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Giardino Botanico Caplez

Giardino Botanico Caplez

Il Giardino Botanico ‘Caplez’ è un orto botanico situato in Emilia Romagna, nella provincia di Piacenza, all’interno della località Cappelluzzo.

Storia –
Il Giardino Botanico ‘Caplez’ è stato armoniosamente strutturato coniugando il binomio degli aspetti scientifici legati alle collezioni botaniche con quello estetico e paesaggistico.
Questo orto botanico è stato ideato dall’avv. Massimo Cantoni, noto professionista milanese, naturalista e grande appassionato ed esperto in botanica. Attorno agli anno ’90 alla passione e all’entusiasmo del fondatore si è aggiunta quella dell’attuale Direttore Cristina Schindler che ha aiutato a potenziare la struttura del giardino.
Il Giardino Botanico ‘Caplez’ è membro della BGCI, SBI e dell’AIGBA ed è in contatto con oltre 350 Giardini Botanici di tutto il mondo ed annualmente pubblica un Index Seminum.

Descrizione –
Il Giardino Botanico ‘Caplez’ è situato nella regione Emilia Romagna e con precisione nel Piacentino, nella periferica località “Cappelluzzo” a 730 m. di altitudine tra la frazione di Tassara e Stadera nella Val Tidone.
Questo orto botanico è agevolmente raggiungibile sia dal versante Piacentino (Nibbiano) che da quello Pavese (Santa Maria della Versa).
Il Giardino Botanico ‘Caplez’ ha una estensione di 15.000 mq. ed insiste su un terreno di natura calcarea. I lavori di realizzazione del giardino sono iniziati nel 1990 con apertura al pubblico nella primavera 2010.

Strutture e Collezioni –
Il Giardino Botanico ‘Caplez’ è dotato di importanti collezioni botaniche. In un area di 11.000 mq. vengono coltivate circa 1.800 specie e varietà di piante provenienti da tutto il mondo. Rivestono particolare interesse due collezioni di arbusti: Philadelphus e Spiraea. Vengono, inoltre, coltivate numerose erbacee perenni tra le quali: Campanula, Centaurea, Eryngium, Nepeta, Penstemon, Phlomis, Potentilla, Salvia, Scutellaria, Sedum, Stachys, Teucrium, Verbascum. Cura e passione viene dedicata alle piante endemiche ed in via di estinzione.

Guido Bissanti




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