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Dioscorea alata

Dioscorea alata

L’igname viola o ube (Dioscorea alata L.) è una specie arbustiva rampicante appartenente alla famiglia delle Dioscoreaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Classe Liliopsida,
Ordine Liliales,
Famiglia Dioscoreaceae,
Genere Dioscorea,
Specie D. alata.
Sono sinonimi i termini:
– Dioscorea atropurpurea Roxb.;
– Dioscorea globosa Roxb.;
– Dioscorea javanica Queva.;
– Dioscorea purpurea Roxb.;
– Dioscorea sativa Del.;
– Dioscorea vulgaris Miq..

Etimologia –
Il termine Dioscorea del genere è stato dedicato a Pedanio Dioscoride Anazarbeo (di Anazarbo Asia Minore), medico di cultura greca, botanico e farmacista, vissuto nel I secolo d.C..
L’epiteto specifico alata, significa dotato di ali, da ala ala: per via del suo “gambo alato” (larghe creste presenti lungo il gambo squadrato).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Dioscorea alata è una pianta originaria delle aree tropicali dell’Est dell’Asia e della Malaysia e delle aree circostanti (Taiwan, Isole Ryukyu del Giappone, Assam, zone di pianura del Nepal, Nuova Guinea, Isola di Natale), dove viene coltivata da tempi remoti.
La pianta è ampiamente coltivata nelle zone tropicali per la sua radice commestibile che, nella preistoria, è stata dispersa dall’uomo nell’Oceano Pacifico e nell’Oceano Indiano, ed è ora diffusa in molte regioni del mondo.
Il suo habitat allo stato selvatico non è noto in quanto il centro di origine della pianta è sconosciuto; tuttavia le prove archeologiche suggeriscono che sia stata sfruttata nelle isole del sud-est asiatico e in Nuova Guinea prima dell’espansione austronesiana.

Descrizione –
L’igname viola è una pianta rampicante vigorosa, perenne, che produce steli annuali lunghi fino a 15 metri da una base tuberosa molto grande. Questi steli si arrampicano sul terreno o si attorcigliano nella vegetazione circostante. Lo stelo è quadrangolare ed alato.
Le piante producono tuberi aerei che sono attaccati strettamente agli steli, vicino all’attaccatura delle foglie. Questi tuberi aerei sono di colore bruno-grigiastri e di forma alquanto irregolare con una superficie ruvida.
Le foglie sono lunghe picciolate, opposte (spesso con una sola foglia persistente); lame fino a 20 cm o più di lunghezza, strettamente a forma di cuore, con lobi basali spesso angolari.
È una specie dioica, con piante sia maschili che femminili.
I fiori sono piccoli, occasionali, maschili e femminili derivanti dalle ascelle delle foglie su piante separate; i fiori maschili sono raggruppati in pannocchie lunghe fino a 30 cm; i fiori femminili sono raccolti in spighe più piccole.
Il frutto è una capsula composta da 3 parti.
I semi sono alati.

