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Pedicularis palustris

Pedicularis palustris

La pedicolare palustre (Pedicularis palustris L., 1753) è una specie erbacea parassita appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Scrophulariales,
Famiglia Orobanchaceae,
Genere Pedicularis,
Specie P. palustris.
Sono sinonimi i termini:
– Pedicularis erecta Gilib.;
– Pedicularis karoi Freyn;
– Pedicularis opsiantha Ekman;
– Pedicularis palustris subsp. karoi (Freyn) P.C.Tsoong;
– Pedicularis palustris var. borealis J.W.Zetterst.;
– Pedicularis palustris f. palustris;
– Pedicularis palustris subsp. serotina Squivet
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie e varietà:
– Pedicularis palustris subsp. karoi (Freyn) P.C.Tsoong;
– Pedicularis palustris subsp. opsiantha (Ekman) Almq.;
– Pedicularis palustris subsp. palustris;
– Pedicularis palustris var. dispersa Samb. ex Ivanina;
– Pedicularis palustris var. palustris.

Etimologia –
Il termine Pedicularis viene da pedículus pidocchio, per l’antica credenza popolare che riteneva questa pianta portatrice di pidocchi per il bestiame che se ne cibava.
L’epiteto specifico palustris viene da pálus, palúdis palude: palustre, per l’habitat in cui cresce.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Pedicularis palustris è una pianta con un vasto areale in quanto è presente nell’Europa centrale e settentrionale ed in Asia. In Europa, si trova dalla Scandinavia, verso sud attraverso la maggior parte del continente ad altitudini fino a 1.200 m.
In Asia è presente in Russia, Kazakistan, Mongolia e Cina settentrionale.
In Italia è una specie rara e si trova solamente al nord specialmente nelle Alpi. Oltre confine, sempre nelle Alpi, è presente in tutti i settori (meno presente nelle Alpi Marittime). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Monti Balcani e Carpazi.
L’habitat tipico per questa pianta sono i prati torbosi su suolo acido; ma anche le torbiere basse. Il substrato preferito è calcareo/siliceo ma anche solo siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere molto umido o bagnato.
Dal punto di vista altitudinale è presente fino a 1900 m s.l.m..

Descrizione –
La Pedicularis palustris è una pianta biennale con un fusto molto ramificato, solitamente eretto, alto fino a 60 cm.
Le foglie sono alterne o opposte, con picciolo corto. Le lamine fogliari sono da triangolari-lanceolate a lineari, con lobi pennati e margini dentati.
L’infiorescenza è un racemo con brattee fogliari. Ogni fiore a simmetria bilaterale ha un gambo corto e un calice grande, arrotondato e dentato. Il fiore è di colore rosso-violaceo e lungo fino a 2,5 cm, con cinque petali fusi in un tubo, il labbro superiore è leggermente più corto del labbro inferiore.
L’antesi va da aprile fino alla fine di luglio.
Il frutto è una capsula.
Esistono differenze morfologiche tra le diverse sottospecie.

Coltivazione –
La pedicolare palustre è una pianta emiparassita che si attacca alle radici di altre piante vicine, dalle quali trae parte dei nutrienti di cui ha bisogno.
I fiori sono impollinati da api mellifere e bombi; questi atterrano sul labbro inferiore, che si abbassa sotto il loro peso permettendo loro di infilare la testa all’interno del fiore ed estrarre il nettare e, contemporaneamente, di imbrattarsi di polline.

Usi e Tradizioni –
La Pedicularis palustris, come detto, è una pianta semiparassita, le cui radici succhiano nutrimento dalle piante adiacenti.
Queste piante sono state utilizzate nel Sowa-Rigpa, l’arte himalayana di guarigione che è un sistema tradizionale di medicina per il trattamento di vari disturbi negli esseri umani. Tuttavia, non è disponibile una raccolta completa su questa preziosa pianta medicinale. Su questa specie, sono stati eseguiti degli studi per chiarire il suo ruolo su alcune proprietà medicinali salienti rispetto a vari problemi di salute e malattie.
Sono state effettuate delle ricerche sulle piante della regione di Changthang del Ladakh (India) e le risultanze hanno portato a nuovi sviluppi.
Il genere Pedicularis, a cui appartiene la P. palustris, comprende circa 600 specie (83 delle quali si trovano in India) che contengono alcuni principi attivi. I principali fitocostituenti sono fenoli, feniletanoidi, fenilpropanoidi, flavonoidi, iridoidi, lignani e alcaloidi. La letteratura esistente evidenzia che questi composti possiedono proprietà antiossidanti, immunomodulanti, antinfiammatorie, antidiabetiche, antibatteriche, antimicotiche, analgesiche, antitumorali, epatoprotettive, neuroprotettive, miorilassanti, antifatica, diuretiche, antipiretiche, antitrombo, antiemolisi e riparatrici del DNA.
Questa erba medicinale viene utilizzata nel trattamento di leucorrea, febbri, sterilità, reumatismi, debolezza generale, collasso e problemi urinari e per rivitalizzare la circolazione sanguigna, migliorare la digestione e mantenere la vitalità.
Oltre ai fenoli anche i terpenoidi, i flavonoidi, i lignani, i tannini, gli iridoidi e i glicosidi fenilpropanoidi sono tra i costituenti attivi responsabili di molteplici effetti sulla salute. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche approfondite per caratterizzare i vari fitocostituenti di Pedicularis per esplorare le loro modalità di azione a livello molecolare e identificare altre applicazioni benefiche che possono sfruttare l’enorme potenziale medicinale di questa importante erba.
Si ricorda, tra l’altro, che la Pedicularis palustris è una pianta che contiene anche principi tossici, soprattutto nelle radici.

Modalità di Preparazione –
Della Pedicularis palustris viene utilizzata l’intera pianta o parti di questa nelle tecniche di medicina tradizionale Sowa-Rigpa delle regioni himalayane.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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