria se ne fa un uso sia alimentare che medicinale.
La radice si raccoglie all’inizio della primavera, quando le foglie iniziano appena a germogliare, e poi si secca.
Le foglie sono disponibili normalmente dalla fine dell’inverno nella maggior parte degli habitat dove cresce o viene coltivata.
Radici, foglie e giovani germogli, soprattutto un tempo, venivano cotti al vapore o bolliti.
Le radici sono state consumate anche dopo bollitura in zuppe e stufati e possono essere essiccate, quindi macinate in polvere e utilizzate, come detto, per fare il pane.
In ambito medicinale vengono preparati collutori o gargarismi e possono essere fatti lavaggi con estratti della pianta per vari fini.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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