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Parco nazionale della Valle della Morte

Parco nazionale della Valle della Morte

Il parco nazionale della Valle della Morte è un Parco nazionale degli Stati Uniti il cui territorio ricade negli Stati della California e del Nevada, con una superficie a terra di 13.518 km².
Il parco nazionale della Valle della Morte è stato riconosciuto in un primo meomento come monumento nazionale (11 febbraio 1933) e poi come parco il 31 ottobre 1994.
Questo parco, come gli altri degli Stati Uniti, è gestito dal National Park Service.
La Valle della Morte è un’area desertica degli Stati Uniti d’America situata nello Stato della California e in piccola parte nel Nevada. Circa al centro della valle si trova il punto più basso del Nord America.
Il nome di quest’area deriva dalle particolarissime condizioni climatico-ambientali che rendono estremamente difficile la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali.
L’origine del nome della Valle della morte risale comunque ai tempi della corsa all’oro.
Nell’inverno tra il 1849 ed il 1850 i cercatori di pepite cercarono di attraversarla ma trovarono la morte nella disperata ricerca di cibo e di acqua. Nonostante questo tragico evento, la Valle della morte continuò ad attirare l’attenzione di molti cercatori e tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento furono scoperte diverse miniere d’oro e d’argento. Nel febbraio del 1933, l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America, dichiarò la Valle della Morte monumento nazionale. In quello stesso anno per far fronte alle difficoltà economiche della Grande Depressione, Franklin Delano Roosvelt fondò il Civilian Conservation Corps, un programma ad hoc con l’obiettivo di fornire lavoro ai disoccupati. Alcuni di essi furono inviati appositamente nella Valle della morte per costruire strade, pozzi, campeggi e linee telefoniche.
Bisogna arrivare al 1994 per l’istituzione del parco nazionale della Valle della Morte.

Geografia –
Il parco nazionale della Valle della Morte include l’omonima valle che è una depressione che fa parte del Grande Bacino (Great Basin) e si estende longitudinalmente da nord a sud, fra Sierra Nevada in California ad ovest e Stato del Nevada ad est.
Questa valle è lunga 225 chilometri e larga in media 40 chilometri.
Il parco è invece lungo circa 170 chilometri e penetra a Nord per un breve tratto in Nevada ed è delimitato a meridione dal Owlshead Mountain (montagna testa di gufi), che è separato dalle Black Mountains (montagne nere) per mezzo del Jubilee Pass (passo del giubileo), porta d’ingresso Sud del parco. Il limite settentrionale del parco è vicino allo Scotty’s Castle (castello di Scotty), porta d’ingresso Nord del parco.
Verso Ovest il parco è delimitato dal Panamint Range che è formato verso Nord dal Cottonwood Mountains che si continuano verso Sud nel Panamint Mountains.
Verso Est il parco è delimitato dall’Amargosa Range che comprende verso Nord le Grapevine Mountains, che si continuano verso Sud nelle Funeral Mountains e nei due gruppi affiancati del Greenwater Range e delle Black Mountains.
Il bacino della Valle della Morte è sprofondato di 86 metri sotto il livello del mare. Il punto più basso si trova a Badwater, valle che è dominata verso Est dai calanchi delle Black Mountains, proprio nel punto dove si trova Dante’s View e verso Ovest si distende la salina, chiamata Devil Golf Course e si vede all’orizzonte Telescope Peak alto 3 300 metri.

