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Orthosiphon aristatus

Orthosiphon aristatus

Il tè di Giava o baffi di gatto (Orthosiphon aristatus (Blume) Miq., 1858) è una specie erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Lamiales,
Famiglia Lamiaceae,
Sottofamiglia Nepetoideae,
Tribù Ocimeae,
Genere Orthosiphon,
Specie O. aristatus.
All’interno di questa specie si riconoscono due varietà (anche se alcuni autori ne distinguono tre):
– Orthosiphon aristatus var. aristatus – presente in gran parte dei suoi areali;
– Orthosiphon aristatus var. velteri Suddee & A.J.Paton – presente in Vietnam.
Sono sinonimi i termini:
– Clerodendranthus stamineus (Benth.) Kudô;
– Clerodendrum spicatum Thunb;
– Clerodendranthus spicatus (Thunb.) C.Y.Wu;
– Ocimum aristatum Blume;
– Ocinum aristatus Blume
– Ocimum grandiflorum Blume 1826 non Lam. 1785;
– Orthosiphon grandiflorus Bold.
– Orthosiphon stamineus Benth.;
– Orthosiphon spicatus (Thunb.) Backer, Bakh.f. & Steenis 1950 non Benth. 1848;
– Orthosiphon spiralis (Lour.) Merr.;
– Orthosiphon tagawae Murata;
– Orthosiphon velteri Doan;
– Trichostema spirale Lour..

Etimologia –
Il termine Orthosiphon proviene dal greco ὀρθός orthós diritto, eretto e da σίφων síphon tubo, canale: riferimento al tubo della corolla.
L’epiteto specifico aristatus significa dotato di reste, da arista resta della spiga: per la presenza di organi terminati da una resta o da una punta sottile.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il tè di Giava è una pianta originaria di un areale che comprende l’Asia dell’est, con Cina, Myanmar, Thailandia, Malesia, Cambogia, Laos, Vietnam, Indonesia, Filippine, Papua Nuova Guinea ed Australia tropicale.
La pianta viene coltivata in Georgia, Vietnam, Indonesia e Australia.
Il suo habitat naturale è quello dei margini della foresta, nelle praterie e lungo i margini dei boschi e ai bordi delle strade, spesso in località ombreggiate non troppo aride, ma anche in luoghi soleggiati, ad altitudini fino a 1.000 metri.

Descrizione –
L’ Orthosiphon aristatus è una pianta erbacea perenne che può arrivare a 80 e passa centimetri di altezza.
Le foglie sono dentate opposte con abbondante peluria e poggiano su un picciolo corto.
I fiori sono piccoli e tubolari, di colore bianco o lilla e sono uniti in grappoli oblunghi e presentano lunghi filamenti dello stame particolarmente sporgenti. Questi speciali filamenti sono la caratteristica principale della pianta e, data la loro somiglianza ai baffi del gatto, costituiscono il motivo per cui la pianta viene chiamata con il nome comune “baffi di gatto” in diverse lingue.

Coltivazione –
L’Orthosiphon aristatus è una pianta le cui foglie sono un popolare rimedio, utilizzate da sole e anche in combinazione con varie altre erbe. La pianta è coltivata per i suoi usi medicinali e viene venduta in quantità in vari paesi, soprattutto in Europa.
Inoltre viene talvolta coltivata anche come pianta ornamentale.
Questa pianta è sfuggita alla coltivazione e si è naturalizzata in alcune zone del mondo.
La raccolta di solito inizia 8 – 10 settimane dopo la semina, all’inizio della fioritura. Ogni 2 – 3 settimane le 4 – 10 foglie superiori dei germogli vengono strappate a mano.
Le rese annuali di foglie secche ammontano a 1.500 kg/Ha.
I piccoli proprietari di solito essiccano le foglie al sole. Nelle aziende agricole più grandi si pratica l’essiccazione artificiale. Per ottenere un prodotto di alta qualità, le foglie vengono prima appassite all’aria e poi essiccate a 45 – 50°C. Le foglie essiccate di buona qualità sono di colore verde (la presenza di un colore nerastro è dovuto al surriscaldamento o al contatto con contenitori metallici), hanno un buon aroma, un contenuto di umidità inferiore al 14%, un sapore amaro, un contenuto di ceneri di circa il 10%, un contenuto di contaminazione di meno del 2% e non contengono insetti o funghi.
Si distinguono tre (secondo altri autori due) cultivar di Orthosiphon aristatus: una con fiori blu-violacei e due con fiori bianchi. La cultivar a fiore bianco con fusti, piccioli e nervature rossastre sembra possedere le migliori per le qualità diuretiche.
La pianta si propaga per seme o per talee di gambo, lunghe 15 – 20 cm, che hanno alcune gemme.
Le talee sono generalmente piantate all’ombra, con 40 – 60 cm tra le piante e le file. Spesso in un foro vengono poste 4 – 6 talee.
La semina avviene direttamente in campo e può essere effettuata tutto l’anno, ma il periodo di semina abituale è all’inizio della stagione delle piogge. Per le piantagioni si preferisce la messa a dimora in vivaio per un periodo di 45 giorni con le talee poste verticalmente con un solo germoglio visibile.

