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Nardostachys jatamansi

Nardostachys jatamansi

Il nardo (Nardostachys jatamansi (D.Don) DC.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Valerianaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Dipsacales,
Famiglia Valerianaceae,
Genere Nardostachys,
Specie N. jatamansi.
Sono sinonimi i termini:
– Fedia grandiflora Wall. ex DC., nom. inval.;
– Fedia jatamansi Wall. ex DC., nom. inval.;
– Nardostachys chinensis Batalin;
– Nardostachys grandiflora DC.;
– Patrinia jatamansi D.Don;
– Valeriana jatamansi D.Don, nom. illeg..

Etimologia –
Il termine Nardostachys deriva, insieme con l’aramaico e l’accadico lardu con lo stesso significato ebraico, probabilmente dall’indo iraniano narda, in latino nadah, nalah, che significa “canna”. Il latino nalad, dal greco nardos, forse deriva dal sanscrito. Tuttavia, secondo Manfred Mayrhofer la parola semitica probabilmente deriva dall’indiano naladam o nartik col significato di “guaina”.
L’epiteto specifico jatamansi deriva dal termine sanscrito ‘jaṭāmāṇśī’ che ha un’etimologia complessa. È una parola composta che consiste di ‘jaṭā’ e ‘māṇśī’. ‘Jaṭā’ si riferisce ai capelli arruffati e intrecciati, a volte arrotolati sulla sommità della testa, come è indossato dal dio indù Śiva, dagli asceti e dalle persone in lutto. Il termine si riferisce anche alle radici in generale e alle radici fibrose in particolare. La parola ‘Māṇśī’ è una derivazione che significa ‘carne’.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il nardo è una pianta che cresce nell’Himalaya orientale, principalmente in una fascia che attraversa Kumaon, Nepal, Sikkim e Bhutan.
Il suo habitat naturale è quello delle zone di alta quota dell’Himalaya, che vanno da 3.000 a 5.000 m s.l.m. e su rocce e formazioni pietrose umide cariche di muschio.

Descrizione –
Il Nardostachys jatamansi è una pianta erbacea che cresce normalmente ad altezze tra 10 e 50 cm con presenza di rizomi sotterranei da cui cresce la pianta.
Le foglie sono oblunghe lanceolate, con venatura centrale evidente.
I fiori sono di colore rosa a forma di campana, portati all’apice della pianta in infiorescenze.

Coltivazione –
Il Nardostachys jatamansi è una pianta che cresce in Himalaya ad un’altitudine di 3.000-5.000 m e che viene raccolto in natura per la produzione dell’olio essenziale di nardo.
Purtroppo questa pianta è considerata in pericolo a causa del raccolto eccessivo per gli usi della medicina popolare, del pascolo eccessivo, della perdita di habitat e del degrado delle foreste.

