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Oli essenziali

Oli essenziali

Gli oli essenziali, conosciuti anche come oli eterici sono sostanze estratte da materiale vegetale aromatico, dette anche essenze.
Queste sostanze svolgono nelle piante da cui vengono estratte una serie di ruoli, come quello di attrazione degli impollinatori o altre funzioni biologiche.
Dal punto di vista chimico, gli oli essenziali sono miscugli oleosi di sostanze organiche differenti, che possono essere ottenuti per distillazione o per spremitura da un’unica tipologia di vegetale, del quale conservano caratteristiche quali sapore e odore.
Queste sostanze sono, inoltre, contenute in varie parti della pianta, come:
– sommità fiorite (lavanda, rosmarino, timo);
– fiori (camomilla, arancio, gelsomino, violetta);
– foglie (basilico, eucalipto, verbena);
– frutti (anice, finocchio, pepe, ginepro, vaniglia);
– scorza di frutti (arancio, bergamotto, limone);
– radici e rizomi (iris, zenzero).
Inoltre in certi casi diverse parti della stessa pianta possono produrre oli essenziali diversi a causa della presenza di sostanze chimiche differenti o di concentrazioni diverse delle stesse sostanze.
Nelle piante gli oli essenziali si trovano in cellule indifferenziate più grosse oppure in tessuti secretori, sono in genere incolori o di colore giallo pallido o giallo arancione o di colore blu o verde-blu.
Dal punto di vista fisico gli oli essenziali hanno consistenza oleosa, liquida, volatile e odore aromatico.
Spesso si tratta di miscugli liquidi a temperatura ambiente, anche se non mancano i casi in cui il costituente principale è solido (vedi olio essenziale di menta o di timo).
Hanno densità spesso minore di quella dell’acqua e sono solubili in solventi organici e insolubili o pochissimo solubili in acqua.
Gli oli essenziali, grazie alla loro lieve idrofilia, possono trasmetterle il proprio odore; risultano facilmente trascinabili dal vapor acqueo nonostante il loro alto punto di ebollizione (150-300 °C).
Inoltre gli oli essenziali se esposti alla luce tendono a resinificare a causa della formazione di perossidi.

Gli oli essenziali possono essere estratti dai vegetali che li contengono con varie metodologie. Queste sono:
– la distillazione in corrente di vapore (che si distingue poi in distillazione nella quale il materiale è immerso in acqua e distillazione nella quale il materiale è sospeso sopra la fonte di vapore);
– la spremitura a freddo (delle bucce o epicarpo dei frutti del genere Citrus);
– la distillazione a secco o distruttiva (usata ad esempio per ottenere l’olio di cade a partire da Juniperus oxycedrus).
L’estrazione di questi oli può essere condotta anche con strumenti molto semplici e per questo metodo si rimanda alla seguente scheda.
Dal punto di vista storico l’uso degli oli essenziali è relativamente moderno.
Non esiste infatti un uso antico degli oli essenziali. I profumi o gli oli profumati di cui si parla nei documenti di origine mesopotamica ed egizia, e poi greco-romana, sono da intendersi come oleoliti (estrazione delle essenze tramite macerazione in olio) o come resine grezze (ad esempio incenso, mirra, sandalo, ecc.). inoltre gli utilizzi medico-religiosi o razionali delle piante aromatiche in antichità si riferiscono all’utilizzo della pianta in toto e non all’olio essenziale.
Si ricorda poi che, essendo gli oli essenziali miscele complesse e concentrate di sostanze chimiche, l’uso senza la supervisione di un medico può essere pericoloso. Inoltre l’applicazione di oli essenziali puri sulla pelle può portare a infiammazioni e lesioni della cute e la loro ingestione (a seconda del tipo di olio e della quantità ingerita) è potenzialmente mortale.
Si consideri che l’indice terapeutico degli oli essenziali, ovvero il rapporto tra la dose tossica e quella terapeutica, è molto basso e ciò significa che anche piccoli aumenti del dosaggio terapeutico possono produrre fenomeni tossici di varia gravità.
L’uso degli oli essenziali non è pertanto una pratica da svolgere in maniera autonoma ma va sempre sottoposta a precisa prescrizione medica.




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