Usi e Tradizioni –
Il tè di Giava è conosciuto anche con nomi che significano baffi di gatto, kumis kucing in Indonesia, misai kucing in Malaysia e anche cat’s whiskers nei Paesi anglofoni.
Questa pianta viene usata in fitoterapia soprattutto come diuretica, nel qual caso va assunta assicurandosi un abbondante apporto di liquidi. Il dosaggio va opportunamente aggiustato nel caso sia assunta contemporaneamente con farmaci diuretici o cardiovascolari. Viene usata anche come anti-allergenica, anti-ipertensiva e anti-infiammatoria, depuratrice, anti-batterica, colagoga (facilita la secrezione biliare verso l’intestino) e leggera antispasmodica. Si utilizza per prevenire gotta, ipertensione, reumatismi, cistite, calcolosi delle vie urinarie, problemi a fegato, reni e vescica urinaria. È controindicata per chi soffre di insufficienza cardio-renale.
L’ Orthosiphon aristatus è un popolare rimedio a base di erbe nel sud-est asiatico ed è anche comunemente esportato in Germania e in vari altri paesi. La ricerca ha confermato la presenza di una serie di composti medicamente attivi e anche l’azione diuretica delle foglie.
Le foglie contengono flavoni (tra cui la sinensetina), saponine, un glicoside (ortosifonina), un olio essenziale e grandi quantità di potassio (che è in gran parte responsabile dell’effetto diuretico).
In un test con volontari sani in Thailandia, gli estratti della pianta hanno aumentato l’escrezione di citrato e ossalato. Sebbene un livello più elevato di ossalato possa aumentare il rischio di calcoli renali, l’aumento della produzione di citrato aiuta a prevenire la formazione di calcoli.
È stato dimostrato che il tè di Giava ha proprietà antimicrobiche. Gli estratti acquosi hanno notevolmente inibito la crescita di batteri sia gram-positivi che gram-negativi. Le saponine possono svolgere un ruolo nell’attività batteriostatica in vitro. Anche i derivati dell’acido caffeico (che rappresentano fino al 95% delle sostanze fenoliche presenti in un estratto di acqua calda) possono essere responsabili dell’attività antibiotica.
I flavonoidi lipofili, di cui sinensetina e tetrametilscutellareina sono i più abbondanti ed hanno mostrato in vitro un effetto inibitorio contro le cellule tumorali dell’ascite di Ehrlich.
Inoltre, questi flavonoidi possono essere parzialmente responsabili degli effetti antinfiammatori, poiché i flavonoidi sono inibitori della cicloossigenasi e della lipossigenasi.
Si dice che l’erba grezza causi il vomito.
Le foglie che, come detto, sono fortemente diuretiche si ritiene che aumentino la capacità dei reni di eliminare i composti contenenti azoto. Sono utilizzate nel trattamento delle infezioni renali, dei calcoli renali e della scarsa funzionalità renale a causa della nefrite cronica.
Sono anche usate nel trattamento di cistiti, uretriti e gotta.
Queste vengono usate in combinazione con altre piante come Sonchus spp o Barleria spp, per stimolare i reni e come medicinale per nefriti, calcoli biliari e diabete.
In combinazione con le foglie di Blumea balsamifera e Phyllanthus fraternus, più i rizomi di Curcuma xanthorrhiza, le foglie sono usate per trattare l’ittero.
Combinate con le foglie di Andrographis paniculata, sono usate per curare il diabete.
In miscela con le foglie di altre piante, sono utilizzate anche contro la gotta, i reumatismi e l’arteriosclerosi.
Infine, dal punto di vista ecologico, l’Orthosiphon aristatus viene utilizzato nell’abbellimento del paesaggio per attirare api, farfalle e colibrì verso il suo nettare.

Modalità di Preparazione –
A Giava le foglie e gli steli di Orthosiphon aristatus e di altre specie di Orthosiphon vengono essiccate con lo stesso procedimento utilizzato per la produzione del tè, ottenendo così il tè di Giava da somministrare in infusione.
Altri tipi di somministrazione che si trovano in commercio sono in capsule, polvere e la tintura madre, preparata con l’essiccazione e un solvente idro-alcolico a 68°.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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