Usi e Tradizioni –
Il nardo è una fonte di un olio essenziale di colore ambrato intensamente aromatico, che porta il suo stesso nome.
L’olio è stato, fin dall’antichità, utilizzato come profumo, per la medicina tradizionale e nelle cerimonie religiose.
Il fiore del nardo, che simboleggia San Giuseppe, è riportato nello stemma papale di Papa Francesco. Inoltre si narra, nella tradizione dei Vangeli, dell’acquisto, da parte di Maria di Betania, dell’olio di Nardo per i piedi di Gesù. Secondo la narrazione le costò ben trecento denari (vale a dire lo stipendio di un intero anno di un salariato). Il nardo, profumo sacro, era considerato il simbolo dell’amore divino (si pensava fosse dotato di considerevoli poteri mistici). In un contesto alquanto differente ritroviamo il profumo di nardo in un passaggio di una poesia di Baudelaire. È la donna del Poeta che Grida sulla pubblica piazza: “Mi trova tanto bella da adorarmi … m’ubriachero’ di nardo, incenso e mirra … per sapere se posso usurpare, tra le risa, gli omaggi divini d’un cuore che m’ammira! E quando m’annoiero’ dell’empia farsa,poserò la mano esile e forte su di lui; le mie unghie, come unghie delle arpie,sapranno aprirsi un varco nel suo cuore!…”.
Nella medicina ayurvedica, è utilizzato per trattare problemi di sonno, depressione, stress, ansia, sindrome da affaticamento cronico e problemi nervosi.
I rizomi di questa pianta possono essere schiacciati e distillati per produrre l’olio essenziale che è di consistenza molto densa.
L’olio di nardo è usato come profumo, incenso, sedativo e medicinale a base di erbe che si dice combattano l’insonnia, le difficoltà del parto e altri disturbi minori.
L’olio di nardo è da tempi usato come profumo e come essenza e rientrava tra le 11 erbe per l’incenso nel Tempio di Gerusalemme.
Gli usi descritti della radice di questa pianta sono:
– insonnia, instabilità mentale e per migliorare la memoria;
– aiuta anche nella digestione, flatulenza, malattie del fegato, difficoltà respiratoria, disorrea e prontezza di riflessi;
– stimola il sistema nervoso centrale, perciò viene utilizzata per l’epilessia, isteria, e convulsioni ecc.;
– grazie alla sua attività antiaritmica, si considera che l’olio promuovi la crescita del capello e aiuta anche a mantenere il suo colore;
– si pensa che il principio attivo, jatamansonina, può ridurre l’iperattività, l’agitazione, e aggressività nei bambini iperattivi;
– infine pare sia utile nella spossatezza e debolezza generale.
Una ricerca giapponese ha esaminato la sua attività calmante, usando un sistema di somministrazione in vapore: i risultati hanno indicato che la sua inalazione ha avuto un effetto sedativo.
Si ricorda comunque che qualche volta il suo uso ha provocato inconvenienti leggeri, come arrossamenti e bruciore.
Per quanto riguarda gli utilizzi nella cosmesi, l’olio essenziale viene aggiunto alle creme, che sono particolarmente adatte per le pelli secche e danneggiate, poiché agisce come addolcente e riequilibrante.
Ricerche preliminari sui componenti chimici del Nardostachys jatamansi indicano che la pianta contiene:
– acaciina;
– acido ursolico;
– ottacosanolo;
– kanshone A;
– nardosinondiolo;
– nardosinone;
– aristolen-9beta-olo;
– acido oleanolico;
– beta-sitosterolo.
Inoltre l’olio essenziale ha la seguente composizione, riferita al 100% puro, integro e naturale: sesquiterpeni (calarene 15%, aristolene 7%, valeranone 30%, maaliolo 20%).

Modalità di Preparazione –
L’olio di nardo si ottiene dalle radici della pianta.
Viene ricavato dalla distillazione in corrente di vapore delle radici.
Sia i rizomi che le radici seccate e pressate vengono poste in corrente di vapore. Il profumo, dolcemente speziato, è aspro e caldo.
L’olio viene utilizzato in più modi:
– in aromaterapia per rilassare lo spirito: bastano poche gocce nel bruciatore di oli o nel diffusore da lasciar bruciare durante la meditazione o la pratica yoga;
– come olio per il massaggio unendo 5 gocce di olio di nardo con quello da massaggio – olio di jojoba o di mandorla – ed eseguire un massaggio in tutto il corpo per alleviare mal di testa, dolori muscolari e crampi mestruali;
– tramite lieve massaggio si usano 1-2 gocce di olio di nardo due volte al giorno come antisettico su ferite o tagli;
– si può massaggiare sul petto 2 gocce di nardo e 2 di olio di mandorle dolci per aiutare la respirazione, magari prima di dormire;
– nel pediluvio o per un massaggio ai piedi bastano 2 gocce per abbassare la pressione sanguigna;
– favorisce la crescita dei capelli se utilizzato per un bel massaggio al cuoio capelluto. Si consiglia di usare dalle 5-10 gocce di olio essenziale di nardo;
– come rilassante nel bagno soprattutto se si soffre di insonnia, in aggiunta all’acqua del bagno: si usano circa 4 gocce;
– una miscela di olio di oliva e olio di nardo si può applicare direttamente sulla pelle per ridurre rughe e inestetismi della pelle anche cellulite.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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