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Come si coltiva la Papaya

Come si coltiva la Papaya

La papaya o papaia (Carica papaya L.) è una pianta della famiglia delle Caricacee originaria del Messico, conosciuta e utilizzata in tutta l’America da molti secoli, anche se oggi si coltiva in molti Paesi di altri continenti, principalmente in Asia e Africa.
Attualmente la coltivazione della papaya è praticata, con più o meno intensità, in tutti e cinque i continenti.
La papaya può essere coltivata nei climi temperati a condizione che le condizioni invernali non siano rigide, come in alcuni territori dell’ Italia dove viene coltivata in serra quasi esclusivamente in Sicilia.
Prima di passare alla tecnica di coltivazione c’è da sottolineare che la papaya è una specie poligama, ciò vuol dire che produce esclusivamente o fiori maschili, o femminili o ermafroditi.
Le piante di papaya con fiori maschili producono solo il polline, ma non i frutti.
Quelle con fiori femminili sono quelle produttive, ma hanno bisogno dell’impollinazione del fiore maschile (o ermafrodita).
Gli alberi con fiori ermafroditi hanno fiori sia con la parte maschile, che con quella femminile. Questi ultimi sono quindi in grado di autoimpollinarsi e produrre autonomamente frutti.

Coltivazione –
Per coltivare la papaya è importante capire la differenza tra i diversi tipi di fiore. Per una corretta impollinazione, infatti, è necessaria la presenza di una pianta maschio ogni 8-10 femmine; inoltre l’impollinazione è anemofila, cioè operata ad opera del vento.
Per distinguere i fiori maschili da quelli femminili si consideri che i primi si trovano raggruppati, sorretti da un peduncolo che li fa sporgere dal tronco della pianta e da chiusi hanno l’aspetto di un piccolo grappolo d’uva; quelli femminili sono singoli e li troviamo attaccati al fusto.
Gli esemplari ermafroditi hanno tutte e due i tipi di fiori.
Inoltre nelle zone tropicali la pianta fiorisce e fruttifica tutto l’anno, in maniera continua mentre alle nostre latitudini, invece i fiori spuntano nel periodo di fine primavera – inizio estate e i frutti maturano, in modo scalare, in piena estate. Inoltre i frutti più in basso rispetto all’apice della pianta maturano prima.
I frutti della papaya sono di forma e dimensioni differenti a seconda della varietà. Quelli che troviamo di solito nei supermercati hanno forma ovale-allungata, con buccia verde, tendente al giallo-arancio a piena maturazione. Inoltre questi, al loro interno, sono presenti centinaia di semi di colore nero e forma tondeggiante che hanno un altissimo grado di germinabilità, cosa che permette una facile riproduzione da seme.

Condizioni climatiche –
Siccome la papaya non sopporta il freddo, la coltivazione della papaya è praticabile solo in aree calde che, nell’Italia meridionale hanno comunque bisogno di una protezione, ovvero di una serra riscaldata.
Questi limiti fanno della papaya in Italia una coltivazione relegata ad un mercato di nicchia.

Propagazione –
Per iniziare una coltivazione di pianta di papaya basta mettere a dimora il seme nel periodo che va dal mese di aprile a quello di giungo, quando le temperature sono stabili.
Il seme va raccolto dal frutto e lavato e tenuto a mollo per una notte in acqua. La messa a dimora va fatta a circa 2-3 cm di profondità; se tutto è stato fatto bene e le temperature si sono mantenute nella media stagionale, nel giro di 10-15 giorni avremo i primi germogli.
La crescita della papaya è molto veloce. In pochi mesi supera i 50 cm di altezza e si sviluppano grandi foglie e un tronco robusto. Per le caratteristiche biologiche di questa pianta, per via della differenziazione sessuale, conviene mettere a dimora più plantule e poi osservare il sesso dai fiori e una volta individuate le piante maschio in eccesso queste vanno eliminate.
Per la creazione del vivaio si consiglia di partire da piccoli vasi, del diametro di 20 cm, con contenitori più larghi che profondi. Il travaso, in piena terra (nella serra) o in un vaso più grande, va fatto dopo circa due mesi.
La papaya per avere un’ottimale fioritura, e quindi fruttificazione, va esposta in pieno sole.
La pianta, inoltre, va protetta da un’eccessiva ventilazione, se non coltivata in ambiente protetto.