Geologia –
Le rocce più vecchie della Valle della Morte si sono formate circa 1,8 miliardi anni fa e hanno subito talmente tanti cambiamenti che sono quasi indecifrabili.
Le rocce che datano circa 500 milioni di anni fa trovate nel Panamint e nelle Funeral Mountains, sono fatte di arenaria ed il calcare indica che il luogo era un mare caldo e poco profondo, che si trovava all’Equatore, durante la maggior parte dell’era paleozoica (570-250 milioni di anni fa).
Col passar del tempo il mare ha cominciato a retrocedere lentamente verso Ovest mentre la terra è stata spinta verso l’alto e verso Nord. Questa spinta era dovuta ai movimenti di subduzione, quelli del magma lontano sotto la superficie della terra.
Dato che la Valle della Morte si trova in una zona adiacente al contorno che separa due piastre, mentre le piastre si muovevano lentamente una contro l’altra, le forze di compressione hanno piegato gradualmente, deformato e fratturato la sottile crosta. Questa deformazione diffusa della roccia ed il suo innalzamento si sono presentate durante la maggior parte dell’era mesozoica (250-70 milioni di anni fa). I periodi attivi della costruzione (sollevamento) della montagna si sono alternati con periodi calmi in cui le forze di erosione hanno lavorato per rompere ed asportare quello che le montagne avevano eretto.
Successivamente la Valle della Morte è stata influenzata soprattutto dall’attività vulcanica che si è svolta in gran parte del Periodo Terziario (70-3 milioni di anni fa). Poiché l’elevazione della montagna ha aumentato la superficie terrestre, la crosta è diventata fragile. Il magma caldo e fuso sotto la superficie è scaturito in alto ed ha eruttato in questi punti deboli. I getti vulcanici sono comparsi prima a Nord-Est, nel Nevada ed hanno ricoperto la regione della Valle della Morte con strati numerosi di cenere e lapilli.
Dopo varie vicissitudini geologiche che ne hanno totalmente rimodulato il paessagio si è arrivati ai giorni nostri in una condizione che è comunque in continua evoluzione.
All’interno di questa valle Zabriskie point e Badwater Basin sono solo alcuni tra i posti più belli e che vale la pena di visitare per chi ha voglia di vivere un’esperienza diversa nel Far West americano lontano dal frastuono delle grandi città degli Stati Uniti.
Zabriskie point è formato da sedimenti generati dall’antico lago Furnace Creek che ora non esiste più e che prima occupava la Valle della morte; Zabriskie point offre ai visitatori uno scenario naturalistico irreale. I composti di fango salino e ghiaia insieme ai lapilli dei vulcani vicini hanno formato nel tempo uno strato di lava più dura: l’orogenesi ha poi creato lo spettacolo che oggi accoglie i visitatori. Il luogo prende il nome da Christian Brevoort Zabriskie, direttore nella prima metà del Novecento della Pacific Coast Borax Company, una società di estrazione del borace, il minerale presente nell’area di Furnace Creek. A Zabriskie point il regista Michelangelo Antonioni ha dedicato l’omonimo film del 1970. Anche solo per rendere omaggio al cinema italiano, questo particolare punto della Death Valley è un must-seen.
Badwater Basin è invece situato nell’area di Furnace Creek e a 86 metri sotto il livello del mare, è convenzionalmente indicato come il punto più basso del Nordamerica. Si tratta di un bacino dove l’acqua evapora formando poligoni di sale. È uno dei luoghi più caratteristici della Valle della Morte con questi blocchi di sale che creano particolari giochi cromatici nel riflettere le luci dell’alba e del tramonto. Gli appassionati di fotografia apprezzeranno di sicuro la magia del luogo.

Clima –
La Valle della Morte è caratterizzata da un clima che fa parte della zona climatica del Deserto del Mojave ed è decisamente caldo. A causa della disposizione orografica, su tutto il territorio piovono da 3 a 6 centimetri d’acqua all’anno, a seconda degli anni, di conseguenza non c’è un bacino imbrifero con un fiume, c’è solo una piccola sorgente perenne a Furnace Creek.
Nel periodo che va da maggio a settembre la temperatura di giorno è in media sui 50 °C con delle punte anche oltre i 54 °C. La notte scende a valori compresi tra 28 e 37 °C.
Decisamente migliore la situazione nei mesi invernali, quando la media delle temperature è compresa tra i +26 °C e i +20 °C. Come in tutte le aree desertiche, la diminuzione delle temperature dopo il tramonto è infatti causata dall’assenza di irraggiamento, favorito dalle notti serene e dalla quasi totale assenza di venti.
Durante l’estate, a causa delle elevatissime temperature diurne non si può circolare di giorno. Le ore migliori consigliate per arrivarci sono nel pomeriggio, dalle 17 in poi, e nelle prime ore del mattino dalle 4 alle 9. Il maggior afflusso di turismo domestico si registra fuori stagione, soprattutto in inverno, periodo in cui, dopo brevi ma intense fasi piovose, è possibile osservare il fenomeno del deserto fiorito.