Coltivazione –
La Dioscorea alata ha un periodo di dormienza di almeno due mesi, cosa che ne facilita il trasporto e probabilmente spiega la sua ampia diffusione.
La pianta cresce meglio nelle zone tropicali di pianura fino ad un’altitudine di 1.000 metri con una temperatura intorno ai 26 – 34 °C, una stagione secca ben definita di 4 – 5 mesi ed una pioggia totale di 1.000 – 1.500 mm distribuita uniformemente durante il resto dell’anno.
La pianta non tollerano il gelo anche se tra le molte cultivar di questa specie, esistono forme che tollerano un’ampia gamma di condizioni ambientali.
Per ottenere buoni raccolti questa specie richiede un substrato sabbioso profondo, ben drenato, che non sia soggetto a carenze idriche. Cresce bene anche in suoli medio-argillosi e le piante rispondono bene all’applicazione di sostanza organica; inoltre preferiscono un pH compreso tra 5,5 e 6,5, tollerando 4,8 – 8,5.
Per quanto riguarda le condizioni di luminosità preferiscono lunghezze del giorno superiori a 12 ore durante la prima stagione di crescita poiché ciò favorisce la crescita vegetativa; lunghezze del giorno inferiori a 12 ore verso la fine della stagione di crescita incoraggeranno la formazione e lo sviluppo dei tuberi.
Ogni pianta produce una media di 3 radici che di solito pesano tra 5 e 10 kg, anche se eccezionalmente possono pesare fino a 60 kg.
Le piante impiegano 7-10 mesi per maturare un raccolto con rese di 20 – 25 tonnellate per ettaro.
La propagazione può avvenire sia per seme che, raramente vengono prodotti in coltivazione, o per talee di tuberi. In questo caso i tuberi piccoli possono essere tagliati in 2 – 4 sezioni, quelli più grandi in 6 – 8 sezioni. Ogni sezione dovrebbe avere 2-3 gemme dormienti. Il tubero tagliato viene spesso lasciato al sole per diverse ore per promuovere la guarigione della ferita e ridurre il rischio di infezione fungina.
Possono essere utilizzati anche tuberi aerei, che di solito producono piante vigorose.