Substrato e irrigazione –
Il terreno dove effettuare l’impianto deve essere ben lavorato, di tipo sciolto (anche per scongiurare i ristagni), con un pH neutro e ricco di sostanza organica. Se la dotazione organica non è sufficiente è necessaria una concimazione di fondo, da farsi con letame ben maturo o humus di lombrico o altro compost organico maturo.
Per una coltivazione in vaso, consigliamo l’acquisto di un terriccio di buona qualità.
Sul fondo del vaso conviene sistemare della perlite, così da favorire il drenaggio dell’acqua in eccesso.
La papaya è infatti una pianta che soffre la siccità, per cui è necessario operare turni di irrigazione regolari, ma soffre i ristagni.
In vaso bisogna controllare manualmente l’umidità del terriccio. Questa operazione va fatta giornalmente, perché, in generale, le piante in vaso richiedono più acqua di quelle in piena terra.
In pieno campo è invece consigliabile la pacciamatura naturale, tecnica molto usata nelle coltivazioni intensive tropicali, che consente di mantenere abbastanza umido il substrato senza far ricorso a continue e costose irrigazioni.
Un altro consiglio per le nostre latitudini è la protezione dal freddo, cosa che è agevole in serra riscaldata ma molto meno in pieno campo.
Per quanto riguarda la tecnica di mantenimento della pianta si sottolinea che la papaya non ha bisogno di interventi di potatura. Perde da sola le foglie più vecchie, quando queste hanno svolto il loro compito.
Inoltre, al momento, non si segnalano particolari parassiti e malattie in Italia.
Un’idea interessante per superare i problemi dovuti al freddo, può essere quella di coltivare la papaya come pianta annuale. Infatti alcune varietà “nane” fruttificano dopo meno di un anno dalla semina. Per questo si può tentare di seminare le pianta in autunno, crescerle protette in inverno e porle a dimora in pieno campo in primavera, in modo da farle fruttificare nel mese di settembre. Si tratta ovviamente di una tecnica che va affinata.
In coltivazione ordinaria la raccolta dei frutti viene effettuata a mano, da novembre a giugno. Le produzioni possono raggiungere anche i 150 q.li/ha.
Per quanto riguarda le varietà oggi più diffuse ricordiamo: “Solo”, “Kapoho Solo” e “Sunrise”, tutte con frutti di peso inferiore ai 0,5 kg.




6 pensieri riguardo “Come si coltiva la Papaya

  • Andrea Noventa

    Salve vorrei sapere quando pianto le piantine nel terreno se ho ben capito devi mettere un maschio e 8 femmine, grazie

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    • ecosostenibile

      Buongiorno, come tutte le specie dioiche anche per l’impianto di Papaya, per poter portare frutti, devono essere previste sia piante maschili che femminili. In genere il rapporto è di un maschio e 8-10 femmine. Tuttavia bisogna valutare un altro fattore e cioè i venti dominanti della zona. In quel caso sul lato dell’appezzamento da dove soffia il vento dominante bisogna porre qualche pianta maschio in più, in modo da assicurare in quella zona una buona impollinazione. Per il resto dell’appezzamento la percentuale di 1: 8-10 poi va bene.

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  • Radulescu Cristina Valy

    Buona sera . Per cortesia a che distanza si possono mettere le piante una dalle altre? Grazie 🤩 per la risposta è buon proseguimento.

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    • ecosostenibile

      Buona sera, in linea generale, anche se alcuni testi riportano una distanza minima di 3 metri, conviene impiantarli ad almeno cinque metri. Le consiglio, altresì, di inserire ai margini di questo impianto delle siepi. Queste rappresentano sempre un ottimo rifugio per predatori degli insetti fitofagi. Ovviamente dipende da quante piante deve mettere a dimora e quindi dall’ampiezza della coltivazione. Bisogna sempre biodiversificare le nostre produzioni; a tal proposito le consiglio di leggere questo contributo relativo all’agroecologia ed alle sue logiche: https://antropocene.it/2022/04/01/base-scientifica-dellagroecologia/.

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  • Buongiorno,
    tre anni fa ho piantato dei semi, solo per curiosità, non ho il pollice verde. Mi sono cresciute cinque piantine in vaso, belle sane; ora mi è rimasto solo il fusto, due misurano circa un metro. L’intenzione è quella di buttarle, ma non ne ho il coraggio… Si può ancora fare qualcosa?
    Durante l’inverno le ho tenute all’interno, in un posto luminoso. Le ho bagnate quando erano molto asciutte.
    Grazie per i consigli!
    Laura

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    • ecosostenibile

      Buongiorno,
      ricordando che la papaya ha bisogno di caldo (temperature medie di circa 20-22 °C) e soffre molto le basse temperature invernali (già a 5-6 °C possono verificarsi problemi); inoltre risente delle gelate tardive (anche le più leggere) e del vento.
      Inoltre il terreno più adatto per la messa a dimora definitiva della pianta è a pH neutro e ricco di sostanza organica (che comunque può essere arricchito con compost e deve avere una struttura sciolta). Detto questo dovresi avere altri dati; se sono in vaso (come credo di aver capito), se le condizioni in cui sono vissute (credo appartamento) erano troppo secche (per via dei riscaldamenti), carenza di luminosità, ecc. Tuttavia, può prendere le singole piantine (con tutto il pane di terra ed avendo cura di non danneggiare le radici) e porle in vasi nuovi, più grandi e con substrato come indicato. In mancanza di altri dati (in che zona si trova, ecc.) è l’unico consiglio che le posso dare.
      Grazie comunque per averci visitato e a presto.

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