Flora –
Nella Valle della Morte si trovano 600 tipi di piante e fiori del deserto, adattate all’alta temperatura, al forte vento, alla scarsità d’acqua, o ad acqua con alto contenuto salino. Molte piante crescono schiacciate sul terreno a causa del vento, altre sviluppano delle lunghe radici oppure radici ramificate per utilizzare quella poca acqua disponibile. Alcune piante hanno una lacca naturale o una copertura per ridurre la perdita tramite l’evaporazione, altre perdono il fogliame durante la stagione secca. Alcune piante sono capaci di sopravvivere utilizzando un’acqua che contiene fino al 5% di sale.
In quest’area domina la steppa alofila con il sagebrush (Artemisia tridentata). Le piante più comuni sono la Stickring Boerhaavia o Wetleaf spiderling (Boerhaavia anulata), il Sunflower o Desert gold (Geraca canescens), la Mohavea (Mohavea brevifloris), la Golden primrose (Oenothera brevipes), lo Spot Mallow o Desert Five-spot (Malvastrum rotundifolium).
All’interno del parco nazionale della Valle della Morte i fiori più comuni delle montagne e dei canyon sono la Mariposa Lily (Calochortus kennedyi), lo Strawberry cactus (Echinocereus engelmannii), la Panamint Daisy (Enceliopsis covillei), il Bear poppy (Arctomecon meriamii), lo Stream Orchis (Epipactis gigantea), il Prickleleaf (Hecastocleis shockleyi) e il Desert holly (Atriplex hymenelytra), che si trova vicino al cratere di Ubehebe.

