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Come si coltiva il Sorbo montano

Come si coltiva il Sorbo montano

Il sorbo montano, conosciuto anche col nome di farinaccio, (Sorbus aria (L.) Crantz 1763) è una pianta della famiglia delle Rosaceae, originaria dell’Europa centromeridionale e del Nord Africa. Vegeta fino a 1200 metri di quota, in particolare nella fascia dei querceti. In Italia cresce in tutte le regioni.
Questa pianta ha fiori bianchi riuniti in infiorescenze a corimbi eretti di 5-8 cm.
I frutti sono pomi ellissoidali di 1,5 cm, rosso aranciati quando maturi (settembre-ottobre). L’esocarpo carnoso è un po’ farinoso, ma gradevolmente dolce.

Coltivazione –
Per la coltivazione del sorbo montano si ricorda che si tratta di una pianta che predilige suoli asciutti e cresce bene anche in luoghi sassosi.
La sua coltivazione è quindi possibile in aree più marginali in quanto è una pianta rustica con limitate esigenze anche dal punto di vista nutrizionale.
Tuttavia bisogna porre attenzione a coltivarla in zone con abbondante luce.
Il Sorbus aria è, inoltre, una pianta che resiste molto bene al freddo. La maturazione dei frutti si ha nel periodo che va da settembre ad ottobre. Come per altre piante divenute marginali la sua coltivazione sarebbe necessaria anche per dare una maggiore biodiversità di fioritura per gli insetti pronubi.

Usi –
I frutti del Sorbus aria, in passato, nei periodi difficili, hanno costituito una fonte di sostentamento per il loro elevato contenuto in amido e zuccheri.
I frutti, in tempi di carestia, data la loro polpa farinosa, venivano macinati e frammisti alla farina per fare il pane.
Oggi è utilizzato per alberature anche perché, per gran parte dell’anno, è molto attraente grazie al colore primaverile ed autunnale delle foglie e a quello dei frutti.
Anche se oggi i suoi frutti non vengono quasi più utilizzati per l’alimentazione umana si usa ancora per certe ricette tipiche regionali, per marmellate e per gelatine.
I frutti possono essere usati per aromatizzare la grappa, con un ottimo risultato. Un tempo forse se ne ricavava anche un’acquavite. Come per il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia L.), le bacche sono appetite ai volatili e una volta venivano usate dai cacciatori come esca.




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