Usi e Tradizioni –
La Dioscorea alata, come detto, è una pianta originaria delle aree tropicali dell’Asia dove costituisce un alimento base sin dall’antichità.
Stando ad antichi resti pervenuteci dalle grotte del Parco nazionale di Niah (Malaysia) antecedenti il 40.000 a.C. e dalla caverna di Ille della Dewil Valley (Filippine), risalenti invece intorno al 11000 a.C., gli esseri umani consumavano la Dioscorea alata e la Dioscorea hispida durante il Tardo Pleistocene nel sud-est asiatico. Trattandosi di un poliploide sterile, la Dioscorea alata non può attraversare corpi idrici. Ciò dimostra che tali piante furono esportate nelle isole dell’Oceano Pacifico e nella Nuova Zelanda solo durante l’espansione austronesiana, avvenuta all’incirca fra il 5000 e il 2500 a.C..
È una delle varie specie di igname che sono state addomesticate e coltivate indipendentemente nelle Isole del sud-est asiatico e in Nuova Guinea per i loro tuberi amidacei, tra cui l’igname rotondo (Dioscorea bulbifera), l’ubi gadong (Dioscorea hispida), l’igname minore (Dioscorea esculenta), Pacifico yam (Dioscorea nummularia), fiveleaf yam (Dioscorea pentaphylla) e pencil yam (Dioscorea transversa). Tra questi la D. alata e la D. esculenta erano gli unici regolarmente coltivati e consumati, mentre il resto era solitamente considerato cibo da carestia a causa dei loro livelli più alti di tossina dioscorina che richiede che vengano preparati correttamente prima del consumo.
In particolare la D. alata è più coltivata della D. esculenta, in gran parte a causa dei suoi tuberi molto più grandi.
La D. alata e la D. esculenta erano le più adatte per lunghi trasporti sule navi austronesiane e furono trasportate attraverso tutta o la maggior parte della zona dell’espansione austronesiana. In particolare la D. alata è stata introdotta nelle isole del Pacifico e in Nuova Zelanda. Queste due specie furono anche trasportate da viaggiatori austronesiani in Madagascar e nelle Comore.
La Dioscorea alata è oggi un raccolto importante nel sud-est asiatico, in particolare nelle Filippine, dove la varietà vividamente viola è ampiamente utilizzata in vari dessert tradizionali e moderni. Rimane importante anche in Melanesia, dove viene coltivata anche per scopi cerimoniali legati alla dimensione dei tuberi al momento del raccolto. La sua importanza nella Polinesia orientale e in Nuova Zelanda, tuttavia, è diminuita dopo l’introduzione di altre colture, in particolare la patata dolce.
I tuberi sono commestibili ed hanno un sapore leggermente dolce, terroso e ricco che ricorda le patate dolci o il taro. Le cultivar violette, in particolare, conferiscono ai piatti un colore un violetto particolarmente vivido a causa dell’elevata quantità di antociani . Sono anche apprezzati per l’amido che può essere ricavato.
Questa pianta è più comunemente associata alla cucina filippina tradizionale e moderna (dove è nota come ube o ubi). È ampiamente utilizzata per una varietà di dessert filippini, nonché come ingrediente – sapore per gelato, latte, panini, ciambelle, crostate, biscotti, torte, marmellate e altri tipi di dolci.
L’igname viola viene comunemente confuso con le varietà viola di patate dolci a causa delle loro somiglianze nel colore, nel gusto e negli usi culinari. Tuttavia, come altri ignami, l’igname viola tende ad avere una consistenza più umida rispetto alle patate dolci. Gli ignami viola hanno anche un contenuto di antociani più elevato rispetto alle patate dolci e possono essere usati in modo intercambiabile nella maggior parte delle ricette.
La Dioscorea alata trova impiego anche come pianta medicinale.
Il tubero viene grattugiato, mescolato con aceto forte marrone, quindi steso su carta e posto sulla parte bassa della schiena di una donna per prevenire un rischio di aborto spontaneo.
Nella medicina popolare è stata usata come un moderato lassativo e vermifugo, e per febbre, gonorrea, lebbra, tumori ed emorroidi infiammate. Questa pianta ha livelli relativamente alti di ossalati (486–781 mg / 100 g di sostanza secca).
Tra gli altri possibili usi si ricorda che il colore delle varietà viola è dovuto a vari pigmenti antociani che sono solubili in acqua e sono stati proposti come possibili coloranti alimentari.
Inoltre la Dioscorea alata è talvolta coltivata nei giardini per il suo valore ornamentale.
Questa pianta fuggita dalla sua area di crescita nativa è entrato in natura in molti altri luoghi, naturalizzandosi in alcune parti della Cina meridionale e centro-orientale, Africa e Madagascar, nell’emisfero occidentale e in varie isole degli oceani Indiano e Pacifico. Persiste allo stato selvatico ad Haiti, così come negli Stati Uniti in particolare in Louisiana, Georgia, Alabama, Porto Rico, Isole Vergini americane e in Florida dove è tecnicamente considerata una specie invasiva.
Il tubero crudo di questa pianta è tossico e si dice che produca narcosi, inoltre la presenza di saponine rende necessaria la cottura per rendere i tuberi sicuri da mangiare.

Modalità di Preparazione –
L’igname viola è una pianta di cui si consumano i suoi tuberi cotti. Di solito bolliti o cotti al forno e usati come verdura; si raccomanda un’adeguata cottura in quanto, come detto, può essere tossica se consumata cruda.
Li consumo di questa pianta prevalente è quello bollito, cotto al forno o come dolce zuccherato chiamato ube halayá; quest’ultimo è un ingrediente popolare nel dessert ghiacciato chiamato halo-halo. I dessert Purple Yam sono entrati più recentemente negli Stati Uniti attraverso la cucina filippina, con il nome filippino “ube”. È particolarmente apprezzata per il sorprendente colore violaceo che dona ai dessert.
Nel Maharashtra, le “patatine” ricavate da questi tuberi, saltate in padella vengono mangiate durante il digiuno religioso. Questa pianta è un ingrediente essenziale in Undhiyu ed è inoltre un dolce popolare a Jaffna, nello Sri Lanka.
Questa pianta viene utilizzata anche in medicina. In particolare i tuberi vengono grattugiati, mescolati con aceto forte marrone, quindi stesi su carta e posti sulla parte bassa della schiena delle donne per prevenire il rischio di aborto spontaneo.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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