Fauna –
Nonostante le avverse condizioni della Valle della Morte la vita animale è alquanto comune. Da Badwater (-86 metri) a Telescope Peak (3.367 metri), ci sono più di 3 chilometri di differenza e ad ogni altitudine si trova una varietà di nicchie ecologiche, che spazia dai piani salati alla boscaglia coperta di conifere.
Ci sono molti animali del deserto, 260 specie di uccelli, dei quali molti ospiti stagionali invernali, 40 specie di mammiferi, 36 specie di rettili, 17 specie di lucertola e 19 specie di serpente. Di tutti questi animali, è possibile osservare con facilità un piccolo iguana chiamato chuckwalla, i corvi e gli uccelli acquatici, nell’unica pozza che c’è a Furnace Creek e nelle poche sorgenti vicine. Comuni sono le lucertole nelle dune di sabbia. Nell’acqua amara di Badwater sono presenti piccoli crostacei di cui non si conosce la provenienza e insetti, larve, alghe, zolle d’erba e salamonia di malerba. Vive qui un’inconsueta varietà di chiocciola marina, della quale non si conosce la provenienza.
Nella zona del Mesquite Flats, comuni sono i roditori come lo scoiattolo (ground squirrel), il topo canguro (kangaroo rat), il topo (wood rat), alcune varietà di roditori del genere perognathus (pocket mice), la lepre (cottontail rabbit), mentre un altro tipo di lepre (jackrabbits) si trova sulle montagne. La volpe (kit foxe), il coyote e la lince (bobcat) si trovano alle quote più basse, mentre il muflone (desert bighorn sheep) e gli asini selvatici (wild burro), si trovano in montagna.
Vi sono poi le seguenti specie: Antelope Squirrel; Avocet, Pecurvostra americana, uccello acquatico del deserto; Badger; Banded Gecko, Caleonyx variegatus, rettile, geco; Barn Owl, uccello, gufo; Black-collared Lizard, rettile, lucertola dal collarino nero; Bobcat; Bufflehed Duck, bucephala alveola, uccello acquatico del deserto; Chuckwalla, Sauromalus obesus, iguanidae family rettile sauro; Coyote, canis latrans var. ester Meriam, mammifero; Bighorn del deserto, Ovis canadensis nelsoni, mammifero; Cottontail Rabbit, Sylvilagus audubonii arizonae – Allen, mammifero, coniglio selvatico; Scorpion, Hadrurus hirsutus, insetto velenoso, scorpione, che di notte finisce nelle scarpe e non riesce più ad uscirne; Desert Tortuse, Gopherus agassizi, rettile, tartaruga del deserto; Gambel’s Quail; Golden Eagle, aquila; Giaiant Water Bug, Lethocerus americanus, insetto; Horned Lizard, Phrynosoma sp. rettile, lucertola cornuta; Hampbacked Beetle, Ground beetles aimlessly wander, insetto, pulce; Jackrabbit Black Tailed, Lepus californicus deserticolo, lepre; Mearus, mammifero; Kangaroo rat, mammifero, non beve e ricava acqua dai semi secchi; Kit Fox, mammifero, volpe; Loggerehead shrike, Lanius ludovicianus, uccello terricolo; Mojave Rattlesnake, rettile; Mountain Kingsnake, rettile; Mountain Lion, mammifero, puma; Mourning Dove, Zenaidura macroura, uccello terricolo; Mustang, mammifero, cavallo selvatico; Raven, uccello corvo; Red-Tailed Hawk; Ringtail Cat; Roadrunner, Geococcyx californianus, uccello terricolo; Sidewinder, Crotalus cerastes, rettile, crotalo che si trova alla base dei cespugli; Snow goose, Chen hyperborea, uccello acquatico nel deserto; Snowy egret, Leucopheyx thula, uccello acquatico nel deserto; Sparrow hawk, Falco Sparviero, uccello terricolo; Stilts, Himantopus mexicanus, uccello acquatico nel deserto; Sun Spider, Eremobastes sp, insetto velenoso, ragno; Tiger Beetle, Cincindelidae family, insetto; Tarantula; Tarantula Hawk Wasp; Vulture, Cathartes aura, uccello terricolo, avvoltoio; Wild Burro, Equus asinus, mammifero, asino selvatico; Whistling Swan, Olor coluimbianus, uccello acquatico del deserto.
Nella Valle della Morte si trovano 5 specie di ciprinodonte, chiamati pupfish. Alcuni di questi pesci sono rari, altri si trovano normalmente o nelle poche pozze o nelle sorgenti e nei torrenti di montagna: Devil’s Hole pupfish, Cyprinodon diabolis un piccolo pesce che vive in un pozzo salato del deserto a Devil’s Hole Ash Medows, poco fuori dal parco, vicino alla Death Valley Junction. Saratoga pupfish, Cyprinodon nevadensis nevadensis a Saratoga Springs, al limite Sud del parco. Salt Creek pupfish, Cyprinodon salinus a Salt Creek nella parte centrale della valle. Amargosa pupfish, Cyprinodon nevadensis amargose nell fiume Amargosa, a Nord Ovest della sorgente Saratoga. Cottonball Marsh pupfish, Cyprinodon milleri trovato a Cottonball Marsh 8 chilometri a Sud di Salt Creek. Alcune di queste specie sono in pericolo sia per l’introduzione casuale di specie che competono per il cibo che di pesci tropicali predatori, sia per l’uso di pesticidi, per il collezionismo, per il drenaggio delle fonti e l’irrigazione.

Guido Bissanti




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